Imbarazzante. Imbarazzanti.

Delusione rossazzurra...

Delusione rossazzurra... 

Max Licari sul disastro di Messina. Turnover, risposte devastanti. Nessuna sufficienza, mercato unica soluzione...

A casa chi inadatto alla piazza di Catania. Subito!

Imbarazzante. Imbarazzanti. Ricordando il mero titolo del nostro editoriale, si potrebbe chiudere qui l'analisi del disastro di Messina, senza null'altro da aggiungere di minimamente sostanziale. Poi, se proprio anelassimo abbandonarci al puro masochismo pallonaro, potremmo rinvenire ulteriori spunti, tutti beninteso orrorifici, provenienti da questo terrificante match del "Franco Scoglio", ma tutto sommato si può giungere rapidamente a una sintesi: quello che di negativo si pensava di questa squadra fino a un mese fa era "oro colato". Sì, potrebbe disquisirsi accademicamente delle scelte iniziali di Lucarelli, dei cambi in corsa, delle due o tre occasioni clamorosamente fallite dagli improvvidi "avanti" etnei, del madornale errore di Silvestri (non il primo, a dirla tutta...); tuttavia, il succo rimane invariato, e lo esprimiamo nel nostro glorioso idioma, figlio di Giacomo da Lentini e Giovanni Meli, Giovanni Verga e Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri: "n'arrisuttau"... Non è "risultata" l'equazione di composizione dell'organico, infarcito di troppi elementi inadatti alla nostra piazza. E non è solo una questione tecnica, che sia chiaro. Rifiutiamo di insultare la nostra intelligenza, eventualmente giungendo a pensare che gli elementi di cui sopra possano essere "meno bravi" dei modesti o modestissimi "ammuttapalluni" di categoria presenti nei pur encomiabili organici di realtà simpatiche e meritevoli come Potenza o Cerignola oppure dello stesso Messina, realtà cittadina e storica di rilievo che, purtroppo, vive stagioni di autentica "magra"; no, non è questo il problema. Il problema è che questi giocatori proprio non si sposano mentalmente, caratterialmente, oseremmo dire anche atleticamente, con un ambiente "lavico" come quello etneo. A Catania storicamente possono giocare solo uomini con determinate caratteristiche e attributi; uomini alla Damiano Morra o alla Baiocco, tanto per fare qualche piccolo esempio. Pertanto, la conclusione di questa, ahinoi, "triste storia" relativa al girone d'andata dell'attuale campionato di Serie C, e sottolineiamo "Serie C", non può essere che quella già esperita nel torneo di Serie B 2004/05, quando l'allora dirigenza etnea, dopo aver commesso un errore simile, a gennaio mandò a casa mezza squadra di "grandi nomi", addirittura giocatori da Coppa Campioni e Nazionale del proprio Paese, giunti peraltro a "svernare" alle falde dell'Etna, quali Vugrinec, Fresi, Ferrante, Walem, sostituendola con giocatori dal pedigree più modesto ma assai più funzionali alla causa. Questa l'unica strada per sistemare la stagione attuale e impostare un lavoro proficuo e vincente in vista della prossima. Da questo punto di vista, l'incredibile e meritata sconfitta di Messina potrebbe, addirittura, risultare "salutare", perché forse qualcuno, dopo i primi risultati positivi conseguiti dalla gestione del trainer livornese, avrebbe potuto pure pensare che a questa squadra servisse "poco" per divenire vincente. Non è così. Un team rappresentante Catania che perde a Potenza, a Cerignola, a Messina o pareggia in casa con la Virtus Francavilla non può essere considerato nel suo complesso "adeguato". Tutto qui. Al di là della classifica deprimente (22 punti), del ritardo abissale nei confronti della zona nobile della graduatoria, obiettivo minimo stagionale, della giusta "incazzatura" dei tifosi alla visione dello "scempio" del "San Filippo", dell'ex Emmausso che esulta come avesse vinto la Coppa del Mondo. Al di là di tutto.

Turnover: risposte terrificanti, ma anche alcuni "senatori" non funzionano...

