Opinioni

Cosa c'è di strano?

Di

30/11/-0001 12:00

Nino Pulvirenti in prima linea

Nulla di nuovo sotto il sole
Come sempre accade in queste situazioni, viene fuori tutto e il contrario di tutto. Equilibrio? Zero. Cercherò di fare un punto della situazione all’alba della nuova “era” targata De Canio, mettendo ordine nelle mie e, spero, nelle altrui idee, al momento alquanto confuse, stando alle pittoresche e incoerenti esternazioni che sento e leggo. Con un’avvertenza: quando non si conoscono effettivamente le dinamiche e gli accadimenti di uno spogliatoio, di una società di calcio, buona creanza vorrebbe che si usasse un po’ di cautela nei giudizi, piuttosto che “sdivagarsi con tutto lo scecco” in ricostruzioni più o meno fantasiose dettate da supposizioni o “imbeccate” del fratello del cugino del cognato del massaggiatore che “vive quotidianamente con la squadra”. Posso assicurare che nessuno è tanto autolesionista da proporre passi tanto importanti senza motivazioni ben solide…

Elenco
Comunque, un elenco ordinato per punti, incentrato sulle principali figure e questioni, mi sembra adeguato, sottolineando come gli argomenti “caldi” in buona parte li abbia desunti da interessanti post di tifosi e opinionisti:

1.Maran. Nell'esaminare il per nulla "strano caso" dell’ormai ex tecnico rossazzurro, l’unico errore da non commettere è quello di scadere nel ridicolo dell’incoerenza. Tre mesi fa tutti a benedire l’Olimpo per il solo fatto che l’allenatore-rivelazione della scorsa stagione avesse deciso, cosa INUSUALE (ricordate Zenga, Mihajlovic, Simeone, Montella?) a Catania, di rinnovare il contratto; ora, tutti a scendere dal carro perdente! Facile scaricare, molto facile. Io rimango della mia opinione: Maran è un buon allenatore, uno che dalle nostre parti ha fatto complessivamente bene, firmando una stagione da record. Non poteva essere un fenomeno qualche mese fa e una iattura oggi. Io lo ricorderò sempre con affetto e positività, sia dal punto di vista umano, sia sotto il profilo professionale. Piuttosto, nel calcio alcune stagioni non “girano” e Maran ha pagato. Dove sta la “inusualità” in tutto ciò? Boh, vai a capire la mente umana e, soprattutto, la "mente tifosa"! Prosaicamente, Maran ha provato a costruire una nuova creatura, inserendo i nuovi elementi ricevuti in dotazione dal mercato e cercando di amalgamarli con i vecchi, ben consapevole che due ruoli chiave del suo 4-3-3, regista e esterno d'attacco sinistro, avevano cambiato "proprietario". Ebbene, per svariati motivi che è inutile andare a rivangare perché ampiamente conosciuti, non è riuscito a far quadrare il cerchio. Ha tentato di rimediare affidandosi alla vecchia guardia, sebbene composta in qualche caso da giocatori che al momento non si reggono in piedi, è ha pagato quello che a mio parere è stato un errore. In certi casi, la “mannaia” è necessaria: se un giocatore, anche importante, “non c’è” va in panca e basta… Non ha avuto il coraggio, per esempio, di presentare a Cagliari, gara che sapeva anche lui essere decisiva o quasi per il suo futuro, qualche ragazzo più fresco (uno su tutti, Keko) al posto di un paio di “senatori”. Detto questo, i risultati sono lì: 5 punti in 8 partite, terz’ultimo posto, 6 gol realizzati e 13 subiti. Non ha fatto bene. È il calcio. Le colpe sono ANCHE sue, ma non TUTTE sue, perché in campo alla fine vanno i giocatori. E gli infortuni o le squalifiche pesanti non li decide “a priori” l’allenatore. Tuttavia, all’indomani della sconcertante prova di Cagliari (“sconcertante” è il termine giusto, perché il trend della gara appare inspiegabile), beninteso dopo 15 giorni di sosta che avrebbero dovuto “raccontare“ una storia diversa in termini di progresso di condizione e di gioco, cosa doveva fare la società? Aspettare la gara con il Sassuolo e, in caso di disastro, sostituire Maran (a quel punto a furor di popolo) a tre giorni dalla trasferta dello Juventus Stadium oppure “togliersi il dente” subito? Se Pulvirenti ha fatto questo passo, e sappiamo bene come il presidente rossazzurro non sia un “mangiallenatori” stile Zamparini o Preziosi, non potrebbe affiorare nella nostra testolina anche il solo dubbio che, sulla base di dinamiche interne che meglio di lui nessuno può comprendere o conoscere, non ci fosse altro da fare? Cioè, se lo fa Zamparini si possono "pensare" alcune cose, ma se lo fa Pulvirenti, il suo opposto per intenderci, se ne DEVONO pensare altre? Atzori, ricordo, fu difeso a oltranza; Giampaolo allontanato con il Catania sopra di alcuni punti rispetto alla zona calda. Ma quando si è compreso che una situazione non potesse andare, in passato si sono fatti passi similari, da Costantini a Baldini, dallo stesso Atzori al medesimo Giampaolo. Torno a dire: dove sta la sorpresa?

