Varesurrezione

Sontuosa prestazione dell'Arciere a Varese...

Sontuosa prestazione dell'Arciere a Varese... 

Max Licari sulla netta e meritata vittoria di Varese che sfata il tabù trasferta. Nessun trionfalismo e...pedalare!

Finalmente sfatato il tabù trasferta
Alla fine è giunta la prima vittoria esterna del campionato. Mancava dallo scorso maggio a Bologna (fra l’altro inutile) e, in Serie B, della stagione 2005/06, quella della promozione (1-3 al Catanzaro in quel di Lecce). Non solo, per risalire a un rotondo 0-3 targato Catania bisogna risalire alla gestione Colantuono (2002/03, vittoria a Venezia).Un’era fa… Comunque, non meno netto, meritato e quasi per nulla sofferto, malgrado si sia giocato in inferiorità numerica gran parte della ripresa per l’ingenuità del giovane Odjer (peraltro tra i migliori fino a quel momento), si è rivelato questo successo di Varese. E aggiungo: meno male! Considerando i risultati delle dirette concorrenti, questi tre punti racimolati in Lombardia si colorano di platino: le vittorie di Trapani, Latina, Ternana e Crotone, che relegano al momento ancora al terz’ultimo posto il Catania, sarebbero potute divenire letali in caso di mancato “en plein”. Di contro, adesso nel giro di quattro punti, dai "cugini" granata di Serse Cosmi a quota 42 ai 38 dei rossazzurri, “navigano a vista” ben nove compagini; una bagarre pazzesca che non potrà non avvantaggiare chi giocherà con coraggio e determinazione le prossime otto “finali”. Senza contare che, con l’incredibile vittoria di Pescara targata Corvia, il Brescia ipoteticamente (servirebbe un miracolo) si è rimesso in corsa a 31 punti e non regalerà gare "a prescindere" almeno nel prossimo futuro. Qualcuno potrebbe obiettare che la valenza tecnica dell’avversario “abbattuto” sia scarsa. il varese è ultimo in classifica, gravato di problemi societari, penalizzato, “attapirato”, contestato, privo dei giocatori più importanti (Corti, Neto Pereira e Miracoli su tutti) e reduce da quattro sconfitte interne consecutive (ora divenute cinque)… La risposta risulta semplice, oggettiva: tutto vero, però non dimentichiamo che “questo” Catania era stato capace di resuscitare i morti, di raccattare penose figure in qualunque trasferta e di perdere o mestamente pareggiare senza mostrare uno straccio di gioco con formazioni modeste (Entella docet) mancanti degli uomini migliori, da Granoche a Cocco, a Sforzini, tanto per fare qualche nome. Quindi, guardare troppo "al capello", in frangenti similari, sarebbe un errore, anche perché forse è giunto il momento di mettere in campo quel pizzico di entusiasmo in più in grado di spingere i ragazzi in maglia rossazzurra a produrre quell’accelerazione necessaria a salvare una stagione comunque disastrosa e sulla quale la società dovrà fare pieno “mea culpa”, oltre che trarre le inevitabili e trancianti conclusioni “strutturali”. Inutile dire che le qualità, ma questo lo si è sempre saputo, ci sono, in quanto a livello di organico il Catania dispone di giocatori in grado di fare la differenza (tanto per dirne una: il capocannoniere del torneo, a quota 17 reti siglate, Emanuele Calaiò e il vice, ad appena una lunghezza, Riccardo Maniero), fin qui sommersi da un oceano di gravami psicologici e, soprattutto, fisici. Forse, e dico “forse”, il lavoro del preparatore atletico Neri sta cominciando a dare i primi frutti. E se questi corrono, come dimostrato dalle prime due gare della gestione Marcolin, i risultati possono conquistarli con chiunque in Serie B. L’importante sarà continuare su questa strada e, alla buon’ora, centrare un obiettivo ancora utopico in questa stagione: la terza vittoria consecutiva, i nove punti in tre gare che ti possono far schizzare il morale alle stelle. Non è riuscito a Sannino, non è (ancora) riuscito a Marcolin, il quale però avrà a sua disposizione una ulteriore chance sabato prossimo al “Massimino” contro il Trapani. Una gara da non fallire che richiederà l’ausilio del pubblico delle grandi occasioni. E per “grandi occasioni” non intendo Catania-Juve o Catania-Milan, ma quegli “snodi” in cui si affrontano formazioni “pari grado” e in concorrenza diretta per i medesimi obiettivi, momenti cruciali che in passato la gente di Catania ha “bagnato” con il supporto autentico della fede incrollabile.

