Opinioni

Galeotto fu il Canotto

Di Max Licari

13/12/2015 11:15

Russotto, doppietta d'autore...

Senza equilibrio
Quanto accaduto al “Valerio” di Melfi ha del paradossale. Non fa male tanto l’incredibile pareggio conseguito con i modestissimi avversari, piuttosto le modalità tramite le quali si è verificato; “percorsi” ormai abbastanza usuali che non depongono a favore di un futuro roseo, a meno di interventi decisi e qualitativi a livello di organico nella finestra invernale di mercato. Partiamo dai numeri. Il Catania ha racimolato 7 punti nelle ultime 7 partite, media chiaramente da team in lotta per la salvezza. Inoltre, a fronte di un attacco (22 reti, addirittura 1 in più dell’attuale capolista Casertana) in linea con le squadre che, più o meno, hanno accumulato la stessa somma di punti totale, dispone di “numeri” difensivi (18 reti subite) di pari livello rispetto alle squadre che affiancano i rossazzurri nella classifica reale, l’unica che conti; squadre come lo stesso Melfi (18), Martina (16), Ischia (22), Akragas (20), Paganese (16) hanno su per giù beccato lo stesso numero di gol. Cosa significa tutto ciò? Semplicemente che il Catania, a onta di quanto si potesse pensare dopo le prime gare di campionato, è una squadra a livello delle prime per quanto riguardo il reparto d’attacco (e non potrebbe essere altrimenti, visti i nomi: Calil, attuale capocannoniere del girone, Russotto, Falcone, Calderini) e, di contro, una compagine da classifica medio-bassa riguardo al reparto difensivo. A questo punto qualcuno (magari intelligente) potrebbe farsi la fatidica domanda: ma com’è possibile che la difesa, il reparto che ingloba i tre giocatori probabilmente “top” a livello di rendimento del girone d’andata (Pelagatti, Bergamelli e Nunzella, forse il migliore fin qui), risulti il reparto peggiore? Può dipendere solo dal fatto che a destra (Parisi e Garufo) non si sia trovato finora un interprete continuo? Ovviamente no. Carusanza, è palese che il problema risiede a centrocampo. Questa squadra non ha equilibrio perché, a un certo punto, il reparto mediano non è riuscito più a garantire la necessaria “gamba” per far da filtro alla difesa e si sono prese imbarcate mica da ridere. Nelle ultime due partite, per dirne una, il Catania ha subito 6 reti, 3 dal Benevento, che non segnava dai tempi di Caracalla (squadra aspramente criticata dai propri tifosi per la sterilità offensiva) e 3 dal Melfi che, fino a sabato pomeriggio, aveva siglato 11 gol totali. Insomma, "imbarcate" non con il Foggia o la Casertana (le due squadre di pari forza offensiva), ma con undici di non eccelsa caratura (eufemismo) dalla cintola in su. La realtà è che l’infortunio di Castiglia, lo scadimento di forma di Scarsella e lo scarso rendimento delle alternative (Russo e Lulli) hanno messo in crisi l’impostazione tattica del 4-3-3 di Pancaro e, dispiace dirlo, lo stesso allenatore calabrese (il quale ha comunque, complessivamente, fatto bene fin qui) non è riuscito a trovare la strada giusta al fine di garantire un certo equilibrio all’impianto di gioco, che fossero un cambio di modulo o scelte diverse in fatto di uomini. Particolarmente negativo si è rivelato il pervicace insistere nell’utilizzo contemporaneo di Agazzi e Musacci, due giocatori tecnicamente validi, ma compassati, più adatti a dirigere le operazioni che a mordere le caviglie degli avversari. In Lega Pro non puoi permettertelo, in specie se uno dei due (Musacci) non è evidentemente in condizioni atletiche adeguate ai ritmi della categoria. Paghi troppo in termini dinamici… E lo si è visto chiaramente in terra lucana.