2.De Canio. Ancora non ha nemmeno fatto la conferenza stampa di presentazione e già: “cu è?”, “cosa ha fatto”, “le sue squadre giocano male”, “è una scelta sbagliata”, etc. Uno che in carriera è stato esonerato due volte: a Udine, dopo un ottavo posto e a Genoa, dopo aver salvato la squadra l’anno prima. Ma, carusanza, lo vogliamo fare almeno cominciare? La scelta della società, mi sembra, sia chiara: prendo un tecnico abituato a situazioni “calde”, che mi dia sufficienti garanzie di poter raggiungere il mio obiettivo principale, la salvezza. Gioco o non gioco. Una scelta, anche in questo caso, “normale”. Si era parlato di Sensini e Mihajlovic, due strade difficili in corsa; ebbene, penso che la strategia sia: salviamoci con un allenatore “sicuro”, poi, a fine stagione, resettiamo e ricominciamo un nuovo progetto, magari (ma non necessariamente, perché potrebbe benissimo restare De Canio) prendendo un allenatore tipo Sensini. L’anno di contratto così si spiega. Ancora una volta: cose “classiche” in situazioni similari. De Canio ha dimostrato in passato si saper ben reggere in frangenti del genere, raggiungendo al termine del campionato il traguardo prefissato. Al momento, solo questo conta. Diamogli il benvenuto, sosteniamolo e AIUTIAMOLO a prendere le giuste decisioni lasciandolo sereno. Con lui si ricomincia da zero, tutti sono nuovamente in gioco e, sicuramente, si vedrà qualcosa di nuovo in fatto di scelte e di atteggiamento, a mio parere un po’ troppo “prudente” e “spaventato” in questo inizio di torneo. L’importante è che prenda di petto alcuni elementi e faccia loro capire che a Catania si gioca per meriti ATTUALI, non pregressi. E, non ultimo, capisca subito che a Catania non vi è bisogno di nessun miracolo, perché ha a disposizione una rosa di gran lunga superiore a quella del Lecce o del Genoa, una società solida e una struttura, Torre del Grifo, con pochi eguali in Italia e in Europa. Niente, miracoli, solo NORMALITA’, quella che forse è mancata negli ultimi tempi.

