Opinioni

Zunigamente iella

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30/11/-0001 12:00

Bergessio esordio in rossazzurro

Cholo, la mano si vede
Il Catania ha disputato una buona partita, considerato che si giocava nella "tana" della seconda in classifica, seppur "limitata" dalla stanchezza susseguente all'impegnativo turno di ottavi di finale di Europa League giocato giovedì scorso contro il Villareal di Giuseppe Rossi. Ha perso, sì, ma senza meritarlo. Il punto è che questa squadra non segna nemmeno, come si dice dalle nostre parti, "a coppi 'i lignu". E in relazione a tale deficit di mira, mi pare, nessuna colpa specifica possa adossarsi al Cholo. La realtà inconfutabile è che adesso il Catania ha una parvenza di squadra vera. Ha un'anima, al di là delle scelte contingenti dell'allenatore, alcune anche clamorose e discutibili come l'esclusione iniziale oggi "inflitta" al miglior giocatore etneo, al secolo Maxi Lopez (un'esclusione che gli servirà, alla grande. Questa è una scelta da allenatore vero, che non guarda in faccia nessuno; ne ricordo, per esempio, alcune comminate al "dominator" Mascara da Zenga e Miha...). I rossazzurri paiono compatti, ben messi in campo, lottano e non rinunciano mai a proporre gioco, come testimoniato dai due ultimi secondi tempi condotti all'arma bianca contro Lecce e, appunto, Napoli. Ma non si segna, non si segna se non a seguito di estemporanee prodezze come quelle di Lodi o sporadiche inzuccate su calcio piazzato (Silvestre docet). E non buttando la palla in buca, non si fanno punti. Lapalissiano. E' questo il problema più rilevante del Catania, al momento. Tuttavia, rimango fiducioso, analizzando la prestazione complessiva dell'undici rossazzurro, perché prima o poi, continuando su questa strada, si dovrà ottenere la meritata ricompensa, anche in trasferta, dove il Catania continua a mantenere un rendimento disastroso (soli 4 punti conquistati, frutto di 4 pareggi). Francamente, non riesco a comprendere le critiche a Simeone. E parto dai numeri. Il trainer argentino è giunto un mese fa al capezzale del Catania con la squadra a 2 punti dal terz'ultimo posto; dopo 6 gare la stessa squadra, al di là dei risultati, si trova a 3 punti dal medesimo terz'ultimo gradino della classifica. Tutti erano concordi sul fatto che il Catania giocava malissimo, non aveva coraggio, segnava poco e incassava molto; e lo testimoniano le parole dello stesso ex Mascara non più tardi di qualche giorno fa. Non erano invenzioni giornalistiche, né ubbie da tifoso incallito, ma riflessioni reali dello spogliatoio rossazzurro e della dirigenza. Simeone è giunto dal Sudamerica senza aver "fatto" la squadra, "ex abrupto", al fine di cercare di portare in salvo il salvabile e programmare un futuro migliore. Ebbene, adesso il Catania gioca sicuramente meglio, va all'attacco anche con 10.000 punte (ricordate le partite giocate con un Maxi desolato e desolante?), ha carattere (ha chiuso il Napoli nella propria area nell'ultima mezzora di partita oggi al "San Paolo") e rimane sempre più o meno alla stessa distanza dalla zona calda, con in più la consapevolezza e la speranza concreta di poter compiere il famoso salto di qualità. E cosa sento: gli stessi che volevano tagliuzzare con il machete Giampaolo, adesso sputano veleno su uno che ha meno colpe di San Francesco d'Assisi!!! Ogni allenatore ha le sue idee, ovvio. E Simeone ha le sue. Oggi ha preparato la partita in un certo modo, e lo ha spiegato abbondantemente nel postgara (primo tempo "tosto" a far stancare il Napoli con una formazione dinamica a centrocampo e in attacco -leggasi Martinho e Bergessio- ripresa a "rompere" inserendo Maxi Lopez e Morimoto), e per poco non gli andava bene. Se, infatti, si può invocare la buona sorte in occasione del rigore fallito dal "matador" Cavani al 10' (penalty che in Italia non si fischia mai, ma questa è un'altra storia), non si può dire che la fortuna sia stata amica dell'Elefante nell'azione del fortuito gol di Zuniga, viziato in partenza da una clamorosa rimessa laterale "invertita" dallo scandalosamente inadeguato collaboratore di linea di Gava, Ayroldi (lo stesso che aveva indotto l'arbitro a fischiare il rigore per una veniale "trattenutina" di Marchese su Sosa), e "aiutato" da una mancata chiusura di Schelotto sullo stesso laterale colombiano. E, se proprio vogliamo parlare di "fortuna", che peccato che i rossazzurri siano sempre "sfortunati" con Gava, il quale ha negato due chiari rigori agli etnei (falli in piena area su Ledesma e Spolli). Ma anche questa è un'altra storia, storia che parte dai pianti del sempre lacrimoso Mazzarri, dalle incredibili "panholade" a oscurare sputi evidentissimi, dalle battute del simpaticissimo De Laurentiis et similia. Io penso che oggi Simeone abbia avuto "un'idea" della partita e l'abbia sviluppata con estremo coraggio, se si considera l'esclusione di Maxi e il "lancio" di Bergessio dal primo minuto. E ritengo che, a differenza della gara interna con il Lecce, pur vinta, alcuni giocatori si siano espressi meglio. Grandissimo Silvestre su Cavani, da dominatore. Meglio Spolli, meglio Ledesma (ma ancora siamo lontani da standard ottimali), meglio Lodi, meglio Morimoto. Un po' peggio Schelotto da esterno di centrocampo, ma ci sta. Male Marchese, troppo ingenuo e palesemente inadeguato alla categoria dal punto di vista tecnico (ma, chiediamoci, se gioca lui e non Alvarez, in che condizioni fisiche versa il mitico "comu finiu"?). E, soprattutto, bella e coraggiosa la scelta delle tre punte.