Pancaro in… Canotto. Scelte discutibili ed errori individuali
Francamente, dopo quanto accaduto con il Benevento al “Massimino”, non mi attendevo che Pancaro si ripresentasse al fischio d’inizio della gara di Melfi con Musacci in campo. Mi aspettavo Agazzi regista, nel suo ruolo, Scarsella e uno fra Lulli e Russo, in modo da dar più sostanza atletica alla mediana. Invece, il tecnico ha riproposto il doppio regista, con il solo Russo a cercare di far legna a favore di Russotto, di Calil e del rientrante Falcone. Posso comprendere come la compagine allenata da Ugolotti non fosse da considerarsi il Real Madrid, ma 5 elementi su 6 più portati a costruire che a distruggere te li puoi permettere, anche in Lega Pro, solo se sei in condizioni atletiche straripanti. E non mi pare sia il caso del Catania. In più, Russo ha deluso su tutta la linea, chiudendo il cerchio di un “pacchetto” di scelte non certo vincenti per quanto concerne il reparto mediano rossazzurro. Certo, se dopo esser quasi “naturalmente” passato in vantaggio a inizio gara con una bella realizzazione di Agazzi, il tuo portiere combina quello che ha combinato Bastianoni a metà primo tempo, beh, tutte le tattiche, le scelte, le elucubrazioni vanno a farsi benedire. Il discusso estremo difensore, qualche minuto prima, aveva già destato parecchie perplessità su un innocuo tiro centrale dalla distanza, non bloccandolo facilmente, ma andandoci inspiegabilmente di pugno e “arrabattando” una goffa parata in due tempi. Stesso film al 22’: questa volta con la palla che incredibilmente si deposita in rete sul tiro senza pretese di Longo. Inutile ribadire, senza voler creare inutili capri espiatori, come il “problema portiere” vada per forza risolto definitivamente a gennaio. Anche perché Bastianoni, ormai, pare aver esaurito tutti i bonus di (paziente) fiducia concessigli dalla tifoseria. L’unica cosa che il tempo ha detto in merito a questa vicenda è che la scelta di Pancaro volta a puntare sul ragazzo ex varesino, si è rivelata perdente, anche in considerazione del fatto che Liverani nelle prime gare aveva fornito indubbiamente maggiori garanzie di impermeabilità e sicurezza da infondere ai compagni di reparto. Se io Pelagatti o Bergamelli, in ogni partita, so che praticamente ogni tiro dalla media o lunga distanza si trasformerà in gol, di certo non giocherò mai con la necessaria tranquillità. Un problema da risolvere alla radice. È chiaro che accadimenti del genere ti fanno sbandare e, puntualmente, il Catania lo ha fatto, prendendo nel giro di 5’ il secondo gol, su rigore trasformato da Herrera, frutto di un placcaggio da rugby sull’avversario operato dal deludentissimo Russo. Una ingenuità inspiegabile da parte di un ragazzo di questa esperienza, segno di scarsa lucidità. In svantaggio nel giro di pochissimo contro una squadra nettamente inferiore. Pazzesco. Meno male che la superiorità degli etnei travalica i sesquipedali errori individuali e Russotto, il migliore dei suoi, riesce a pareggiare prima della fine della frazione con una trasformazione bellissima sotto il profilo squisitamente tecnico. A mio parere, tuttavia, il vero patatrac avviene nella ripresa. Dopo aver giustamente sistemato le cose inserendo Scarsella per Russo e, allo scopo di vincere la partita, Plasmati per l’evanescente Musacci, passando a un 4-2-3-1 d’assalto; dopo aver siglato il gol del vantaggio ancora con Russotto, bravo a bucare la debole difesa avversaria, non puoi cambiare atteggiamento, ritirarti i ponti e ripassare al 4-3-3, inserendo Lulli per Russotto (fra l'altro, il migliore in campo). Il segnale non è giusto. Piuttosto, sarebbe stato il caso di tentare il quarto gol contro una compagine chiaramente inferiore e in affannosa ricerca del pari. Non puoi tirare i remi in barca, perché poi puoi trovare il Canotto che ti affonda… e la rete dalla distanza dello sconosciuto attaccante di casa, agevolato da un errore in marcatura di Nunzella (impensabile che il laterale mancino difensivo rossazzurro potesse giocare tutte le partite al massimo senza un attimo di pausa…), bella ma viziata da un’altra indecisione di Bastianoni, risulta il naturale corollario dell’ennesima partita schizofrenica di una squadra che ha perso il bandolo della matassa. Due punti persi in modo stupido. Due punti che avrebbero fatto classifica. Invece, il Catania rimane quart’ultimo, in piena zona play-out. Tristemente.

Chiudere l’annus horribilis e ripartire dal mercato
L’ultima partita dell’anno si giocherà sabato pomeriggio al “Massimino” contro la Paganese (penultima gara del girone d’andata). L’auspicio è che si possa chiudere con tre punti fondamentali per la classifica, per poi andare alla sosta e sistemare le lacune evidenti della squadra. Dal portiere al terzino destro, dalla riserva di Nunzella al centrocampista, non dimenticando la necessità di una punta centrale che non può essere l’attuale Plasmati. La prossima sarà anche una settimana decisiva per comprendere se il gruppo argentino di Carlos Villar si farà carico di aprire finalmente e definitivamente una seria trattativa di cessione con l’attuale proprietà del Catania. Speriamo bene. Let’s go, Liotru, let’s go!!!


Max Licari . Per CalcioCatania.com è autore di 359 articoli