Un tris di buon auspicio...

Lodi esulta, il

Lodi esulta, il "Massimino" esplode... 

Max Licari sulla vittoria contro la Vibonese. Primo tempo in sordina, ripresa in crescendo. Baraye, Manneh e Marotta sugli scudi.

Si ritorna a casa…
L’esordio casalingo al “Massimino”, tanto atteso e tanto “ritardato”, non poteva esser "bagnato" da un risultato migliore. Non a caso, appare opportuno porre l’accento sulla parola “risultato”, la cosa più importante. Il gioco verrà con il passare delle giornate... Il ritmo partita, difatti, non può essere dei più “feroci” e l’abitudine alla continuità della prestazione durante tutto l’arco dei 90’ è normale che vada ancora ricercata. Altre due o tre gare e la condizione dovrebbe andare a regime, malgrado il “tour de force” che attende il Catania da qui alla fine di novembre, infarcito di turni infrasettimanali “normali” e recuperi, debba comunque consigliare prudenza (e turn-over) a Sottil. La rosa è ampia e non dovrebbero presentarsi problemi insormontabili, in questa categoria. E già, la “categoria”… Essa assume una importanza decisiva in determinate circostanze. Lo si è visto nel match vinto largamente con la pur volenterosa Vibonese: non tutto è andato per il verso giusto, nella prima frazione (guarda caso quando gli ospiti erano più freschi) i rossazzurri hanno faticato in specie a centrocampo, stentando spesso nell’innesco dei tre attaccanti (i due esterni e il centravanti) e concedendo almeno un paio di nitide palle gol agli avversari. Tuttavia, quando sei così superiore e, soprattutto, hai alternative di pari qualità in panchina, quando appunto sei di “categoria superiore”, alla fine la spunti perfino agevolmente, come dimostra una ripresa condotta senza affanni e con ampio vantaggio di reti. Più o meno allo stesso modo, facile pronosticarlo, si svilupperà il 90% delle partite di questo benedetto torneo che, indifferibilmente, dovrà riportarci dove ci spettava, secondo diritto, militare già da quest’anno. Tranne cinque o sei match contro formazioni di buon livello, il cliché delle restanti sfide sarà identico: primo tempo “battagliato” finché le forze dell'antagonista saranno sufficientemente fresche, ripresa in discesa in virtù di una superiorità tecnica francamente acclarata. I quasi 10.000 del “Massimino”, quindi, hanno potuto godersi un tranquillo e mite pomeriggio ottobrino, assaporando il gusto del calcio vero, quello degli scarpini chiodati zompettanti sulle zolle d’erba, lontano dai veleni delle carte bollate e dalle tipicamente italiche vergogne delle istituzioni pallonare. Sei punti in due partite, di cui la prima per niente facile, costituiscono un gran bottino, soprattutto in considerazione della sfida del prossimo turno, quando i rossazzurri saranno di scena a Caserta contro quella che, sulla carta, dovrebbe essere la principale antagonista in chiave promozione diretta.

