Vuci da Tribbbuna. Le frasi esilaranti della domenica

Tifosi rossazzurri

Tifosi rossazzurri 

Le voci della tribuna le senti, ma non hanno volto. Un medico, un pisciaru, un disoccupato, chi le avrà mai pronunciate?

Le voci della tribuna le senti, ma non hanno volto. Un medico, un pisciaru, un disoccupato, chi le avrà mai pronunciate? Non puoi saperlo. Ma arrivano sempre puntuali, da commento, mentre guardi la partita. Hanno la chirurgica precisione dei ritardi dei bus cittadini ed una fantasia da far invidia al miglior poeta. Le voci della tribuna hanno soprattutto la semplicità che è nipote di verità e madre di saggezza; hanno la vitalità e la potenza immaginifica di ogni verace e vorace dialetto. Divorano e intuiscono, in anticipo, il senso più vero delle cose e lo svelano sempre con il sorriso.

Ecco alcune espressioni pittoresche (talvolta inclementi ed ingiuriose) raccolte dalle tribune del Massimino in occasione di Catania-Chievo e Catania-Genoa:

Catania-Chievo 2-0

All’ingresso della tribuna, un tifoso propone una drastica quanto suggestiva soluzione per rilanciare la squadra:
“I iucaturi hanna stari nto l’eremo do parrinu a Troina, senza wi fi, zite, accussì a ruminca sputunu sangu”.
I giocatori dovrebbero stare nell’eremo del frate a Troina, senza wi fi, fidanzate, così la domenica sputano sangue.


Mentre il clivense Pellissier s’appresta a battere un fallo laterale, un tifoso viene colpito dalle fattezze anatomiche del giocatore, per lui abbastanza grandi, e lo fa presente ai compagni di tribuna:
“Chistu avi na test’i bummulu…”. Questo ha la testa di un'anfora.


Catania-Genoa 1-1

Mentre l’ex Lodi si prepara a tirare un calcio di punizione insidioso, un supporter gli augura sadicamente un atroce dolore:
“Fozza ca ti scoppia l’ugna”. Spero ti scoppi l’unghia del piede.

Il centrocampista rossazzurro Tachtsidis vive un inizio di stagione difficile e qualcuno ne sospetta, sentenzioso, influenze negative:
“Chistu è na sbintura”. Questo è una sventura.

Un tifoso probabilmente coglie una crisi filiale di Gilardino, tanto da rassicurarlo gridandogli con tutto se stesso:
“Giladdino, taa pà è Prandelli”. Gilardino, tuo padre è Prandelli – ricordandosi dello speciale legame tra il giocatore genoano e l’attuale CT azzurro.