Opinioni

Guardiamo avanti!

Di

30/11/-0001 12:00

Maran, esordio "intelligente"...

Meglio così...
Quasi quasi azzardo una provocazione: meglio non aver vinto a Roma. Intendiamoci, rimane bruciante il rammarico per quell’invenzione di Nico Lopez a tempo scaduto (con il grazioso contributo, purtroppo, di un non attentissimo “Comu finiu” Alvarez), siamo andati vicinissimi a sfatare un tabù millenario, tuttavia continua a non abbandonarmi la convinzione che una vittoria così inaspettata e roboante avrebbe potuto contribuire ad alimentare pericolosissime aspettative in una piazza “particolare” come quella catanese. Vengo e mi spiego. In estate ho avuto modo di incontrare tanti fratelli tifosi rossazzurri, con i quali ho dialogato amabilmente; alle argomentazioni dei quali ho affiancato la lettura di una pletora di quotidiani sportivi e non, nonché dei tanti ottimi siti internet dedicati al Catania e al calcio(mercato) in generale; ebbene, la “media aritmetica” delle sensazioni (chiamarle “giudizi” sarebbe errato, giacché “a priori” potrebbero essere solamente appellati come “pre-giudizi”) si attesta intorno al nero cosmico, stile buco nello spazio, nel migliore dei casi assimilabile alla Nube del Camaleonte. Alla congenita sfiducia verso il futuro (leggasi “nuova gestione societaria”), al retroattivo e retrospettivo, quasi da cinema d’essay cecoslovacco, rimpianto per i “buoni” tempi antichi (quelli che... quando c’era Lui si poteva lasciare la casa aperta), alla scontata sospettosità verso la campagna acquisti (quelli che... ”Maran n’ha fattu fimm?”, “ma cu è Frison”, “n’accattamu a nuddu”, “Castro u visti, è bonu pa Pgs Sales”, “Rolin su era accussì fotti vineva o Catania?”), si aggiunge il classico “catastrofismo etneo”, da sette, lunghi anni inattaccabile, immarcescibile, inaffondabile. Intollerabile. Ecco a voi, signori, il famigerato “SEMU ‘NDA B”!!! Appare, quindi, sensato pensare che la sfiorata vittoria in un Olimpico stracolmo e “zemanadorante” avrebbe scatenato la puntuale, antitetica reazione “alla catanese”: “SEMU ‘NDA CHAMPIONS”!!! La perniciosità di una tale situazione sarebbe sotto gli occhi tutti. Meglio navigare a fari semispenti, meglio non alimentare eccessive aspettative, attese che un eventuale (per esempio, e tocco ferro) passo falso con il Genoa al “Massimino” nel turno successivo avrebbe frustrato, generando più confusione che altro.

Chi ben comincia...
Meglio così, forse. Ma solo perché si tratta della piazza di Catania. A mio parere, l’approccio più serio alla nuova stagione rossazzurra è quello dell’equilibrata, fiduciosa attesa, fondata su qualche dato incontrovertibile:

-La squadra è rimasta in pratica la stessa che Montella ha guidato (almeno per trequarti campionato scorso), a prestazioni più che convincenti. All’Olimpico i soli Andujar e Alvarez, non certo due “novellini” delle cose catanesi, potevano essere considerati “spuri” rispetto all’undici montelliano. E non è forse un caso che proprio il portiere e il terzino siano parsi i giocatori un tantino più indietro rispetto agli altri, al di là delle valutazioni sul valore dei singoli. L’estremo difensore argentino ha mostrato una “voglia di rossazzurro”, una carica, una convinzione inusuali, ma deve ancora limare alcuni aspetti del suo modo di stare in porta (qualche rinvio, qualche uscita, la posizione sul proprio palo). “Comu finiu” mai era stato visto così tirato a lucido dal punto di vista atletico alla prima di campionato, ma in fatto di attenzione deve fare un ulteriore passo avanti. Per il resto, gli altri hanno confermato gli standard del passato corso, tanto che la prestazione complessiva del team dell’Elefante può essere avvicinata alle migliori uscite esterne del 2011/12. Legrottaglie, come sempre “olimpico” al centro della difesa; Marchese (il cui rinnovo dovrà essere perfezionato al più presto, non disponendo di un’alternativa, leggasi Capuano, di livello similare), ancora una volta attento dietro e decisivo in zona tiro (seconda rete alla Roma); Lodi mostruosamente bravo a dirigere la squadra come perno centrale davanti alla difesa e sublime nell’assist vincente a Gomez (arriverà in Nazionale, finalmente, questo ragazzo?); Almiron fondamentale nella gestione della palla in mediana; Barrientos, seppur a corrente alternata, letale quando decide di verticalizzare (splendido un suo tocco per Gomez, poi fattosi ipnotizzare da Stekelemburg a due passi dalla porta giallorossa); Gomez, addirittura mostruoso, capace di ridicolizzare gli avversari con dribbling e accelerazioni d’alta scuola; Bergessio, come sempre utilissimo alla squadra per il suo sacrificio nello svolgere un lavoro massacrante lungo tutto l’arco d’attacco etneo. Questi i punti fermi. Non cosa da poco. Se rimane così, e lo ripeto giacché il mercato si conclude il 31 di agosto, “se rimane così”, il Catania è una buona squadra in grado (che significa “aver la possibilità di”, non “farlo sicuramente”) di ben figurare nel campionato italiano. Ben figurare significa, attenzione, salvarsi, giungere a 40 punti il più presto possibile. Sottolineiamolo con forza, perché altrimenti qualcuno potrebbe dimenticarlo. È lo stesso obiettivo DICHIARATO di: Parma, Cagliari, Pescara, Chievo, Fiorentina, Udinese, Sampdoria, Bologna, Genoa, Torino, Palermo, Siena, Atalanta. Fatevi i conti.

