Verso Catania-Trapani: il nodo tattico di Sottil

Andrea Sottil salterà il match d'andata per squalifica

Andrea Sottil salterà il match d'andata per squalifica 

Il 4-3-1-2 ha mostrato diversi limiti con il Potenza. Contro i granata andrebbero valutate delle alternative, a partire da Lodi.

L'incubo di un'intera stagione
Una ventina di giorni fa, al termine della regular season, constatavamo come il Catania avesse chiuso il campionato senza aver ancora trovato una propria fisionomia tattica, limite che destava legittime preoccupazioni in vista dei playoff. Già durante la stagione, Andrea Sottil aveva cambiato diversi moduli (come del resto anche il suo successore Novellino). Dopo essere partito col 4-2-3-1 (alternato al 3-4-1-2 esibito in qualche trasferta), il tecnico di Venaria Reale ha seguito una tendenza, quella di insistere con un determinato schema fintantoché accompagnato dai risultati, sebbene le prestazioni lasciassero spesso a desiderare, per poi ripiegare su altre soluzioni a seguito di brusche sconfitte.
Ogni impianto di gioco evidenziava i limiti nella costruzione dell'organico: il 4-2-3-1 (modulo prediletto da Sottil) era penalizzato dalla penuria di esterni (Barisic e Llama a mezzo servizio, Vassallo impalpabile, Di Grazia fuori rosa) e costringeva l'allenatore a sacrificare talora Marotta, talaltra Curiale in posizione laterale (il medesimo nodo si è poi ripresentato col 4-3-3); il 3-5-2 incontrava l'handicap della strutturale lentezza del centrocampo, spesso sovrastato da formazioni più dinamiche.

Esperimento di febbraio riproposto ai playoff: bene contro la Reggina
Poco prima del suo esonero, per sciogliere il più grande equivoco tattico dell'annata (la posizione e la "protezione" di Lodi, che preferiva agire da regista arretrato ma ciò alterava gli equilibri della squadra), Sottil ha provato il 4-3-1-2, con un centrocampo "muscolare" che consentiva al numero 10 di svariare a suo piacimento tra mediana e trequarti. L'esperimento è durato due sole giornate: con la Casertana è giunta una vittoria, "robusta" nel risultato (3-0), non altrettanto nella prestazione, soprattutto quella del primo tempo; col Trapani una sconfitta di misura, caratterizzata da una supremazia tecnica e tattica dell'avversario, mitigata soltanto in parte nella ripresa dopo alcune sostituzioni che avevano stravolto nuovamente il modulo.
Richiamato al timone alla vigilia dei playoff, l'ex tecnico di Siracusa e Livorno ha provato a sbrogliare la matassa ripartendo proprio dall'ultimo esperimento. Stavolta però, ha avuto a disposizione un Sarno a pieno regime e ciò ha provocato la clamorosa esclusione dall'11 titolare di Ciccio Lodi. Nel primo match contro la Reggina, complice anche un atteggiamento assai volitivo ed aggressivo, è arrivata una grande prestazione, soprattutto sul versante offensivo. Sarno ha finalmente preso in mano la squadra, ha segnato, ha creato; Marchese ha spinto e crossato a meraviglia; gli attaccanti sono stati più reattivi del solito, sia nella fase di ricerca del vantaggio, sia nella finalizzazione delle ripartenze concesse dall'avversario nel secondo tempo; il centrocampo ha fatto valere la propria supremazia fisica; nel complesso, si può dire che non si sia proprio sentita la mancanza di Lodi. A voler trovare il pelo nell'uovo, si sono registrate alcune disattenzioni difensive, testimoniate dal gol e da alcune occasioni concesse agli amaranto.

Il Potenza mette a nudo diversi limiti
Molto però è cambiato nel doppio confronto col Potenza. Pur giocando con un uomo in meno a centrocampo (3-4-3, in luogo del 3-5-2 della Reggina), gli uomini di Raffaele hanno messo in difficoltà il Catania su tutti i fronti. In fase difensiva, con l'arretramento dei tornanti e l'accentramento degli esterni offensivi, hanno concesso pochissimi spazi; inoltre, con un pressing alto non hanno dato margini di manovra a Sarno, annullando l'unica fonte di gioco etnea, controllando a dovere anche Marotta e Di Piazza. In fase offensiva, con una serie di movimenti combinati e sovrapposizioni degli esterni, hanno creato non pochi grattacapi, anche se va detto che la difesa rossazzurra ha retto in tutte le occasioni costruite dai potentini su azione. Quel che invece si è rivelato disastroso per i ragazzi di Sottil è stato l'approccio difensivo sui calci piazzati. Il gol subito al "Viviani" e quello del momentaneo 0-1 al "Massimino" sono stati dei veri e propri regali, errori di posizione ed amnesie inammissibili per una squadra che punta a vincere i playoff. Subire un gol del genere nei primi minuti di gioco nella doppia sfida col Trapani (in cui bisogna necessariamente prevalere nel punteggio complessivo) o ancor peggio in un'eventuale finale rischierebbe di compromettere il lavoro di un'intera stagione.
Tornando al discorso tattico, bisogna far notare che per trovare il gol qualificazione il Catania ha dovuto stravolgere nuovamente tutto, passando ad un 4-2-4 "della disperazione" basato unicamente su iniziative individuali degli uomini più dotati. Non esattamente il modo migliore per gestire partite da dentro o fuori come queste. Nel complesso, dunque, non si può che il dire 4-3-1-2 da ultimo portato avanti da Sottil possa costituire una garanzia di successo contro il Trapani.

Le possibili alternative contro il Trapani
Il modus operandi precedente del trainer porta a ritenere che vorrà evitare cambiamenti. Peraltro la conclamata filosofia offensiva di Italiano ed i diversi giocatori dalla buona caratura tecnica utilizzati potrebbero rafforzare la convinzione di puntare su mediani di contenimento e confermare la rinuncia a Lodi. Eppure, non si può trascurare il fatto che gli etnei sono obbligati a vincere almeno uno dei due match e la partita d'andata, giocata in casa, rischia di essere quella decisiva nell'economia dei 180' complessivi. Sarebbe quindi più opportuno, probabilmente, puntare sul regista di Frattamaggiore per provare ad avere due fonti di gioco (adeguatamente protette da due "mastini") e, allo stesso tempo, due possibili jolly da giocare sui calci piazzati, sin dal primo minuto.
Un'altra alternativa potrebbe essere rappresentata dall'utilizzo di un attaccante in meno (Marotta, vista la forma smagliante di Di Piazza) ed un esterno in più (Manneh), per provare ad approfittare degli spazi lasciati dai terzini di spinta granata. Al gambiano (il quale, secondo alcuni rumors, è frenato atleticamente dal Ramadan) durante i playoff sono stati concessi solo pochi scampoli in cui non è riuscito ad impressionare. Ma in partite del genere non ha senso parlare di titolari fissi: si vive alla giornata e nella singola partite le caratteristiche dell'uno piuttosto che dell'altro giocatore a disposizione possono risultare decisive. Quello che per tutta la stagione è stato un limite del Catania, potrebbe diventare un vantaggio...