3.Cosentino. Non arrivano i risultati, la colpa di chi è? Di qualcuno deve essere. Invece di pensare che possa essere di TUTTI, così come quando si vince i meriti sono da condividere, si trova il capro espiatorio. Cosentino. E si sente l’impossibile: “È un procuratore, non cura gli interessi del Catania, compra giocatori infortunati, non segue la squadra, è sempri a Miami, non c’azzicca i scappi ‘ndo c… alle 'signorine' viziate” e via con tutto l'armamentario dei luoghi comuni; chi più ne ha, più ne metta. Facciamo ordine. Pulvirenti non è un pazzo. Se sceglie Cosentino come vice un motivo ci sarà. E uno di quelli importanti è che si tratta di uno degli agenti più importanti nel mondo, specie in Sudamerica. Cu è Cosentino? Chissu è Cosentino. Cosentino ha il compito di fare il mercato, insieme a Bonanno. Il suo ruolo è quello. Non deve azziccare scarpe nel sedere, non deve seguire i giocatori nello spogliatoio, non deve esternare dal balcone di Piazza Venezia seguendo stili “antichi”. Per queste funzioni, l’organigramma societario prevede altri ruoli. E, peraltro, è di stanza permanente a Catania, come sa chi frequenta Torre del Grifo… Lo si può giudicare solo sulla base delle sue prerogative. E, a fine stagione, il presidente Pulvirenti farà un bilancio e deciderà come far procedere questo progetto che, comunque, ha contorni ben definiti. Si parla di “mercato fallimentare” all’ottava giornata. Andiamo ad analizzare. Plasil e Biraghi sono titolari e fra i migliori in questo inizio di campionato. Tachtsidis ha avuto difficoltà, ma prima di additarlo come “bidone” io attenderei… Leto si sapeva che avrebbe percorso un iter similare, provenendo da un grave infortunio. Quando raggiungerà la condizione, a mio parere, troveremo un grande giocatore. Peruzzi idem. Sta per essere lanciato anche lui. E tutti dicono sia un “crac”. Guarente è un buon giocatore ma, in pratica, dopo un paio di partite non è stato più impiegato da Maran. Dubbio: avrebbe fatto peggio dell’attuale Almiron? Monzon, invece, finora non ha fatto bene. Marchese cominciò peggio, Izco in maniera desolante, tanto che qualcuno lo voleva a smontare cabine al Lido Cled. E’ un “bidone”? Ai posteri l’ardua sentenza. Boateng è un ragazzo promettente come ce ne sono tanti negli organici di tutte le squadre di A. Ora, mi domando, e lo domando a coloro che parlano di acquisti di “giocatori rotti”: ma elementi come Leto e Peruzzi in quale altro modo sarebbero potuti approdare a Catania? Si ha un’idea della dimensione della nostra piazza? E, di grazia, non sono operazioni del tutto simili a quella relativa a Barrientos, portata avanti (fra l’altro ottimamente), se non erro NON da Cosentino, Barrientos che abbiamo potuto apprezzare solo dopo un anno e mezzo a Catania? Con ciò non voglio per niente dire che non si è sbagliato. Perché a gennaio sicuramente qualcosa dovrà essere sistemata e non è detto che tutti i giocatori di cui ho parlato poi “riescano”. Ma, continuo a ripetere, dove sta l’anormalità? Anche in passato, in stagioni in cui abbiamo raggiunto la salvezza all’ultimo minuto o in maniera difficoltosa, si erano sbagliate alcune cose che poi si è cercato di rimettere a posto con decisioni di mercato. E non c’era Cosentino. Il problema di fondo, purtroppo, è un altro. Per ragioni storiche, a Catania, città proveniente da anni di Nulla, è stata lasciata una fortissima impronta sostanziata di atteggiamenti, “decisionismi”, modi di condurre che vengono presi come pietra di paragone “assoluta”, nella convinzione che SOLO quella sia la giusta maniera di operare nel calcio. Ed è un modo assai sciocco di pensare. La scorsa stagione si è fatto bene in altro modo, per esempio. Nel calcio, come nella vita, ci sono momenti storici in cui è giusto, profittevole e necessario percorrere determinate strade, altri in cui si deve avere il coraggio di cambiare, anche andando incontro a difficoltà. Non esistono verità assolute o ricette “sicure”. Altrimenti non si spiegherebbe come gli stessi protagonisti di ieri, giustamente osannati e in modo sacrosanto nella storia del Catania nei secoli dei secoli, non riescano a finire il mese in altre società o siano punto di riferimento di team all’ultimo posto in classifica in quarta serie...

4.Squadra. Maran ha pagato, ma sono i giocatori in primis a doversi assumere le proprie responsabilità. Sentendo Legrottaglie e Izco, due fra i principali leader dello spogliatoio, sarebbe solo una questione di tempo: siamo forti e nei prossimi mesi si vedrà il risveglio di questa squadra. Io potrei anche essere d’accordo, ma con le parole non si va da nessuna parte. Servono i fatti. E, per adesso, i fatti parlano di 5 punti e zona retrocessione. La forza si dimostra sul campo. Ci sono elementi che devono ritrovare una condizione sufficiente (Almiron, ma non solo), altri che devono dimostrare SUL CAMPO di non essere flop (Tachtsidis, Monzon, Leto). Il tempo delle parole è finito. Attendiamo. Con moderata fiducia, ma con sostanziale attenzione…

5.Pulvirenti. Ne parlo di sfuggita, perché stare a “distruggere” il miglior presidente della storia del Catania per 8 partite andate maluccio mi sembrerebbe folle. Eppure, non è che si tratti di Nume infallibile. Anche Pulvirenti prende le sue decisioni, azzeccando e sbagliando come tutti gli uomini. A fine stagione pure lui tirerà le somme di questa stagione e vedrà se la strada è giusta o meno. Però, io vorrei capire una cosa, leggendo qualche commento di amici, anche di notevole livello culturale. Se è vero che costruttivamente si può criticare chiunque, e a maggior ragione Pulvirenti che è uno che si espone in prima linea, mi si dovrebbe spiegare cosa significhi, alla luce di eventuali sbagli più o meno accertati oppure, addirittura, di una retrocessione (tocco ferro), l’appello al “coraggio” da parte degli operatori dell’informazione di contribuire a “cacciare Pulvirenti”. O, perlomeno, mi si dovrebbe indicare quale imprenditore locale possa sostituire ADESSO o fra qualche mese il miglior presidente della storia del Catania. O quale Thohir. Presentatemelo. Se me lo presentate, io sarò il primo a discuterne, perché il bene del Catania prescinde da questa o quella figura, anche importante o importantissima. In caso contrario, per carità, evitate boutade similari. Cioè, dovremmo “contribuire” a elidere una delle poche realtà che funzioni ATTUALMENTE in questa città da Serie Z? O è uno scherzo oppure a mia insaputa si sta formando a Catania un gruppo di kamikaze stile “Tozzi Fan” decisi a far piazza pulita di tutto quel poco di cui andare fieri. E non sarebbe strano per una città come la nostra…


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