Opinioni

Catania-Lecce (1-2): Contro un Muriel

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30/11/-0001 12:00

Aeroplanino, decollo europeo rinviato...

Fine di un sogno
A una decina di minuti dalla fine del 32mo turno il Catania si trova a 2 punti dal quinto posto; al 90’ il Catania dà addio ai sogni di gloria. Una delle più incredibili gare degli ultimi anni giocate al “Massimino” sancisce la conclusione del sogno Europa League in chiave rossazzurra, lasciando ovvia amarezza negli attoniti tifosi etnei, i quali già pregustavano il possibile attracco nei porti già toccati da giallorossi e nerazzurri, ancora bloccati, prima del patatrac finale, sul pari da Udinese e Siena. Amarezza che, tuttavia, non deve sfociare nel solito nichilismo del tutto o niente, del campioni o brocchi, della Champions o la B. Oggettivamente, Il Catania fin qui ha disputato un ottimo campionato, giocando un buon calcio, per inciso lo ha fatto anche stasera contro il Lecce al netto degli ultimi, incredibili due minuti, e facendosi onore così in casa come in trasferta. Altrettanto obiettivamente, va riconosciuto come una squadra che perde a Verona e oggi con i salentini due partite del genere, una con un approccio mentale sbagliato, l’altra con un finale di ordinaria follia, dimostri di non essere ancora pronta per obiettivi diversi rispetto a una splendida salvezza anticipata. Lo ha ammesso francamente Montella nel postpartita, lo ha fatto comprender con onestà lo stesso presidente Pulvirenti, come sempre lucido e cristallino nelle sue analisi. Del resto, l’obiettivo europeo si è concretizzato in corsa, non era certo nei programmi. L’appetito è venuto mangiando, diciamocelo; è stato bello sognare e non si può nemmeno dire che il risveglio sia stato brusco. Siamo, piuttosto, nella normalità delle cose. Il Catania può perdere due partite consecutive. Ci sta. I viaggi in Ucraina o Danimarca li rimandiamo, certo; però sono convinto che la presidenza Pulvirenti un giorno questa soddisfazione ce la darà. Basta avere fiducia e pazienza. Pertanto, pensiamo a chiudere nel migliore dei modi il campionato, giacché un paio di obiettivi rimangono vivi. Se i 43 punti,a -5 da Inter e Napoli, non consentono di sognare, permettono tuttavia di mantenere seppur di poco un ottavo posto prestigioso, un posizionamento da mantenere fino al termine, così come lo stimolante approdo dei 50 punti non può non fare gola alla truppa allenata da Montella. I motivi per non mollare completamente, a partire dal match di lunedì sera a Cagliari, quindi, ci sono tutti. Vedremo se i ragazzi alle parole faranno seguire i fatti.

Finale da incubo
I 5’ finali li ricorderemo a lungo, anche perché, a mio avviso, i rossazzurri avevano fin lì disputato una buona partita, limitando al minimo il Lecce, i cui unici tiri in porta erano stati l’estemporaneo destro deviato di Muriel (un fuoriclasse potenziale) finito fortunosamente sul palo e il rigore clamorosamente fallito da Di Michele, un penalty fischiato da Del Marco per un veniale tocco di mano di Marchese, peraltro fra i più positivi dei suoi. Carrizo in pratica non aveva toccato palla. E in una gara in cui affronti un avversario che si gioca la vita non è poco. Una gara tutto sommato "normale", in cui i rossazzurri avevano tranquillamente dimostrato di avere qualcosina in più. Dle resto, Montella, privo di Spolli, aveva optato per il "sicuro", mettendo giù la formazione tipo, con il solo Bellusci “spurio”. Devo dire prendendoci abbastanza... Buon primo tempo, con Barrientos e Bergessio migliori in campo, buone incursioni di Marchese e Izco, due o tre occasioni fallite di un soffio (Bergessio soprattutto). Unico neo: l’infortunio prematuro ad Almiron, costretto a uscire presto, una “tegola” da valutare anche in proiezione Trieste, considerata la valenza del giocatore. Eppure, lo stesso Seymour, suo sostituto, non aveva fatto male. Buono anche l’approccio alla ripresa, con la grande giocata di Barrientos seguita dal gol a porta vuota di Bergessio e la successiva gestione piuttosto serena del risultato (rigore gettato alle ortiche incluso). Però, se tu fallisci un gol fatto come quello sciupato a porta vuota da Bellusci e non chiudi la partita, sai che puoi rischiare, soprattutto se il tuo avversario ha fame e non molla. Poi, se ti si infortuna il centrale difensivo (lo stesso Bellusci) e scegli di cambiare modulo, passando a 3 (Llama in campo e Marchese centrale), è nell'ordine dlele cose che tu possa cominciare a pensare che qualcosa non va per il verso giusto. Il classico tarlo, per dirla papale papale. Eppure, prendere un gol in contropiede al 88’ sull’1-0, quando in ogni caso ti trovi a 2 punti dal’Europa, non può essere giustificabile ad alcuna latitudine. Così, meriti di perdere. Il fuorigioco sbagliato da Legrottaglie su Muriel quasi a centrocampo e il conseguente facile tocco a porta vuota di Corvia è indubbiamente "buco" da galleria degli orrori. Ma, ancor di più "horror" è l’acclusa espulsione, inutile e stupida, di Carrizo, per proteste immotivate. Prima giallo e poi rosso. Assurdo. Lì il Catania si consegna all’avversario, avendo già operato le tre sostituzioni: Lodi in porta, tutti all’attacco a cercare, in inferiorità numerica e con nessuno fra i pali, un’improbabile gol miracoloso, altro contropiede beccato e sconfitta sul facile tap-in di Di Michele. Può bastare. Ulteriori commenti non penso sia salutare farne. Meglio cominciare a elaborare il lutto e dimenticare in fretta. Sarà difficile, lo so, ma tentiamoci.

A Trieste rimaneggiati
Per riprendere la corsa e tentare di raggiungere i pur nobili obiettivi rimasti, il Catania dovrà cambiare registro lunedì sera a Trieste contro il Cagliari. Non sarà semplice, dato che Montella si presenterà al cospetto dei sardi senza Carrizo squalificato, nonché facendo fronte alle possibili defezioni di Almiron e Bellusci. Gravissima, in particolare, l’assenza del portiere argentino che costringerà l’Aeroplanino a schierare nuovamente Kosicki, il quale dovrà cercare di far dimenticare i pesanti errori di Torino in un match non certamente facile, giacché gli uomini di Ficcadenti saranno presumibilmente alla ricerca dei punti della definitiva salvezza. Una partita simile a quella di Verona, insomma. Tuttavia, se questa squadra ha gli attributi, e ha dimostrato spesso di averli, dovrà reagire alla grande, mettendo cuore e gamba nella partita. Non smettiamo di sostenere!!! Let’s go, Liotru, let’s go!!!


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