Ancora il 4-3-1-2…
Procedo dalla considerazione fatta nel mio commento post Catania-Avellino: quattro vittorie nell’era Marcolin, quattro partite giocate con il 4-3-1-2. Da cosa gli sia venuto in mente di cambiare modulo a una squadra che, evidentemente, era stata “ricostruita” a gennaio su questa base, lo può sapere solo lui. Si è trattato di un chiaro errore punito dai risultati e dalle prestazioni e confermato dalle ultime due, fondamentali gare portate a casa. Il dato positivo è che il tecnico etneo ne abbia finalmente preso contezza, seppur con l’acqua alla gola di una classifica disastrosa e nell’ambito di una partita (quella con i “lupi” irpini) da “dentro o fuori” capace di deciderne il destino, e che sia ritornato sui suoi passi, magari “confortato” da test atletici sicuramente meno avvilenti e dal recupero o inserimento definitivo di alcuni elementi importanti come Del Prete e Odjer. Il laterale difensivo ex crotonese, sia contro i campani, sia a Varese si è rivelato fra i migliori per attitudine e rendimento, garantendo copertura e spinta sulla destra, in ciò favorendo il ritrovato Sciaudone, non a caso leggermente in ripresa contro l’Avellino e decisamente più in palla al cospetto dei biancorossi di Bettinelli. Il mediano ghanese, colpevolmente "promosso" in ritardo, all’indomani dell’infortunio di Coppola, al posto del deludente Escalante, al netto delle ingenuità e dell’irruenza giovanile tipiche dei calciatori africani che lo hanno condotto a un’evitabile espulsione per doppio “giallo” potenzialmente in grado di condizionare l’andamento del match, a mio parere è al momento fra i migliori per corsa, personalità (ricordiamo che si tratta di un diciottenne…) e capacità di verticalizzare, quasi sconosciuta al prettamente difensivo Rinaudo; ne è dimostrazione l’azione del raddoppio di Castro, nata da una sua rasoiata filtrante ben rifinita da Maniero e Calaiò. In ogni caso, pur dovendo affrontare un avversario inferiore e incapace strutturalmente di mettere in difficoltà i Terracciano, i Ceccarelli, gli Schiavi, tutto il Catania ha ben giocato in terra lombarda; dai già citati Del Prete, Sciaudone e Odjer al trio d’attacco Castro-Maniero-Calaiò, a conferma della bontà della scelta dell’allenatore di confermare il modulo a trazione anteriore. L’argentino non ha offerto una prestazione scintillante in fase d’appoggio alle punte, ma ha avuto il merito di sacrificarsi e di trovare l’inserimento vincente del 2-0 che in pratica ha chiuso la partita già nel primo tempo; l’ex pescarese mi è piaciuto particolarmente per la gran voglia di lottare (ha fatto sostanzialmente il terzino per tutta la ripresa, dopo il “rosso” rimediato da Odjer), per il primo gol “scacciafantasmi” da grande opportunista sotto porta e, in special modo, per gli abbracci convinti elargiti a Marcolin dopa la rete e all'atto della sostituzione nel finale, dimostrazione di attaccamento all’uomo che non può non far ben sperare per il futuro; addirittura sontuosa giudico la prestazione dell’Arciere, non solo per lo splendido gol dal limite all’incrocio dei pali siglato in inferiorità numerica, ma per la qualità, da uomo squadra, messa in campo al servizio dei compagni, da vero capitano. I cori di fine gara "regalati" alla squadra dalla cinquantina di supporters presenti a Varese, finalizzati a sollecitare il medesimo impegno in tutte le partite e indicanti l’apprezzamento per lo spirito di sacrificio messo in campo, devono suonare come ulteriore sprone per il difficile finale di torneo. Non dimentichiamo che, in ogni caso, a otto giornate dalla fine, il Catania sarebbe retrocesso direttamente…

Partita decisiva per il rilancio psicologico
Ho già sottolineato l’importanza del match con il Trapani al “Massimino”. Una gara da vincere a tutti i costi per porre un’ottima base per la salvezza diretta e rilanciarsi definitivamente sotto il profilo del morale. Si tratterà di un cimento assai difficile, contro una formazione in salute, euforica per la vittoria sul Frosinone e ancora imbattuta con Serse Cosmi in panca. La vecchia volpe umbra sicuramente vorrà fare uno scherzetto all’Elefante e giungerà a Catania con mille motivazioni. Pertanto, ci sarà da lottare dal primo all’ultimo minuto, nell’ambito di una festa di sport nobilitata dal sicuro “sbarco” a Catania di un congruo numero di “cugini” lilibei, tradizionalmente ben accolti alle falde dell’Etna. Come detto, il pubblico sarà determinante, ci si attende uno stadio strapieno… Mancherà il ragazzo ghanese, assenza importante, ma rientrerà Rosina. Vedremo che scelte farà Marcolin. Fondamentale sarà continuare sulla strada del coraggio: le partite si vincono giocandole e, a volte, anche rischiando... Let’s go, Liotru, let’s go!!!