Un Tede..schiaffo da 3 punti!

La vittoria del sacrificio

La vittoria del sacrificio 

Max Licari sulla sofferta vittoria etnea contro la Virtus. Tre punti cruciali, ma prestazione opaca. Il mercato non è finito...

Il risultato, innanzitutto
Non una bella partita. Non un bel Catania. Anzi, per certi versi, una delle versioni più opache del team rossazzurro in tutto il campionato finora disputato. Tuttavia, ciò che supremamente contava era fare i tre punti, mantenere intatte le distanze e le speranze dopo la non certo facilissima vittoria dei salentini di mister Liverani a Rende. La pressione era tutta sui rossazzurri che, infatti, l’hanno avvertita soprattutto durante la prima frazione di gioco, pur cominciata come meglio non si poteva grazie alla rete di Tedeschi dopo un paio di minuti. Tutto sommato, malgrado la Virtus Francavilla si sia dimostrata anche al “Massimino” una buona squadra, ben allenata e sempre votata al gioco (netta, per esempio, la supremazia in fatto di possesso palla a favore dei pugliesi in maglia “verde evidenziatore”), è stato il Catania ad avere le occasioni più nitide per bucare la porta avversaria, come troppo spesso accade purtroppo fallite da attaccanti generosi ma poco lucidi. Dunque, come si dice in questi casi, “a caval donato non si guarda in bocca”; non è mai facile gestire situazioni similari, soprattutto in queste categorie dove le distanze tecniche non sono abissali. L’aver portato a casa l’unica cosa che contava risulta assai confortante. Non si può sempre giocare al massimo e una squadra “mentalizzata” sull’obiettivo promozione partite del genere le vince anche attraverso queste modalità. Gli etnei rimangono a -4 dal Lecce, distanziano di 5 lunghezze il Trapani vittorioso venerdì sera nell’anticipo contro la Juve Stabia e, sotto il profilo psicologico, si assicurano un’altra “settimana di passione” in attesa di Lecce-Catanzaro e Andria-Catania. Inoltre, questo match difficoltosamente “scalato” da Lodi e compagni potrà costituire una “carta vincente” in proiezione futura qualora la società di Via Magenta ne traesse le ovvie conclusioni: se si vuole competere fino in fondo con i giallorossi primi in classifica, è necessario assicurare a Lucarelli una “bocca da fuoco” di categoria superiore. Il Catania fa fatica a concretizzare la mole di gioco espressa e ciò è stato pagato in almeno tre delle cinque gare perse fin qui (Reggina, Sicula Leonzio e Casertana in casa). Curiale ha fatto bene e la sua assenza contro la Virtus si è fatta sentire sicuramente, ma serve un “complemento” in grado di fare la differenza e assicurare quel bottino minimo di reti capaci di garantire la promozione ai rossazzurri. Ripa si è battuto con coraggio, nulla da eccepire riguardo a impegno e dedizione, però non si è dimostrato freddo nelle occasioni cruciali, fallendo almeno un paio di gol importanti. Non chiudere partite così e portarsi un avversario in palla come la Virtus fino al 94’ è un rischio che una squadra come Il Catania, in lotta serrata punto a punto contro un formidabile avversario, non può permettersi. Ciò non significa che l’ex stabiese non debba poter fornire il proprio contributo fino al termine della stagione, tuttavia sarebbe più che opportuno inserire un ulteriore rinforzo, più qualitativo, nel reparto avanzato. Ovviamente, non “prendere tanto per prendere”, ma fare un’operazione intelligente che garantisca alla squadra un elemento più forte nel ruolo rispetto a quelli già in rosa.

Un 3-5-2 “ingessato”
Detto ciò, il 3-5-2 di Lucarelli non ha convinto fin dalle prime battute, sebbene il Catania avesse avuto la fortuna di sbloccarla subito con la zuccata del già citato difensore centrale ex Cosenza sulla solita ottima punizione dalla trequarti di Lodi. Certo, il precoce infortunio di Caccavallo (che si somma alla "ricaduta" di Russotto) non ha aiutato il tecnico ex messinese, ma il centrocampo “vecchie firme” Biagianti-Lodi-Mazzarani ha sofferto le pene dell’inferno contro i mobili Biason, Sicurella e Lugo Martinez, andando sempre in difficoltà dinamiche. L’impressione è che il Catania non possa concedersi tale lusso, a meno che tutti e tre non siano in grandi condizioni. E, al momento, nessuno dei tre lo è, in specie Biagianti, rientrante da un infortunio. I rossazzurri, dopo essere passati in vantaggio, hanno inspiegabilmente arretrato il baricentro, consegnando le chiavi della mediana e del gioco agli avversari, pericolosi con Folorunsho di testa e Biasion dal limite, senza quasi mai riuscire a colpire di rimessa. E quelle poche volte che, nel finale, ci si è riusciti, è stato Ripa a non concretizzare le occasioni. Il fatto che Lucarelli, dopo 13’ dall’inizio della ripresa, richiami Biagianti e Mazzarani, inserendo i più atletici Fornito e Rizzo, nonché l’evanescente Di Grazia per il “figliol prodigo” Barisic, la dice lunga sulle difficoltà dei rossazzurri, ambasce tattiche che comunque proseguono per tutto il match. La sensazione è che il 3-5-2 lasci troppa iniziativa ai pugliesi e lo stesso Di Grazia, esterno classico da 4-3-3, faccia fatica da seconda punta a sostegno di Ripa. Meglio senz’altro, pur senza rubare l’occhio, il più “strutturato” sloveno di ritorno da Andria, punta vera in grado di far da spalla al numero 29 etneo, il quale anche nel secondo tempo, pur encomiabilmente “sbattendosi” per la causa, non riesce a concretizzare almeno un paio di ripartenze letali che avrebbero chiuso anzitempo una gara complicata. Infatti, se al minuto 80 la punizione dal limite del bravo Lugo Martinez, invece che uscire di qualche centimetro, avesse centrato il “sette”, adesso staremmo a declamare il “de profundis” alle speranze di promozione diretta del Catania. Non si può rischiare così se si vuole proseguire a battagliare con il Lecce! Bisogna chiudere le partite, concretizzando almeno il 50% delle occasioni create. Adesso, siamo a percentuali molto più basse. Prendiamoci, quindi, questi tre punti fondamentali, conquistati con il sudore e la determinazione, ma traiamo la giusta lezione da tale prestazione in chiaroscuro.

Ad Andria non si può fallire
La gara dello stadio “Degli Ulivi” di domenica prossima sarà importantissima per il futuro del Catania, in quanto concomitante con il match interno dei salentini contro il non irresistibile Catanzaro. Partita difficile al cospetto di una buona squadra, in un campo tradizionalmente ostico in cui si dovrà mostrare una versione di Catania alquanto diversa rispetto a quella un po’ sbiadita vista con la Virtus Francavilla. Rientrerà Curiale, ci saranno da verificare le condizioni di Caccavallo, ma la “garra” e la “gamba” conteranno più di ogni altra cosa. A Lucarelli il compito di proporre le scelte giuste in fatto di uomini e modulo. Non si molla un centimetro!!! Let’s go, Liotru, let’s go!!!