Il nodo è il centrocampo, ma con un Manneh del genere…
Si discuteva in tribuna, durante l’intervallo, dell’inspiegabile tendenza della mediana rossazzurra a non prendere in considerazione il giovane gambiano, nettamente il più in condizione degli etnei (insieme a Baraye), sviluppando di contro il gioco prevalentemente a destra dove Scaglia non sembra ancora avere il passo della categoria. Ebbene, evidentemente si trattava delle stesse considerazioni di Sottil, dato che nella ripresa, pronti via e subito si è insistito su Kalifa, ottenendo un rigore in pratica alla prima palla toccata. Di lì in poi, con la coppia africana a maramaldeggiare sulla corsia mancina e qualche opportuno aggiustamento tecnico, la gara non avrebbe avuto più storia. Sottil (ancor privo degli infortunati Ciancio e LLama), l’aveva cominciata nel solco del suo 4-2-3-1 con il giovane ex parmense sulla corsia laterale difensiva di sinistra, Rizzo confermato in mezzo e Scaglia spostato a fare l’esterno destro d’attacco al posto dell’acciaccato Barisic, a supporto del rientrante Marotta, preferito a Curiale nel ruolo di prima punta. Non si può dire che la risposta, sotto il profilo tattico, sia stata sfavillante. Sì, il Catania ha comunque cercato di fare il match, ha prodotto un paio di buone occasioni con Manneh e Marotta, ma ha dato l’impressione di faticare più del dovuto in mezzo dove Rizzo e Biagianti appaiono ancora poco tonici. Così, si è concesso più campo del necessario alle ripartenze della Vibonese, in specie dopo il vantaggio (29’) trovato da Biagianti di testa su corner di Lodi. Silvestri (traversa), Scaccabarozzi e Tito (miracolo di Pisseri) hanno sfiorato il pari e, soprattutto messo in difficoltà, insieme a Bubas e Ciotti, la retroguardia etnea. L’impressione è che (e questo andrà ben studiato in prospettiva Casertana). in questo preciso momento iniziale del campionato, il Catania non possa permettersi quattro giocatori atleticamente non al massimo contemporaneamente in campo: Rizzo, Biagianti, Scaglia e lo stesso Lodi, giocatore fondamentale sotto il profilo tecnico ma strutturalmente lento. In C, ormai lo sappiamo, è necessaria come il pane la corsa dei Calapai, dei Baraye o dei Manneh. Fermo restando che la qualità di Lodi sulla trequarti sarà in ogni caso imprescindibile in tutte le gare, sarebbe forse il caso di inserire qualche onesto randellatore di categoria, il Bucolo della situazione per intenderci, almeno fino a quando tutti i titolari non ritrovino la gamba giusta. Se, a tutto ciò, aggiungiamo (come detto) l’errore tattico di estraniare dal gioco il più in forma (Manneh), ecco che viene fuori il primo tempo non certo scintillante sciorinato dai rossazzurri al cospetto degli uomini del presidente Caffo. Errore non ripetuto nella ripresa, condotta con il giusto piglio e secondo le medie della sacrosanta “velocità di crociera” che dovranno essere proprie del Catania durante tutta la stagione. Partita finita (50’) dopo il netto rigore procurato da Manneh e trasformato da Lodi, calabresi mai più pericolosi e Catania spesso pungente in ripartenza con lo stesso gambiano, Baraye e Marotta, tanto che al 66’ Sottil può permettersi di togliere Scaglia e inserire il difensore Esposito, andando a mutare in senso “solidificante” l’assetto tattico. Anche gli ingressi di Vassallo e Curiale contribuiscono a donare maggiore verve nei contropiede, tanto che al 81’, su una punizione procuratasi da Baraye, il sinistro di Lodi trova la facile zuccata vincente di Aya a sigillare una prestazione perfettibile, ma comunque pregna di ottime speranze in chiave futura. Il pubblico giustamente apprezza il buon esordio, indicando a voce forte e chiare lettere quale debba essere l’unico approdo di questo maledetto campionato di terza serie: la promozione diretta, la Serie B!

Big match al “Pinto”
I penosi rinvii di questa orribile estate pongono il big match tra le due formazioni dall’organico più qualitativo alla terza “uscita” del Catania (sebbene sia da contarsi come sesta giornata) e forse è un bene, perché ci farà subito vedere a che punto è la squadra nel percorso di avvicinamento alla forma migliore. Si giocherà in uno stadio caldo e stracolmo, contro ottimi giocatori,meglio rodati rispetto agli avversari e provenienti da una corroborante vittoria ottenuta in rimonta e al 94’ contro la Virtus Francavilla. Difficile, dunque. Molto difficile. A nostro avviso, Sottil dovrà inserire i giocatori con la gamba più robusta, magari accantonando per un attimo ragionamenti strettamente legati alla qualità del singolo. In ogni caso, dovrà preparare il match nel modo giusto sotto il profilo psicologico, una delle pecche degli etnei nella scorsa stagione. Non bisogna fallire le partite decisive, quest’anno. Mai. Let's go, Liotru, let's go!!!