Catania News

Pecche' noi

Di

30/11/-0001 12:00

Nino Pulvirenti, presidente rossazzurro

Succede che esista l’amore, naturale è ovvio, verso una causa, che sboccia in tenera età e che cresce, giorno dopo giorno, come qualcosa che faccia ormai parte di ognuno di noi.

Succede che esista la passione, intensa è ovvio, verso un ideale astratto, quasi sempre riconducibile a questioni d’appartenenza territoriale.

Succede che esista la fede, quella con la “f” minuscola, verso una maglia, spesso trasmessa dal padre ai figli, che ti porta sovente al compimento di azioni, a rigor di logica, difficilmente comprensibili.

E poi succede che esista la rabbia, lecita per carità, sebbene espressa spesso in maniera colorita, ma pur sempre civile, quando l’irrazionalità pocanzi citata, ti rende inaccettabili talune scelte altrimenti ponderate.
Ora, qualcuno più capace di me scriveva: “Io non so perché succede, ma succede…” AMEN!

“Presidente, Montella ha firmato un contratto, non fargliela passare, tienilo un anno fermo...PECCHE’ NOI SIAMO IL CACCIOCATANIA…

“E’ ora di finirla con questi allenatori che vengono a lanciarsi qui e poi dopo un anno abbandonano la nave per andare nelle grandi squadre…PECCHE’ NOI SIAMO IL CACCIOCATANIA…

Probabilmente sarò stato anche prolisso, ma ritengo una simile premessa, necessaria, stando così le cose allo stato attuale.
Otto anni, otto lunghissimi anni attraverso i quali, un minuscolo “bruco” sbiadito, reduce dai bagordi delle precedenti gestioni, si è trasformato in “farfalla” dai mille colori e dalle mille risorse, capace di volare sino al gineceo del calcio italiano d’elite, dimostrando di poterci stazionare stabilmente con inimmaginabile “nonchalance”.

Busetta, Cucchi, Pellegrino-Graziani, tutti tecnici che a Catania hanno ottenuto risultati importanti nella storia di questa società, eppure così, a memoria, non ricordo un simile “incatenamento mediatico-popolare” nei loro confronti, così come avviene sistematicamente da un paio di stagioni a questa parte verso chi guida la nave col timone rossazzurro. Anche questo, nonostante tutto, paradossalmente è un buon segnale: i tempi sono cambiati. Era ora…

Pietro Lo Monaco, vero artefice con il presidente Pulvirenti di questo “miracolo”, ha ancora due anni di contratto col Catania ed andrà via; Vincenzo Montella è ancora legato ai rossazzurri per un’altra stagione e vorrebbe andare via; qualunque persona lavori presso un’azienda è regolamentata da un contratto ed i contratti si sa, in un momento in cui nel paese persino l’articolo 18 è stato rimesso in discussione, lasciano il tempo che trovano. Ed è legittimo che un uomo, per ragioni di cuore, di ambizione, di denaro o per qualsiasi altro motivo non necessariamente condivisibile con la platea, manifesti il proprio desiderio di andarsi a misurare altrove. Ci sta nel calcio, come ci sta in qualunque altro campo della vita. “Il vento non si può trattenere”… Già, ma ci si può riparare… Finiamola dunque con questo malcontento, risultato ormai sgradevole populismo provinciale, che alcuni addirittura cavalcano nella speranza che, da questa ignobile demagogia, possano trarne benefici per i propri profitti.

Perché la nostra storia, non si costruisce per quello che siamo, ma per quello che nel corso degli anni stiamo facendo e saremo in grado di fare ed il Catania è una società che ha conseguito una sua identità eccellente nel segno della persistenza dei propri risultati, della propria crescita, dei propri obiettivi come azienda e non in quello dei suoi tesserati, qualunque essi siano, si chiamino Lo Monaco o Montella.

Ed allora che cambino pure gli interpreti, che Montella vada a Roma, che Lo Monaco vada dove gli permetteranno di lavorare come a lui piace e come lui sa fare, perché a noi non fanno paura eventuali scivoloni che nel corso di una vita possono sempre accadere, in quanto dietro ad ogni singolo, c’è un’azienda forte della propria solidità economica, che oggi sa cosa vuole, che conosce i propri pregi ed i propri limiti e che sa operare nel segno della continuità. E poco importano i nomi dei successori, perché noi non siamo Marino, non siamo Maran e nemmeno Delio Rossi, né Salerno o Gasparin: “PECCHE’ NOI SIAMO IL CACCIOCATANIA”…ops, pardon… “PERCHE’ NOI SIAMO IL CALCIO CATANIA” ma soprattutto “PERCHE’ NOI CI SIAMO… ancora, per la settima volta consecutiva…


. Per CalcioCatania.com è autore di 2560 articoli