Opinioni

Sorren...Tofoli!

Di Max Licari

14/05/2023 9:39

L'arbitro Pizzi di Bergamo in azione oggi al "Massimino"

Catania sotto tono, buon Sorrento, arbitraggio da Terza Categoria

Sgombriamo subito il campo: il Catania perde la sua prima gara interna stagionale innanzitutto a causa di una prestazione al di sotto degli standard cui ha abituato i propri supporter. Si è visto fin dal primo minuto come la ben disposta compagine sorrentina, pur detenendo valori tecnici assoluti sicuramente inferiori, fosse nettamente più in palla, più pronta, più vivace. Il vantaggio di aver vinto il campionato all'ultima giornata, sottolineato giustamente da Ferraro, Lodi e Vitale a fine match, rispetto a un Catania già seduto sugli allori (e ben 31 punti di divario) da un paio di mesi, ha pesato... e non poco. Tuttavia, rimaniamo convinti che, nell'ambito di una partita bloccata e povera di emozioni, il risultato finale si sarebbe assai probabilmente attestato sul più classico degli zero a zero se non fosse intercorso un clamoroso errore in combutta fra il disastroso arbitro Pizzi, nettamente il peggiore visto a Catania negli ultimi anni, e l'altrettanto improvvido primo collaboratore di linea, incapaci di cogliere (da non più di un metro, nel caso di quest'ultimo) un vistosissimo fallo di mano di Petito (le immagini risultano chiare, il braccio dell'attaccante rossonero è altissimo) che, poi, conduce al gol di Scala. È l'episodio che indirizza la gara, considerate le veementi (e giustificate) proteste di tutto il Catania e, in particolare, di Lorenzini (direttamente coinvolto nell'azione incriminata), il quale finirà per farsi espellere, lasciando i propri compagni in inferiorità numerica dal 73'. Un errore inconcepibile, "difeso" con disarmante cocciutaggine dagli ufficiali di gara, che anche dopo il triplice fischio continuano a "rassicurare" gli inviperiti Ferraro, Lodi e Biagianti sulla supposta bontà del loro operato. Scene che nemmeno in Terza Categoria... Come suggerisce il titolo dell'editoriale, forse il direttore di gara avrà equivocato la designazione, supponendo di trovarsi al Palacatania a dirigere una partita di pallavolo della Saturnia del nostro amico Luigi Pulvirenti oppure il collaboratore di linea avrà scambiato Petito per il celebre palleggiatore della Nazionale dei Fenomeni, Paolo Tofoli... Il raddoppio a tempo scaduto di La Monica (capocannoniere dei suoi), che chiude il match e gran parte delle speranze di qualificazione dei rossazzurri, non può fare alcun testo, essendo il Catania (peraltro imbottito di attaccanti puri) generosamente sbilanciato in avanti alla ricerca di un improbabile pareggio. Adesso, oltre a onorare comunque la sfida di mercoledì a Brindisi (vincitore dello spareggio con la Cavese), giocandosi le residue chance di passaggio del turno (dovrebbero però verificarsi condizioni davvero imprevedibili...), è necessario focalizzare l'attenzione sul futuro, sul prossimo campionato. L'obiettivo primario è stato centrato, l'unico che contasse davvero. E tale merito non può essere inficiato da una partita sfortunata, sebbene sappiamo tutti come ci si tenesse a vincere lo scudetto di categoria. Pertanto, sulla base di questo felicissimo pregresso, tutto l'ambiente rimane in attesa di solleciti messaggi, chiari e costruttivi, su strategie, eventuali conferme o naturali addii, programmi, progetti. Come finora sempre garantito da questa società.

Catania poco reattivo in mezzo e bloccato sulle corsie laterali

Che Ferraro fosse orientato a schierare la formazione titolare del momento, al netto delle pesanti assenze di Somma e Chiarella, non sussisteva alcun dubbio. Che il 4-3-3 speculare del Sorrento di Maiuri potesse mettere in difficoltà fin da subito Lodi e soci, soprattutto nella zona mediana del campo, dove la lucida regia di Herrera, il pressing di La Monica e Cuccurullo, congiunti ai raddoppi sulle fasce dei due Todisco su Badje e Scala, impediscono lo svolgimento delle solite trame ai compassati Rizzo e Lodi, bloccando sul nascere le incursioni di Russotto e De Luca sugli esterni, non poteva prevedersi alla vigilia. I campani non si rendono particolarmente pericolosi, ma di certo disinnescano il maggior peso qualitativo delle individualità etnee. In tutto il primo tempo, si contano solo un buon colpo di testa di Sarao e una battuta di Scala dalla distanza deviata sul palo da Bethers. Nella ripresa, Ferraro tenta di cambiare qualcosa tatticamente, inserendo al 54' Palermo e Forchignone per Castellini e De Luca, passando a una sorta di 4-3-2-1 con Russotto e il ragazzo neoentrato dietro a Sarao e Rizzo al centro della difesa. La gara rimane equilibrata, malgrado il Sorrento si faccia preferire in ripartenza. Al 73', dopo che Pedicone ha rilevato Boccia, il fattaccio già descritto. Un "pasticciaccio brutto" cui non avremmo mai voluto assistere. Il tecnico etneo, in inferiorità numerica, tenta il tutto per tutto, affidandosi a Litteri e Jefferson, ma la gara è indirizzata e segnata, al di là della rete finale siglata da La Monica, un ragazzo veramente interessante, mezzala d'inserimento all'undicesimo gol stagionale (un pensierino?). Un peccato, sì, ma lungi da noi indulgere in drammi e catastrofi. Questo gruppo merita coerenza, onestà intellettuale e rispetto. Da tutti.

40.000?

Una riflessione, in ogni caso, corre obbligo proporla. Al netto delle legittime considerazioni relative al meteo non eccezionale (ma per nulla inclemente), alla Festa della Mamma, alle cerimonie religiose, alle impossibilità lavorative o legate allo stato di salute, al numero di abbonamenti acquistati "a prescindere" da fratelli rossazzurri residenti al Nord o all'estero, il dato riguardante l'affluenza al "Massimino" per una gara di tale importanza si attesta intorno alle 6.500 unità. Una "risposta" che dovrebbe far riflettere e stimolare un dibattito serio e fondato su statistiche reali in merito all'eventuale capienza di un nuovo stadio a Catania. Il presidente Pelligra, "gasato" dai fasti delle gare promozione, si è naturalmente un po' lasciato andare, ipotizzando cifre intorno ai 40.000 spettatori. Ebbene, il ritorno al cosiddetto "zoccolo duro", quello sempre presente dalle tragedie "carpiane" in giù, dovrebbe consigliare un serio approfondimento di tale tematica, scevro da pregiudizi "diminutivi" o "accrescitivi", lontano da aprioristiche "bocciature" così come da facili accensioni mistiche, ma fondato unicamente sulla realtà dei fatti. Intanto, approntiamo con serietà questa trasferta di Brindisi in programma mercoledì e cerchiamo di chiudere in bellezza questa stagione comunque trionfale, al di là di come vada a concludersi effettivamente il triangolare della Poule Scudetto. Let's go, Liotru, let's go!!!


Max Licari . Per CalcioCatania.com è autore di 358 articoli