Una boccata d'ossigeno

Silva, finalmente uno

Silva, finalmente uno "squillo" decisivo... 

Max Licari sulla buona vittoria degli etnei sul Lecce. Un finale che dovrebbe insegnare...

Sarà la “svolta” buona?
Che il Catania faccia bene contro squadre che non si chiudono in dieci dietro la linea del pallone lo si sapeva. Non è un caso, infatti, che delle tre partite casalinghe vinte (in trasferta ha sempre pareggiato), due siano contro le prime della classe, Lecce e Juve Stabia, formazioni di rango che giungono al “Massimino” a giocarsela. Lo stesso Messina, a onor del vero, si presentò a Catania senza alzare le barricate. Non stupisce, quindi, che i rossazzurri portino a casa i tre punti contro la capolista imbattuta del girone, detentrice delle migliori statistiche (miglior difesa, fino alla sconfitta contro gli etnei, e miglior attacco). Il problema è che bisognerà migliorare, e tanto, contro le “piccole”, come ha giustamente rimarcato il miglior giocatore in campo, Di Cecco, nelle interviste postgara; solo così si riuscirà a compiere il tanto agognato “salto di qualità”. Cioè, questa vittoria ottenuta con una discreta dose di buona sorte costituirà, finalmente, la svolta (soprattutto psicologica) della stagione? Riuscirà Pino Rigoli a trarre indicazioni “definitive” sotto il profilo tecnico-tattico, idonee a “traslare” questa squadra a gennaio nella miglior posizione di classifica possibile, fermi restando i necessari ulteriori innesti di mercato? Domande legittime a cui, spero, si potrà fornire una risposta positiva. Intanto, godiamoci questa gioia, con il giusto equilibrio. Senza, mi si permetta, inutili “tafazzamenti” da “spacco del capello; non dimentichiamo di militare in Lega Pro, con giocatori e tecnici di Lega Pro e, in special modo, che incontriamo domenicalmente avversari di Lega Pro, Lecce compreso… nessun Real Madrid o Barcellona, insomma! Di contro, evitiamo ogni tipo di trionfalismo, perché anche questo match, per un’oretta, ha mostrato le consuete difficoltà di un assetto tattico farraginoso, “miracolato” da almeno tre incredibili parate di Pisseri, fra i migliori dei suoi a fine partita. C’è da lavorare, e tanto, ma la speranza è che l’autogol fortunoso di Giosa possa dare il là a una riscossa psicologica del gruppo e far comprendere a Rigoli quale sia la strada giusta da seguire. Intanto, il dato numerico che non assegna più al Catania l’ultimo posto in classifica, nonché la miglior difesa del girone, può cominciare a far sperare in un futuro migliore. Futuro, che, comunque, lo sottolineiamo con forza, non può essere, tolta la penalizzazione, una posizione di metà classifica a 8 punti dalle battistrada pugliesi Lecce e Foggia. Catania vuole di più, molto di più.

Un 4-1-4-1 da perfezionare
Rigoli stupisce un po’ tutti a inizio partita. Pensavo, francamente, che Mazzarani potesse giocare titolare nel’ambito di un 4-3-1-2, dietro a Di Grazia e un centravanti. Invece, il trainer di Raccuia inserisce l’ex modenese in mediana insieme a Biagianti e Bucolo, spostando Di Cecco a terzino destro, al posto del poco convincente Nava. In realtà, il modulo disegnato è una sorta di 4-1-4-1 con Bucolo davanti alla difesa e quattro centrocampisti in linea dietro Calil, ovviamente con Di Grazia e Barisic pronti a supportare l’ex salernitano. Le risultanze della prima ora di gioco non sembrano promuovere questa idea tattica. Se è vero che Di Cecco, contrapposto al pericoloso Torromino, si è rivelato a dir poco fenomenale, lo stesso non si può dire di Mazzarani, sempre fluttuante in una posizione ibrida che non ne esalta le caratteristiche offensive. È vero, non è ancora al top atleticamente, ma andrebbe messo nelle condizioni di attivare con più frequenza le punte e di presentarsi in zona tiro, sue caratteristiche peculiari. Il Catania ha ruminato gioco per tutto il primo tempo, ma la realtà è che l’unica parata vera, addirittura miracolosa, l’ha compiuta Pisseri sul colpo di testa a colpo sicuro da due passi di Ciancio. Grande impegno, grande applicazione, grande cuore, ma poco movimento senza palla e poca qualità nelle verticalizzazioni, affidandosi in definitiva agli estri di Di Grazia e poco più, considerato che da esterno Barisic non convince (anche contro i salentini prestazione sotto la sufficienza) e che Calil, mi dispiace dirlo, non può proprio giocare.

