Vi vogliamo così

Di Cecco, terzo gol d'autore...

Di Cecco, terzo gol d'autore... 

Max Licari sul convincente esordio dei rossazzurri contro la Juve Stabia. Nessuna esaltazione, continuare su questa strada...

Un inizio credibile
Si chiedeva al nuovo Catania targato Lo Monaco di cominciare la stagione in maniera credibile, in modo cioè di “impattare” le difficili sfide che l’attendono con l'attenzione richiesta. La risposta si è rivelata certamente positiva. Sia in Coppa Italia, sia in campionato i rossazzurri di mister Rigoli hanno offerto prestazioni di sicuro non perfette, ma senza dubbio promettenti e, soprattutto, vincenti. Del resto, vincere le partite rimane l’unica medicina ad oggi conosciuta in grado di curare le profonde ferite inferte al Liotru negli ultimi anni, ridonando entusiasmo a un ambiente depresso. Parliamoci chiaro, esaltarsi sarebbe un errore gravissimo, un errore già commesso durante la scorsa stagione che, ricordiamolo bene, cominciò con tre vittorie consecutive. Di contro, non si possono disconoscere i meriti della società che ha allestito la rosa, dell’allenatore che ha condotto un buon precampionato e dei giocatori che hanno ben fatto nelle prime uscite ufficiali. Il Catania sembra una squadra dalle potenzialità ancora inespresse, in quanto molti giocatori sono poco conosciuti e mostrano margini di miglioramento di un certo rilievo. Ma, cosa più importante, dimostrano di avere carattere perché, una volta in svantaggio contro un avversario tosto, la Juve Stabia di Fontana, sono riusciti a reagire prontamente e portare a casa, anche soffrendo, una vittoria meritata e perfino larga. Insomma, gli 8.000 del “Massimino” sono usciti dallo stadio soddisfatti dell’impegno profuso dai vari Russotto, Calil o Bastrini. Volutamente cito per primi i “vecchi” proprio per sottolineare la differenza rispetto alla seconda parte della scorsa stagione, quando alcuni di questi protagonisti (in primis il brasiliano) furono non a torto bersagliati dalle critiche per atteggiamenti e rendimento a dir poco indecenti rispetto alle aspettative della piazza.

Un’aria diversa
Si respira indubbiamente un’aria diversa, di maggiore serietà, di diverso approccio al lavoro, alle partite, alla comunicazione con i tifosi. E su questo, a dire la verità, pochi dubbi si nutrivano, conoscendo le peculiarità di Lo Monaco che nelle capacità di gestione del gruppo ha uno dei propri punti forti. Lo si percepisce fin dall’ingresso a Torre del Grifo, per poi averne conferma assistendo a qualche allenamento. Palla lunga e pedalare. Senza fronzoli, tutti ”mentalizzati” verso l’obiettivo comune. Un obiettivo che non può non chiamarsi promozione diretta per una squadra che si chiama Catania. A maggior ragione in Lega Pro. Un obiettivo molto lontano, comunque; e assai difficile perché, non bisogna mai dimenticarlo, gli etnei partono ancora una volta con il fardello di una forte penalizzazione: -6 che diverrà presto -7. Inutile e pericoloso star da ora a disquisire sulla (ancorché fondata) possibilità che questi sei punti possano essere restituiti nei prossimi mesi. Per adesso è così e la situazione permane simile a quella dell’anno scorso. Con la differenza cui abbiamo abbondantemente accennato: adesso c’è una guida forte in grado di non incorrere negli errori commessi in passato.

Rigoli azzecca la prima formazione
Era importante anche per Pino, questa prima gara di campionato. Uno che ha fatto gavetta, conosce il calcio. uno che, però, si gioca la carta più importante della carriera. Cominciare bene era fondamentale per consentirgli di avviare un percorso di costruzione del feeling con una piazza molto esigente che, nel recente passato, ha bruciato allenatori su allenatori dopo un paio di partite iniziali non andate a buon fine (il “caso Pellegrino” appare emblematico). Non ha “bucato”. Ha presentato una squadra in perfetta sintonia con quanto visto nel precampionato e nelle prime due gare ufficiali di Coppa Italia. Gioca chi sta meglio e chi meglio, per il momento, si inserisce nella sua idea di calcio, improntata su un 4-3-3 molto duttile che può agevolmente trasformarsi nel corso della gara in 4-3-1-2 o 4-3-2-1, grazie alla versatilità degli avanti. Il primo Catania, accanto ai tre già citati “vecchi”, presenta otto giocatori nuovi: il portiere Pisseri, i due terzini Nava e Djordjevic, il centrale difensivo brasiliano Drausio, il gradito “cavallo di ritorno” capitan Biagianti, il “volante argentino Scoppa, la mezzala brasiliana Silva e il centravanti Paolucci, anch’egli acclamato “rientro alla base” dopo anni di peregrinazioni più o meno fortunate. Otto su undici sono una squadra intera. Bisogna dare atto al tecnico siciliano di aver saputo subito imprimere una fisionomia alla squadra, che pare già muoversi secondo dettami ben definiti. Non tutto funziona, specie in difesa, ma l’impronta sembra esserci.

