Vittoria che non sorp...Rende!

Manneh e Silvestri, chi ben comincia...

Manneh e Silvestri, chi ben comincia... 

Max Licari sull'esordio degli etnei a Rende. Successo da squadra matura, malgrado le difficoltà. Bene i giovani Baraye e Manneh.

L’inizio giusto dopo un’estate “horror”
Se il buongiorno si vede dal mattino, questo sarà il campionato della definitiva risalita. Il Catania ha vinto al “Lorenzon” contro una formazione tosta e proveniente da tre vittorie nelle prime tre partite disputate, da squadra matura, sapendo soffrire lo scontato gap agonistico con l’avversario e colpendo con cinismo al momento giusto, in virtù di un’innegabile superiorità tecnica. Insomma, i rossazzurri di Sottil hanno esordito in campionato, seppur in ritardo, da grande squadra, da logica favorita di un girone meridionale sempre difficile e complicato da gestire sotto il profilo ambientale. Ciò non significa, attenzione, aver dimenticato tutto lo scempio cui società, team e tifosi sono stati sottoposti durante questa paradossale estate in cui “pupari”, pseudodirigenti da commedia dell’arte, giustizia sportiva schizofrenica e financo un Tar che, caso più unico che raro, smentisce sé stesso hanno dato una precisa rappresentazione di ciò che è il calcio italiano del secondo millennio, un “teatrino del Caos” in cui vale tutto e il suo contrario, in cui l’unica certezza è l’arbitrio. Significa, invece, aver finalmente dato un senso a ciò che il pallone dovrebbe essere sempre: rettangolo verde, sudore, giocate, adrenalina, entusiasmo per una vittoria o delusione per una sconfitta. La gente vorrebbe che fosse solo quello, purtroppo in Italia non lo è. Magari lunedì il Tfn darà (come non potrebbe non essere, a norma di legge) ragione al Catania e verrà disposto il ripescaggio degli etnei in B, ma in ogni caso questa maschia partita di Rende avrà avuto un senso nell’indicare a Sottil quale sia lo “stato dell’arte” e quale sia la strada tecnica migliore da intraprendere per l’immediato prosieguo della stagione agonistica, qualsivoglia sia. Era necessaria, anche per non perdere ulteriore tempo e terreno in caso di conferma della categoria, e bene ha fatto la società a dare l’assenso alla disputa del match. Un atto di responsabilità che non inficia in nessun modo l’eventuale reintegro in B (l’Entella si trova nella stessa situazione), ma che fa comprendere quanto ferrea sia la volontà del Catania di perseguire l’obiettivo del ritorno nel calcio che conta. Bisognava ripartire, cominciare a mettere fieno in cascina e benzina nel serbatoio, non far scappare supposte “lepri”, dare un segnale chiaro di forza e consapevolezza. Non si può dire che il bersaglio non sia stata centrato, sebbene le previste difficoltà si siano ben presto manifestate e la strada si presenti naturalmente lunga e tortuosa. Del resto, pensare che il Catania, la cui ultima partita “vera” (la splendida vittoria in Coppa Italia contro il Verona di Grosso) è stata disputata il 12 agosto, potesse andare via “liscio” come se nulla fosse al debutto assoluto in campionato (seppur contro un avversario inferiore) al 29 di settembre era pura utopia. Inoltre, l’assenza di tre giocatori importanti come Ciancio, Llama e, soprattutto, Marotta (squalificato) non poteva passare inosservata, malgrado il Catania abbia certamente un rosa ampia in grado di sopportare anche defezioni di peso. Basti pensare, tanto per dirne una, che nel 4-2-3-1 tipicamente adottato da mister Sottil il sostituto dell’ex senese, decisivo nella citata gara di Coppa al cospetto degli Scaligeri e già idolo del tifo rossazzurro, è “solamente” il capocannoniere della scorsa stagione, Curiale. Pertanto, prendiamoci con soddisfazione questi primi tre punti, godiamoci i bei gol di Manneh e Silvestri e proiettiamoci con la dovuta concentrazione verso il “tour de force” cui, al di là di tutto, saremo sottoposti da qui al prossimo mese. Ci sarà da pedalare…

