Opinioni

Parma-Catania (3-3): Colomba natalizia

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30/11/-0001 12:00

Montella, talento e buona sorte...

Carattere di ferro
Incredibile. A un quarto d’ora dalla fine nemmeno il più incallito dei tifosi etnei avrebbe scommesso un penny sulle chance di un Catania sciagurato difensivamente e, di conseguenza, sotto meritatamente di due reti al cospetto di un Parma sicuramente più reattivo nelle ripartenze e più preciso nelle conclusioni. Sembrava una delle solite pseudoscampagnate di fine anno mentalmente vacanziere cui, purtroppo, spesso ci aveva abituato la compagine rossazzurra nelle scorse stagioni. E, invece, quest’anno la musica da trasferta sembra essere cambiata. Il Catania, anche in giornate palesemente negative, mostra carattere, grinta ed esperienza da vendere. Certo, il Parma ci ha messo del suo, rimettendo in corsa l’undici allenato da Montella in virtù di una sciagurata entrata kamikaze di Santacroce su Gomez in piena area, una follia in quanto assolutamente inutile, in un momento in cui il Catania sì premeva, ma non dava mai l’impressione di potersi rendere pericolosa. Tuttavia, poi sono stati gli stessi giocatori etnei a metterci il cuore e a raggiungere il pareggio a 5’ dal termine grazie al neoentrato “eroico” Catellani, finalmente decisivo, finalmente in rete in Serie A. Segno del destino. Segno di attributi corposi. E al tifoso, alla fin fine, ciò basta e importa. Così come importa la classifica. A tre turni dalla conclusione del girone d’andata, il Catania finisce l’anno all'ottavo posto, toccando quota 22, a 10 lunghezze dal terz’ultimo posto, se proprio vogliamo far riferimento all’obiettivo minino prefissato a inizio stagione. Un successo che ha genitori certi: Pulvirenti, Lo Monaco e Montella. Lo si intuiva in estate che questo potesse essere il miglior organico approntato dalla società di Torre del Grifo, e il campo finora pare dimostrarlo. Giocatori d’esperienza e classe come Legrottaglie o Almiron hanno permesso ai Bellusci e ai Lodi di turno di crescere con serenità. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Qualche dubbio in più sussisteva su Montella, ma anche in questo caso i risultati parlano chiaro. E non solo. Il Catania ha un gioco, nel senso che gioca a calcio (cosa che non capitava spesso...), ha un’anima. E la partita di oggi ne è il compendio.

Montella, idea iniziale non brillantissima, cambi azzeccati
Un allenatore non deve solo essere bravo, avere talento, idee, personalità, tutte doti che Montella ha mostrato finora a Catania. Un allenatore deve anche essere fortunato. E l’Aeroplanino lo è. Non si potrebbe, altrimenti, rimediare a una gara giocata sventatamente per più di un’ora come quella odierna di Parma. Francamente, non ho capito assolutamente per quale benedetto motivo il tecnico rossazzurro si sia avventurato in evoluzioni e contorcimenti tecnico-tattici similari, all’indomani di una supergara come quella giocata contro il Palermo. Montella ha voluto stravolgere tutto, tornare al 3-5-2 pur non disponendo di Spolli e ben sapendo come Izco fosse in condizioni precarie. Non solo, ci ha messo l’asso, spostando Marchese al centro e reinserendo dopo tempo immemore Capuano sulla corsia sinistra. Decisioni veramente improvvide che hanno reso la già non impermeabilissima difesa etnea un autentico poligono di tiro per i veloci e tecnici attaccanti ducali. A gente come Giovinco, Biabiany e Floccari non puoi concedere le praterie concesse da Legrottaglie e compagni. Il secondo e il terzo gol subiti dal francese e dall’ex genoano non stanno né in cielo né in terra in massima serie, con giocatori che si fanno 40 metri palla al piede per poi fare l’assist o andare a concludere in solitudine. Il primo, invece, è un classico gol subito dal Catania: cross al centro, Izco non segue Modesto, Andujar non esce nemmeno morto, e il giocatore avversario insacca da due metri, indisturbato. Sul reparto difensivo ci sarà da lavorarci a gennaio, perché i numeri dicono sia da sistemare. Si prendono troppi gol. E bisognerà lavorarci con le idee chiare. Montella vorrà continuare sul 3-5-2? Ebbene, servono due esterni che possano costituire un’alternativa credibile a Izco e Marchese. Inoltre, ci vuole un centrale. Si vuole tornare al 4-3-3 di prammatica? Gli esterni, allora, in genere ci possono stare, magari ne basterebbe solo uno a sinistra (questo Capuano da troppo tempo non si discosta dal 4 fisso quando scende in campo) e un ulteriore centrale. Sinceramente, on avrei mai lasciato in panchina Alvarez dopo la grande gara disputata con il Palermo. Avrei mantenuto la difesa a 4, nella quale Bellusci rende meglio, lasciando Marchese a sinistra. O, al limite, se proprio il 3-5-2 non si poteva evitare, meglio Potenza in mezzo e lo stesso Marchese a sinistra, dato che ancora una volta ha dimostrato che da centrale non può offrire un rendimento nemmeno passabile. Troppi esperimenti, obiettivamente, quando bastava lasciare tutto com’era e inserire il solo Sciacca, peraltro assai deludente oggi, al posto dello squalificato Delvecchio. E meno male che in mezzo giocatori come Almiron o Lodi (malgrado l’errore che genera il secondo gol parmense) riescono sempre a trovare qualche ideuccia buona. Lo stesso Barrientos, non supportato da Gomez, dopo un buon avvio si è spento, lasciando troppo solo il solito combattivo Maxi Lopez. Si è visto subito nella ripresa, che i correttivi rappresentati dal “papu” (rigore procurato), Ricchiuti e Catellani hanno cambiato in meglio il volto della squadra. Riassumendo: Montella ha sbagliato la formazione iniziale, senza alcun dubbio, ma ha saputo rimediare da ottimo allenatore. Aggiungendo alla ricetta quel pizzico di buona sorte in più che non guasta. Tutte virtù che pare non avere Colmba, in vena di regali tattici, non avendo saputo rispondere alle mosse dell'Aeroplanino.Tutto bene quel che finisce bene.

Buon Natale e felice anno nuovo
Si conclude un annoi sicurametne positivo per il Catania, e chissà cosa ci riserverà il futuro. Le premesse appaiono buono, basta seguire con serenità la squadra e supportare una società che indubbiamente sta facendo bene. Probabilmente gennaio, come ha fatto capire Lo Monaco, ci porterà via Maxi (Milan, Marsiglia, Fulham o Genova) e qualcun altro (bisogna sfoltire) tipo Sciacca (Fabietto deve giocare con continuità). Ma, al di là di ciò che succederà, bisognerà finalmente mostrare il segno dell’avvenuta maturazione. E non parlo solo della squadra. Mi riferisco all’ambiente. Troppo spesso ancora sento e leggo, dopo un paio di risultati negativi il classico “semu ‘nda B” oppure, all’indomani di qualche bel filotto di risultati, “ast’annu iemu in Champions”. L’equilibrio, quello dobbiamo trovare. Basterebbe poco. Buon Natale, buon anno e... Let’s go, Liotru, let’s go!!!


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