-L’allenatore, Maran, un esordiente. Presto, prestissimo per giudicarlo, ma l’approccio mi è piaciuto. Ha ereditato una squadra rodata dal 4-3-3 “palleggiato” impostato da Montella e, intelligentemente, ha proseguito su quel solco, senza accensioni mistiche più da Fantascienza che da Scienza, aggiungendovi (vado a naso...) un pizzico di saggezza difensiva in più. In passato, altri non hanno fatto lo stesso, andando incontro al disastro. Giampaolo docet. “Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura” spigolava Mark Twain. Maran, per ora, ha mostrato il coraggio dell’umiltà. In un mondo dove l’arroganza e la pretenziosità imperano, può essere considerato già tanto. Facciamolo lavorare in pace, senza pregiudizi, e poi giudichiamolo. Tanto, nel calcio contano solo i risultati: se li otterrà, lodi (non Ciccio...); in caso contrario, a casa. È la dura legge del gol.

-La società. È cambiato tutto. E quando dico tutto è tutto, giacché è stato sostituito un dirigente che faceva tutto, ma proprio tutto. Ora, dato che il guelfoghibellinismo tipico “italiese” non alberga nel mio cuore, non mi addentrerò in acute disamine socio-psicologiche, non dirò che il nuovo corso è migliore rispetto a quello passato. Non ne ho il diritto, non ne ho le basi conoscitive. Posso magari, “a pelle”, esprimere simpatia per le capacità comunicative di Gasparin e del Presidente. Posso anche esprimere apprezzamento per la nuova impostazione della campagna abbonamenti e per la realizzazione, alla buon’ora, della nuova versione del sito ufficiale, a mio parere di ottimo livello. Posso forse sbilanciarmi a pensare che almeno due giocatori da me conosciuti, Frison e Rolin (per Castro, che potrebbe anche diventare l’erede di Bruno Conti, non mi esprimo, dato che non lo avevo mai visto giocare), rientrano nel range di acquisti “da Catania”. Posso in ultima analisi dire che la nuova maglia mi piaciucchia. Ma non vado oltre. Dico solo che, così come la precedente gestione ha avuto spazio e tempi per poter ben operare, la stessa “apertura” scevra da pregiudizi va riservata alla nuova. Poi, come sempre, il Dio Risultato stenderà la sua (im)pietosa mano. E si giudicherà, coerentemente, su quella incontrovertibile base. Senza figli e figliastri. Lo sottolineo con forza, perché qualche furbetto potrebbe pensare: questo in passato ha avuto problemi con Lo Monaco, quindi... Quindi niente. Così come sul “campo scrittorio”, ho sempre scisso il piano personale da quello professionale, altrettanto farò adesso. Malgrado un rapporto non certo idilliaco con l’ex Amministratore Delegato rossazzurro, il mio giudizio nei confronti del Professionista Lo Monaco si è sempre basato sui risultati. Ed è sempre stato, di conseguenza, più che positivo. La stessa cosa farò con il nuovo corso che, non lo nego, genera in me umana simpatia. Dovranno essere i risultati a fare da discrimine. Guardando avanti.

Avanti, non dietro
Se, in generale, nella vita è assai preferibile stare dietro che aver qualcuno dietro, nel caso particolare del Catania l’imperativo è stare avanti, andare avanti, guardare avanti. E, come detto precedentemente, ascoltando e leggiucchiando, non mi pare che si sia andati verso questa direzione in estate. Argomento principale: Lo Monaco. Questo lo avrebbe fatto, quello no, ora bisticcia con Preziosi, mannaggia a lui è nella “sua città” a Messina, Pietro di qua, Petrus di là. Già Orazio, nella sua “Ars Poetica”, ci aveva ammonito circa la perniciosità del cosiddetto “Laudator temporis acti”, cioè di colui per il quale il passato è sempre preferibile al presente. L’habitat etneo, fra l’altro, consente la proliferazione di una specie particolare di LTA, tecnicamente denominabile come “scunchiurutu”. Nel caso specifico è colui il quale, fino a cinque minuti prima della chiusura del rapporto con Pulvirenti, avrebbe volentieri segnalato Lo Monaco alla Corte Marziale, reo di ogni tipo di delitto (il più efferato dei quali la mancata elargizione di un agognato biglietto d’ingresso gratuito allo stadio), mentre cinque minuti dopo, magicamente, ne fa un’icona della gestione sportiva del nuovo millennio, proponendone la pronta canonizzazione a Benedetto XVI. O l’esatto contrario. Mi sono divertito, assai divertito a registrare i dietrofront da “Caduta del Reich” da parte dei Professionisti della Lingua Applicata (a cosa è facile immaginarlo...). Gente che il giorno prima si prostrava davanti all’Idolo e quello dopo faceva finta che lo stesso non esistesse. Ma il divertimento prima o poi deve finire. Il gioco è bello quando dura poco. L’ex AD fa parte della storia del Catania, per il quale ha ottenuto, sul campo, risultati importanti che nessuno potrà disconoscere, né ora, né in futuro. Adesso, però, è ora di resettare. Il Catania è “questo” e a “questo” si deve guardare. Il passato è passato. Guardiamo al futuro. E il futuro si chiama Genoa... Let’s go, Liotru, let’s go!!!


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