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Andria da prestazione

Di Max Licari

10/01/2016 9:57

"Settepolmoni" Nunzella, ancora una volta il più propositivo dei suoi...

Tentativo tardivo
Il nuovo anno comincia da dove era finito il precedente: manca sempre un soldo per fare una lira. Il Catania, in specie nelle gare in trasferta, dà sempre l’impressione complessiva di essere superiore all’avversario di turno, ma al rendiconto non riesce a concretizzare tale evidente vantaggio tecnico in un risultato pieno che, solo, garantirebbe quel salto di qualità in classifica richiesto da tutto l’ambiente. La novità, questa volta, è che l’avversario è parso pare migliore rispetto alle Juve Stabia o ai Melfi di turno, come dimostrano i risultati interni fin qui conseguiti e, alla fine, il risultato a reti bianche potrebbe anche starci ed essere considerato una sorta di “piattaforma di lancio” in prospettiva girone di ritorno, importantissima fase che aprirà i battenti domenica prossima al “Massimino” con il certamente resistibile Monopoli. L’unica cosa che non ci sta, nella mia personale concezione del calcio, è tentare di vincere contro un contendente comunque di minor qualità, un avversario che ha interpretato l’intera gara esprimendo chiaramente la consapevolezza di tale inferiorità con una tattica catenacciara, solamente nell’ultimo quarto d’ora, quando nel 80% dei casi il tempo potrebbe non risultare sufficiente. Parliamoci chiaro, nella situazione in cui attualmente è il Catania, non c’è spazio per i calcoli. Una squadra come quella rossazzurra, migliorata in mediana dall’esperienza Di Cecco e con ancora tutto un mercato da sviluppare per accedere a nuovi rinforzi, non può pensare di avere problemi di salvezza, si tratterebbe di un autogol epico. Ha, di contro, il DOVERE di giocare tutte le partite al massimo delle proprie possibilità tecniche e tattiche, al fine di portare a casa il risultato pieno e tentare l’aggancio alle zone alte della classifica. Ecco, ancora la concretizzazione di tale strategia non si è riscontrata! E non la si è toccata con mano nemmeno ad Andria, dove la si DOVEVA toccare, dove si è tentato in maniera tardiva di vincere il match, cosa che DOVEVA essere fatta fin dal primo minuto. Invece, primo tempo guardingo in cui si è prodotta una sola occasione, peraltro sporadica, con Scarsella, rischiando di prendere gol (miracolo del solito Liverani su Grandolfo nell’unica vera palla gol creata dai pugliesi in tutta la partita) e secondo tempo approcciato nella stessa maniera, salvo poi tentare di accelerare nel finale, cambiando modulo e atteggiamento, con il risultato di prendere un palo, realizzare un gol annullato e generare una caterva di rimpianti negli 85 “eroici” supporters presenti al “Degli Ulivi” e negli altri sparsi per il mondo a macerarsi davanti a immagini monotelecamerali subordinate a una decente connessione internet. I tifosi del Catania vorrebbero al più presto dimenticare tali “disagi”; Pancaro e soci hanno il DOVERE di tentare di aiutarli a obliarli in OGNI partita. Parlo di “tentare”, almeno, non di “riuscire”. Quest’ultimo è legato a tanti fattori. Ma il tentativo va fatto in maniera continuativa. Il Catania si ritrova, a quota 18, appena sopra la zona playout, questa è la realtà; non si riesce mai a dare quel colpo d’ala in grado di rilanciare le ambizioni della piazza, un’accelerazione anche psicologica che unicamente una bella vittoria esterna potrebbe garantire. Dopo aver recuperato in settimana un punto alla pesante penalizzazione, i rossazzurri ne hanno persi complessivamente due… non guadagnati due. Se si riuscirà a capire che la mentalità deve essere questa, quella di non accontentarsi, forse questo campionato non si risolverà in una mediocre corsa ad handicap. Altrimenti…

Meglio con il 4-2-3-1
Lo abbiamo ripetuto più volte, il 4-3-3, se a centrocampo non si crea gioco, va in difficoltà. Purtroppo, per più di un’ora si sono riproposti gli stessi problemi delle partite precedenti. Lentezza e poca qualità in mediana, dove il regista Musacci (si è sentita forte la mancanza dello squalificato Agazzi) veniva regolarmente pressato all’atto dell’impostazione della manovra e Di Cecco e Scarsella non riuscivano né a trovare le punte né a inserirsi senza palla (tranne che nell’occasione già ricordata, troppo poco…). La verità è che l’ex parmense appare ancora non in condizione, mentre lo stesso Scarsella, dopo i fasti delle prime giornate, è andato un po’ a spegnersi. Il giudizio sul nuovo acquisto lo sospenderei, troppo presto per farsi un’idea su Di Cecco, diamogli tempo di ambientarsi. Le difficoltà del centrocampo, inoltre, sono state amplificate dalla scarsa vena del trio d’attacco, in una delle sue peggiori prestazioni stagionali: fumoso Russotto (ma, comunque, il più propositivo), spento Falcone, solo volenteroso Calil. Tanto che, per quasi tutto il match, il solo inesauribile Nunzella ha tentato sortite ficcanti sull’esterno mancino difensivo dei ragazzi di Luca D’Angelo. In una situazione del genere, contro una squadra chiusa e dedita a un pressing feroce (le uniche armi da mettere in campo per i pugliesi), se vuoi tentare di vincere, devi cercare di fare qualcosa di diverso. Per questo, molti attendevano le contromosse di Pancaro già a partire dall’inizio della ripresa, cosa che è avvenuta invece a frazione inoltrata. Dopo due cambi ruolo per ruolo (Falcone-Calderini, Musacci-Castiglia) che, visto l’andamento tattico del match, non potevano mutarne la fisionomia, a 23’ dal termine il tecnico calabrese ha realizzato la mossa che ci si attendeva: dentro Plasmati per Scarsella e passaggio al 4-2-3-1. Il segnale che ci si credeva. Ebbene, in 20’ il Catania ha messo sotto i sempre più preoccupati padroni di casa, ha prodotto un palo di Plasmati, un gol annullato di Calil per fuorigioco millimetrico e una pressione significativa e costante sulla trequarti avversaria, non consentendo ai pur tenaci pugliesi di venir fuori dal bunker se non in sporadiche e poco pericolose ripartenze. Il rimpianto è non aver tentato prima. Tuttavia, si è visto che se questa squadra è messa nelle condizioni di “nuocere”, può fare bene anche lontano dalle mura amiche. Basta farlo con convinzione. Prendiamo questo comunque positivo pareggio come una sorta di “prefigurazione” di ciò che potrebbe accadere nel prossimo futuro. Un futuro con il rientrante Castiglia, fondamentale per il gioco di Pancaro, con un Di Cecco sempre più inserito, magari con un Giannone in più nel motore…

Con il Monopoli un solo risultato
Questo pareggio, come detto, potrà avere un senso solo se seguito da una lunga serie di risultati positivi in grado di rilanciare definitivamente il Catania in classifica. A cominciare da domenica prossima al “Massimino” contro il Monopoli, una partita da non fallire. Si recupererà Agazzi, giocatore importante per le geometrie della mediana, ma importante sarà ripetere lo stesso match giocato contro la Paganese a fine anno, con voglia e grinta. E magari con qualche nuovo protagonista… Let’s go, Liotru, let’s go!!!


Max Licari . Per CalcioCatania.com è autore di 358 articoli