Indicazioni per Sottil
La formazione schierata nel primo tempo dal tecnico ex siracusano ricalca il percorso cominciato nelle amichevoli estive e proseguito nelle vittoriose gare di Coppa Italia agostane. Unica sorpresa, l’accantonamento di Bucolo, mediano di sostanza fin qui sempre impiegato nel 4-2-3-1 d’ordinanza, in favore di Rizzo. Modesto, dal canto suo, mette in campo la formazione annunciata, preferendo inserire Viteritti e Blaze sulle corsie laterali del suo 3-4-3 e affidando a Vivacqua il ruolo di punta centrale in luogo dell’infortunato Actis Goretta. Piace l’inizio propositivo del Catania che, con un ispirato Manneh, prima fallisce il vantaggio da due passi rispetto alla porta di Savelloni e poi, al 12’, non perdona lo stesso estremo locale con un tap-in ravvicinato susseguente a una bella imbucata di Lodi deviata da Curiale quel tanto che basta per mettere fuori causa la difesa calabra. Una notevole iniezione di fiducia per il ragazzo gambiano, autentico pupillo di Sottil, comunque chiamato quest’anno alla definitiva consacrazione nel suo ruolo di esterno mancino avanzato. Tuttavia, con il passare dei minuti, la miglior “gamba” e la maggior predisposizione agonistica dei padroni di casa, trascinati dal centrocampista ventenne Awua (migliore in campo e interessantissima rivelazione di questo primo scorcio di torneo), cominciano a metter in grosse ambasce i rossazzurri, in specie sulla corsia laterale sinistra difensiva, dove Scaglia (in evidente ritardo atletico) viene spesso messo in mezzo da Viteritti e Gigliotti. Non per nulla, prima Rossini e poi lo stesso Viteritti si rendono parecchio pericolosi in area etnea, fino all’ineluttabile pareggio di Awua: al 30’ il ragazzo in maglia biancorossa taglia centralmente la mediana di Sottil, sciroppandosi indisturbato ben 40 metri di campo e piazzando un diagonale preciso cui Pisseri non sa opporsi. Gol meritato dai locali e Catania in difficoltà dinamica a centrocampo dove Biagianti e Rizzo appaiono lontani da una condizione accettabile. Naturale che il Rende “rischi” di passare in vantaggio con Gigliotti (bravo il portiere catanese) e Vivacqua, protagonisti di occasioni assai invitanti, sventate grazie anche alla prontezza di Aya e Silvestri, veri e propri gladiatori dell’area di rigore. Risulta evidente come Sottil debba porre rimedio a tale deficit dinamico e, puntualmente, nella ripresa l’allenatore etneo pone mano alle indispensabili e sollecite sostituzioni, dimostrando la lucidità e la reattività del caso: già al 55’ dentro Bucolo per Biagianti e Baraye per Scaglia. Saranno i cambi decisivi. Il mediano catanese ridona sostanza atletica e “cattiveria” al centrocampo e il terzino senegalese risulterà probabilmente il miglior rossazzurro in campo dell’intero match con le sue sgroppate e la sua tenuta difensiva. Da questo momento in poi, stop alle incursioni di Viteritti (sostituito al 66’ da Modesto) e soci; il Rende si placa, complice anche l’inevitabile calo fisico, e il Catania riprende in mano la situazione. Con dentro anche Vassallo (per Manneh) e Brodic (per Curiale), l’undici rossazzurro si riaffaccia con maggiore continuità nei pressi dell’area avversaria fino al sinistro dal limite di Lodi che costringe Savelloni alla difficoltosa respinta in corner, dal quale al minuto 81 Silvestri trova l’incornata vincente. Rilevante annotare come il Catania, non solo da lì alla fine, ma in genere durante tutta la ripresa, non abbia mai concesso occasioni pericolose ai padroni di casa, segno come la squadra, anche nelle difficoltà, abbia la maturità di gestire con tranquillità il gioco. Proficue, a nostro parere, le indicazioni per il tecnico: l’impianto di gioco c’è; il modulo pare funzionale alle caratteristiche dei giocatori, in specie del trequartista Lodi (non molto continuo, ma spesso decisivo quando in possesso di palla); buona la personalità dimostrata; molto bene i difensori centrali e i due giovani Baraye e Manneh; indispensabile, al momento, Bucolo; un po’ in ritardo (ma si tratta di elementi importanti che potranno implementare la condizione solo giocando) Scaglia, che comunque potrebbe essere impiegato in posizione più avanzata, Biagianti, Rizzo, Barisic e Curiale. La sensazione è che questo 4-2-3-1 possa essere l’abito su misura cucito addosso a uno come Marotta, le cui caratteristiche di fisicità e mobilità avranno modo di manifestarsi come imprescindibili. Ma dovrà essere il campo a confermarlo. Alla prossima…

Un segno del destino?
E la prossima non sarà banale (al netto delle decisioni del Tfn): la Vibonese al “Massimino”, quella Vibonese protagonista la scorsa stagione di un lungo iter giudiziario contro una decisione poi dimostratasi errata da parte della giustizia sportiva. Quasi un segno del destino. I neopromossi calabresi non costituiscono certo un “top team” per la categoria, ma non dovranno essere sottovalutati. Nessuno dovrà essere sottovalutato quest’anno. Non si potrà e dovrà sbagliare nulla. L’auspicio è che ci si possa ritrovare a incitare i ragazzi in maglia rossazzurri in molti (ben oltre, dunque, i già numerosi 6.500 abbonati). La “fame” è tanta... Let's go, Liotru, let's go!!!