Difesa “promettente”, ma da “oliare”…
Da rivedere, in special modo, i meccanismi del reparto arretrato che, in occasione del gol iniziale di Lisi, sono sembrati poco "oliati". Nava e i due centrali si sono fatti sorprendere “molli” su una palla apparentemente innocua in piena area, mentre Pisseri ha chiaramente sbagliato a non uscire su un traversone in area piccola che non può non essere facile preda del portiere. Un errore in condominio che rimanda il giudizio sullo stesso estremo difensore, poi esente da errori durante il match, così come deve far riflettere sul possibile impiego di un giocatore “sicuro” come Bergamelli in mezzo. Bastrini ha di certo esperienza, ma non è sembrato ancora ben coordinato con Drausio, il quale deve ovviamente adeguarsi a ritmi decisamente diversi rispetto a quelli cui è abituato. Ma non dimentichiamo come fosse solo la prima e sia necessario dare tempo a giocatori e allenatore di perfezionare i meccanismi. Del resto, al di là dell’episodio del gol, non è che poi la Juve Stabia, peraltro priva di pedine importanti come Kanoute, Capodaglio e Liviero, si sia resa spesso pericolosa nel resto della gara, complice, come ribadito onestamente dal tecnico Fontana a fine partita, un atteggiamento poco propositivo. Nava, eccettuata l’indecisione sul gol degli ospiti, a mio avviso si è mostrato fra i più in forma e più attivi, risultando fra i migliori in campo, anche in fase di spinta. Da rivedere, invece, il mancino serbo, un po’ timido rispetto alle caratteristiche di base, il quale comunque mostra buone doti atletiche e tecniche. Ha probabilmente bisogno di crescere fisicamente e adattarsi al calcio italiano.

Convince la mediana
Interamente convincente, invece, il centrocampo, reparto pregno, fra l’altro, di alternative valide. In crescendo Biagianti, dopo un inizio in sordina; molto bene Scoppa in regia, complice ancora una volta (dopo quello sciorinato contro l’Akragas in Coppa) il sontuoso lancio che dà il la allo strepitoso pareggio di Calil (delizioso il pallonetto dell’attaccante brasiliano); benissimo Silva, vera rivelazione di questo inizio di stagione. Pare avere corsa, piede, “cuore” e “testa”. Non lo conoscevamo e, dopo solo due gare, mostra colpi importanti anche in prospettiva. Sbilanciarsi troppo non è mai salutare, ma la sensazione è che possa fare molto bene a Catania. Positive le prestazioni dei subentrati di reparto (a testimonianza della bontà delle scelte, pure in corso d’opera, di Rigoli) Fornito e Di Cecco, autore di un bello e caparbio terzo gol. L’abbraccio con tutta la panchina dimostra che tutti, anche i giocatori più esperti, si trovano uniti “sul pezzo”.

Attacco duttile e puntuale
Della duttilità dei tre attaccanti ho già accennato. Abbiamo visto Paolucci al centro e sulla fascia sinistra; Calil dietro le punte, esterno e centravanti una volta uscito lo stesso ex juventino; Russotto esterno sinistro o destro e rifinitore, sempre pronto a sacrificarsi in ripiegamento. Da sottolineare la prova dell’ex catanzarese. Una prova da leader: qualità e quantità a servizio della squadra, senza mattane o protagonismi. Questo è il giocatore che sempre avremmo voluto vedere durante la scorsa stagione e sempre vorremmo vedere quest’anno. Così come sempre altrettanto concentrato e fisicamente presente vorremmo vedere Calil, un “lusso” per la categoria solo se approccia le partite con la testa giusta. E sembra essere giusta, adesso... i due gol di fila segnati con Akragas e Juve Stabia sono gioielli d’alta scuola. Poco da dire su Paolucci: non sarà al 100%, non sarà sempre lucidissimo, non sarà… ma ha sempre segnato almeno un gol in tutte le amichevoli e in tutte le gare ufficiali fin qui disputate. Quando ha la palla, la butta dentro. In Lega Pro, in cui contano i maccheroni e non gli svolazzi, tale dote fa la differenza. Chapeau. Tuttavia, attenzione: bisogna continuare così, non distrarsi. Mantenere sempre alta la concentrazione, macinare gioco e risultati, in modo da azzerare al più presto la penalizzazione e far sentire il fiato sul collo alle dirette concorrenti alla promozione in B. deludere per il quarto anno consecutivo una piazza che, dopo gli immani disastri occorsi, si ripresenta con più di 4.000 abbonamenti, passibili di diventare almeno 5.000 dopo questa bella vittoria (e, speriamo, la prossima), sarebbe un delitto. Parola d’ordine: mentalità.

Ad Andria per la riprova
Ci aspettiamo, quindi, che i rossazzurri ripetano la bella prova in Puglia contro la Fidelis Andria, squadra tradizionalmente rognosa, mostrando finanche miglioramenti in tema di coesione fra i reparti ed efficacia nelle ripartenze. I padroni di casa non sono il Real Madrid, ma nemmeno il Catania lo è. Lo sappiamo, in questa categoria, ogni campo presenta insidie e non affrontare le partite con la grinta dovuta risulta fatale. Ricordate Ischia? Non ripetiamo gli errori del passato e mostriamo maturità… Let’s go, Liotru, let’s go!!!