Un Calil inesistente
Il tipo di gioco che vorrebbe fare Rigoli con il 4-1-4-1 lo puoi fare solo se hai un centravanti vero, fisicamente strutturato, mobile e in grado di farti salire la squadra. Esattamente il contrario di quanto garantisca Calil al momento. Non uno stop azzeccato, non una sponda, non una verticalizzazione, non un tiro. Nulla. Un giocatore così non può servire nemmeno in terza serie. Massimo rispetto per le difficoltà, a quanto pare anche psicologiche, del ragazzo, fra l’altro assai per bene e sempre inappuntabile nel comportamento, ma un team delle ambizioni e del blasone del Catania non può consentirsi minimamente di attendere ancora che tali ambasce vengano superate. Bisognerà percorrere, da subito, una strada diversa. Un errore, per me, oltre che impiegarlo dal primo minuto, non lasciarlo negli spogliatoi, evitandogli la salva di fischi piovutagli addosso al momento della sostituzione al 55’. Dieci minuti in più che hanno procurato ulteriore danno al giocatore. Detto ciò, non mi sembra che il Paolucci attuale (5’ in campo contro l’undici di Padalino) possa esserne considerata l’alternativa. Il Catania ha un problema evidente, il centravanti, che potrà essere risolto solo a gennaio. A meno che Rigoli non voglia dare qualche chance ad Anastasi, una strada percorribile sarebbe Barisic: non è un fenomeno per la categoria, intendiamoci, ma il gol di Melfi ci fa capire che la sua fisicità potrebbe essere sfruttata meglio. Da esterno, mi pare, non mostri qualità tecniche tali da garantirgli un futuro “importante” anche in questa categoria.

Cambi proficui
Dall'inizio della ripresa in poi, a tutti sembrava quasi ovvio che “quel” Catania non potesse battere il Lecce. Tanto è vero che Pisseri, con una doppia prodezza su Torromino e Caturano, aveva salvato i rossazzurri da uno svantaggio difficilmente poi recuperabile. Il cambio improcrastinabile di Rigoli, un centrocampista per l’inutile Calil, ha però consentito al Catania di porre le basi per poter vincere il match. È vero, il gol del subentrato Silva al 70’, o meglio l'autogol di Giosa, risulta fortunoso, ma la squadra mostrava di essere più compatta e logica nell’affrontare un avversario sornione, ma pericolosissimo nelle verticalizzazioni di Lepore per i due attaccanti capocannonieri del girone. Il raddoppio, splendido di Di Grazia, alla quarta rete stagionale, è il risultato di una manovra più “verticale”, soprattutto nelle progressioni palla al piede di un Di Cecco straripante, nonché di uno sblocco psicologico inevitabile, dopo le sofferenze pregresse. Il fatto che i rossazzurri, dopo essere passati in vantaggio, non abbiano più sofferto le iniziative degli avversari, anzi abbiano raddoppiato e poi chiuso tranquillamente la partita, fa comprendere come la componente mentale comandi nel calcio. I salentini, fin lì non straordinari, ma sempre “presenti”, si sono disuniti, perdendo un po’ la bussola del gioco, in special modo sulla trequarti avversaria, dove Bucolo ha disputato una bella gara difensiva, permettendo ai pur positivi Drausio e Bergamelli di dormire sonni più sereni. Alla fine, una bella vittoria “scaccia fantasmi” contro un grande avversario, ben allenato e ottimamente attrezzato (i giallorossi, con tutta probabilità, vinceranno il campionato); una vittoria che, speriamo, possa costituire l’inizio della ripresa dell’Elefante in questo campionato.

Con la Paganese vietato sbagliare
Sarebbe un vero peccato gettare alle ortiche l’entusiasmo generato da questo corroborante successo, non dando continuità ai risultati contro la Paganese domenica prossima ancora al “Massimino”. Un doppio turno casalingo da sfruttare a pieno, visto l’ottimo inizio. I tifosi si aspettano altrettanto ardore , magari, un’efficacia ancor maggiore, attraverso scelte tecnico-tattiche ancor più “definitive” rispetto a quelle attuate contro i pugliesi. Avanti con rinnovata fiducia! Let’s go, Liotru, let’s go!!!