Ripresa benaugurante
Si dovrà ripartire da lì, dal tridente, dall'ultima mezzora, davvero convincente. Le scelte in corsa di Simeone mi sono piaciute: coraggio a tutto spiano. Il Catania ha chiuso nella sua area il Napoli e fallito tre occasioni da rete (Morimoto, Bergessio e Maxi Lopez). Errori, vero, ma anche sfortuna. Molte volte si sbaglia e si segna: che si stia vivendo una stagione poco baciata dalla buona sorte lo si vede pure da questi particolari. Tuttavia, il Catania ha mostrato personalità, cosa che non era successa in passato nelle gare in trasferta. Oltre tutto, Simeone ha cambiato modulo in corsa, a seconda delle esigenze della partita: 4-2-3-1, 4-4-2, 4-3-3. E con risultati consoni allo svolgimento della stessa. Il Napoli, in pratica, a parte il gol fortuito e una legnata dai 20 metri di Hamsik ben parata in corner da Andujar, non ha fatto un tiro in porta. Pertanto, eviterei di "tartassare" e cercherei, contestualmente, di sostenere questa nuova linea, sperando che porti i frutti sperati. Le premesse sembrano esserci, dopo tutto. Del resto, appare chiaro, chiarissimo come, purtroppo, le cose non siano andate per il verso giusto quest'anno e che ci sarà da lottare fino in fondo; il Cholo è stato chiamato per questo. Siccome ci siamo abituati (non vedo differenze rispetto al passato), rimbocchiamoci le mani e lottiamo. Solo nella seconda stagione di Zenga, d'altronde, il Catania si è salvato con largo anticipo; per il resto, lancia in resta e sofferenza a iosa, fino a 5' dalla fine. Mettiamocelo in testa e combattiamo. Poi, a fine stagione, a bocce ferme e con la Serie A in mano, si faranno tutte le riflessioni del caso e, sono sicuro, la dirigenza non mancherà di provvedere alla "rivoluzione" che necessita per far compiere un reale salto di qualità tecnico e mentale a questa squadra. Si sperava che lo facesse questo gruppo, rodato da una mezza stagione fenomenale con in sella Mihajlovic, ma ci si sbagliava. Ritentiamoci, saremo più fortunati. Sono d'accordo, per carità, con quanti vorrebbero evitare di soffrire come cani e, magari, gradirebbero un'innalzamento della famosa asticella degli obiettivi stagionali. Sono convinto anch'io che il modello vincente per una società come quella etnea non possa in alcun modo essere costituito dalla Reggina (salvezza miracolosa stagione dopo stagione e retrocessione inevitabile, prima o poi), ma quello rappresentato dall'Udinese di Pozzo. Ma siamo agli inizi della "costruzione". Ci vogliono anni e anni. E non tutte le ciambelle riescono con il buco. Quindi, prima v'è da conquistare la salvezza. Tutti insieme. Poi, si "spinge" la società a dimostrare con i fatti che, dal punto di vista tecnico, si vuole fare meglio. Poi.

Bergessio ingiudicabile
Dobbiamo fare come quei commentatori e/o tifosi juventini che dopo la "prima" palermitana di Matri in bianconero, deludente e pregna di errori sotto porta, bollarono l'ex cagliaritano come "bufala" di mercato? Spererei di no. Bergessio ha esordito in una partita difficile, ha dato il suo, ha lottato, ha anche sbagliato un gol, ma mi pare troppo presto per giudicarlo. Facciamogli giocare qualche altra gara, per lo meno... Come caratteristiche, a naso, mi sembra possa benissimo coesistere con Maxi. Anzi, nella ripresa il Catania ha giocato bene con entrambi: il "lavandina" decentrato, la "gallina" nel cuore dell'attacco. L'ex Saint'Etienne svaria molto, Maxi è più centravanti d'area. Non mi pare che le concorrenti nella lotta per la salvezza possano contare su un potenziale del genere. Ma sono discorsi "sulla carta", naturalmente. Aspettiamoli alla riprova. Solo il campo potrà essere giudice infallibile.

Genoa, altra finale
L'incredibile rimonta da 0-3 a 4-3 prodotta dai rossoblù genoani contro la Roma consegnerà al Catania, in occasione del turno casalingo in programma domenica prossima al "Massimino", un avversario sicuramente "gasato". Non, però, con l'acqua alla gola, considerato che le due vittorie di fila conquistate nel "derby della Lanterna" e con i giallorossi capitolini hanno sistemato abbondantemente la classifica del "grifone". Il team di Ballardini e del presidente Preziosi, a quota 35, non rischia nulla, al contrario dei "cugini" doriani (31). Ci sarà, ovviamente, da soffrire, da lottare alla morte, dato che quella genovese è una squadra forte e imbottita di ottimi giocatori (Rafinha, Kucka, Palacio, Paloschi, etc.), ma si potrà (e si dovrà) dimostrare di aver imboccato la strada giusta, disputando una gara tutta grinta, cuore e attacco. Si tratta di un'ennesima finale, da vincere a tutti i costi. La prima parte della pellicola "Salvate il soldato etneo" è andata bene (Lecce); speriamo che accada la stessa cosa in occasione della seconda parte del film. E che accada in uno stadio pieno di sostegno vero, non presunto o presumibile. Let's go, Liotru, let's go!!!

 


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