Un punto, zero occasioni

Sottil, buono solo il punto...

Sottil, buono solo il punto... 

Max Licari sul noioso pari di Monopoli. Perplessità sul modulo, bene la difesa, ma creato poco in avanti.

Un Catania spuntato
La partita meno convincente del Catania, anche sotto il profilo tattico. Se andiamo a considerare le occasioni create, pur nell’ambito di un match piuttosto equilibrato, la bilancia pende dalla parte dei padroni di casa pugliesi, capaci di mandare tre volte alla pericolosa conclusione Doudou, il migliore in campo, e di cogliere una clamorosa traversa con Zampa, a fronte di un paio di tiri dalla distanza di Angiulli ben parati da Pissardo. E nulla più… Davvero troppo poco per pensare di conquistare i tre punti al “Veneziani”; evidentemente, i rossazzurri si sono accontentati del risultato positivo in un campo comunque ostico. E proprio il risultato può essere considerata l’unica nota lieta di una serata davvero sotto tono, nella quale non hanno granché convinto nemmeno le scelte tecniche di mister Sottil. È ovvio che non si possa pensare di vincere tutte le partite e che un campionato vincente passi anche per qualche gara sofferta in trasferta, in ogni caso condotta a termine con qualcosa da portare a casa. Ed è anche vero come il “tour de force” incida molto, tanto che a Monopoli si è visto in modo lapalissiano come i locali spesso arrivassero prima degli etnei sul pallone; ma se il Catania vuole giungere ad agganciare finalmente questa benedetta promozione in B, è opportuno che cerchi di andare in campo per vincere tutte le gare. Contro il team allenato da Scienza, sinceramente, Lodi e soci non hanno fornito questa impressione. Dal modulo, all’atteggiamento, alle scelte in corso d’opera. In specie, si nota come il centrocampo al momento sia leggermente compassato, date le caratteristiche di Biagianti, Angiulli e Lodi (Rizzo è infortunato) e come manchi quella rapidità nel breve che comunque era stato un tratto distintivo delle prime partite. Pure in avanti, senza un determinato sviluppo di gioco, le pur forti punte centrali Curiale e Marotta fanno fatica e talora tendono a pestarsi i piedi. Per tali motivi, sembra un tantino singolare che la squadra abbia improvvisamente cambiato modulo, inserendo un difensore in più e un esterno d’attacco in meno, lasciando in panchina l’elemento dalla “gamba” migliore per la categoria.

Manneh, perché?
Palesemente, mi riferisco a Kalifa Manneh. È francamente strano che uno di quelli più in forma, uno che quando ha giocato è sempre stato fra i migliori in campo, uno proveniente da un secondo tempo molto buono con il Trapani, sia stato messo da parte in due partite consecutive, non entrando nemmeno nelle scelte del turnover, venendo scalzato nelle gerarchie addirittura da un Llama in questo frangente oggettivamente anni luce indietro di condizione rispetto allo stesso esterno mancino in maglia numero 19. È strano che in tre partite in trasferta (Caserta, Pagani, Monopoli), dove le caratteristiche del gambiano sarebbero state perfettamente indicate alla bisogna, abbia giocato la bellezza di… 0 minuti! Probabilmente il tecnico ex livornese, nell’ambito del 3-5-2 ultimamente “sposato”, non vede una sua collocazione, né da “quinto” di sinistra, né da attaccante e, non volendo mutare assetto in corsa, non riesce a trovargli collocazione tattica. Un vero peccato, perché le accelerazioni di Manneh, in gare del genere, potrebbero creare quell’occasione decisiva che ti fa vincere una partita avara di spunti offensivi. In linea generale, lo dico con serenità, non è che mi piaccia moltissimo questo 3-5-2 che non trova sbocchi sulle corsie laterali e si imbottiglia in tentativi di percussione centrale per le due marcatissime punte. A Pagani, con i difensori baby di mister Fusco, qualunque cosa poteva andare bene, considerato l’enorme gap tecnico (e si è sofferto comunque), ma con una squadra più esperta e meglio messa in campo come il Monopoli, le difficoltà di sviluppo delle trame di gioco si sono viste tutte. Mi era sembrato che il Catania, dalla Coppa Italia alle prime gare di campionato, avesse imboccato una strada offensiva e coraggiosa con il 4-2-3-1 o il 4-3-3, non sono riuscito (ma sarà un mio limite) a cogliere la motivazione di un mutamento del genere, se non nella volontà di far coesistere Curiale e Marotta o di coprirsi maggiormente dietro con un difensore in più (ma a Caserta poteva avere maggiormente senso, meno a Pagani, per esempio). Magari, mister Sottil già dalla prossima partita tornerà alla difesa a quattro, ma rimane la perplessità del mancato impiego del giocatore che, per caratteristiche, meglio si adatta all’aggressione degli spazi in campo esterno.