Lucarelli ha fatto capire come la società tenga particolarmente ai quarti di finale di Coppa Italia di Serie C in programma mercoledì sera al "Massimino" al cospetto del Pescara di Zeman. Di conseguenza, ecco "fiorire", più o meno a sorpresa, il turnover esperito dall'allenatore rossazzurro, "inasprito" dall'indisponibilità per infortunio di Bouah e da quella di Sarao, al centro di una trattativa con una società di Serie D (il Trapani?) e, quindi, spedito in tribuna per motivi regolamentari. Ebbene, se Lucarelli desiderava risposte dai vari Livieri, Mazzotta, Zanellato, Deli, Marsura, Dubickas, può tranquillamente mettersi il cuore in pace: obiettivo fallito. E alla grande. Se a ciò aggiungiamo le grandi perplessità generate dalle prestazioni a dir poco insufficienti di qualche "senatore" come Silvestri e Chiricò, nettamente fra i peggiori in campo, si potrà comprendere come il "busillis" sia tutt'altro che semplice da risolvere. È vero, la pochezza tecnica del Messina nel primo tempo non genera particolari pericoli dalle parti dell'estremo difensore ex Pisa, e il Catania fallisce un paio di azioni clamorose con Marsura e Dubickas (con la solita traversa a supporto...), ma sinceramente si vede troppo poco a livello di determinazione e applicazione mentale da parte degli etnei, mentre il 4-3-3 di Modica, pur con tutti i suoi limiti in fatto di qualità, evidenzia grande "garra" e organizzazione difensiva. La verità è che l'approccio al match dei giallorossi è sicuramente più consono rispetto a quello rossazzurro. E ciò si evidenzia a maggior ragione nella ripresa quando, con un paio di cambi più "sbarazzini" (Scafetta e Zunno), il tecnico di casa fornisce maggior dinamismo e pericolosità alle ripartenze della propria squadra. Certo, se Silvestri al 71' non combinasse il disastro che conduce alla rete decisiva di Emmausso, la gara sicuramente si concluderebbe sul risultato "ad occhiali", ma il giudizio complessivo non cambierebbe di una virgola, anche alla luce dell'inesistente reazione del Catania, malgrado l'innesto "pesante" dei vari Zammarini, Bocic, De Luca, Chiarella e Di Carmine. Non un pericolo per il bravo "nonno" Fumagalli e successo meritato per i padroni di casa, fra fuochi d'artificio ed esultanze stile "Camp Nou". Un orrore di partita, nessun giocatore "premiabile" con la sufficienza. La peggiore prestazione stagionale in considerazione dell'avversario affrontato. Da non dimenticare...

Ciao, Stefano!
La domenica pallonara è stata, purtroppo, funestata da una di quelle notizie che non avremmo mai voluto ricevere. Si è spento inopinatamente e prematuramente un Grande del calcio siciliano, Stefano Musumeci, amico fraterno di chi scrive, uomo eccezionale, attaccante sopraffino e allenatore di speciale umanità. Un personaggio di rilevante livello che lascia ricordi indelebili in molte piazze isolane. Un dolore infinito. Le condoglianze più sentite vanno alla famiglia, ai fratelli Carmelo, Alessandro e Fabio, alla moglie Sandrina, alle splendide figlie. Il suo sorriso non morrà mai nel ricordo di chi gli ha voluto bene. E sono in tantissimi ad averlo fatto...

Mercoledì sera autentico "snodo" stagionale
A questo punto, con questi "chiari di luna" la gara di Coppa Italia di mercoledì sera diventa un vero e proprio crocevia in questa finora deludente stagione. Sarà un cimento difficile, perché il Pescara di Zeman è in uno dei suoi "momenti sì", sostanziato da caterve di gol. Pertanto, si tratterà di vedere se i "titolarissimi" avranno forza e voglia di riscattare il disastro peloritano, di fronte peraltro a migliaia di tifosi, l'unico elemento che ha fatto sempre il proprio dovere. Staremo a vedere... Let's go, Liotru, let's go!!!