Stanchezza?
Si parla tanto di turnover, ma in realtà per adesso nei ruoli chiave, giustamente, ci si sta affidando agli stessi uomini. I difensori centrali, Lodi, Marotta, lo stesso Biagianti più o meno le hanno giocate tutte. Quindi, un pizzico di stanchezza appare normale. Contro il tonico undici biancoverde, si è visto come a livello di “gamba” ci fosse una certa differenza, soprattutto in mezzo, dove il pressing dei vari Rota, Zampa, Donnarumma, orchestrato dall’ottimo ex Scoppa, ha fin dall’inizio asfissiato le compassate fonti di gioco rossazzurre, con ripartenze brevi efficaci sulle corsie laterali, dove soprattutto Baraye ha sofferto in fase di non possesso. Il 3-4-3 di Scienza ha indubbiamente coperto bene tutti gli spazi. Le accelerazioni di Doudou, ben coadiuvato da Berardi e Mendicino, hanno infatti creato qualche problema, come testimoniano le azioni più pericolose della prima frazione e di inizio secondo tempo, nelle quali si è distinto un buon Pisseri. Il Catania non è mai riuscito a trovare l’affondo giusto sulle fasce, affidandosi solamente a un paio di buoni tiri dai venti metri di Angiulli, ma senza mai proporre una pericolosità tale da far pensare all’avversario di poter perdere la partita. Sottil deve essersene accorto, perché i cambi proposti si sono sviluppati in senso conservativo: fuori Baraye e Angiulli per i più difensivi Ciancio e Bucolo, poi Llama per il centravanti Marotta. L’impressione è che Scienza abbia creduto maggiormente di poterla spuntare, avendo messo in campo il centravanti Gerardi per il meno offensivo Mendicino. Insomma, la sensazione è che, vista la giornata non certo brillantissima, il Catania abbia pensato bene di blindare il punto; cosa che, nell’ottica dell’obiettivo finale da raggiungere, può anche avere un senso. Ma sarà necessario riflettere sul fatto che in 90’ si sia creato poco o nulla e che nella ripresa i rossazzurri in pratica non siano mai stati pericolosi se non con qualche sporadico lancio in profondità, peraltro non del tutto convinto. Prendiamoci il punto, consoliamoci con la media inglese, ma cerchiamo di trarre conclusioni da queste due “non eccezionali” prestazioni di Pagani e Monopoli.

Viterbese?
Sabato si dovrebbe giocare al “Massimino” con la Viterbese, formazione di ottimo livello che finora, per le note vicende relative al possibile ripescaggio in B dell’Entella (e conseguente traslazione della compagine laziale nel girone A), non ha disputato una sola partita. Si dovrebbe conoscere il responso già da mercoledì-giovedì, ma potrebbe anche verificarsi un ennesimo rinvio, considerato che nel disastrato calcio italiano può succedere tutto e il suo esatto contrario. Staremo a vedere, non possiamo che rimanere alla finestra. In caso non si giocasse, il Catania si troverebbe a disputare tre trasferte consecutive in campionato… ma alle barzellette e ai teatrini siamo abituati. Let’s go, Liotru, let’s go!!!