Un Catania che non... Rende!

Di Piazza, prima rete in rossazzurro...

Di Piazza, prima rete in rossazzurro... 

Max Licari sulla deludente prestazione sciorinata dagli etnei contro il Rende. Zero gioco, poca "gamba". Solo i tre punti...

Solo il risultato. Per il resto…
Quando una squadra che, comunque, vince la propria partita in casa esce fra i fischi di tutto lo stadio, il minimo che si possa fare è rifletterci sopra in modo serio e onesto, senza autodifese che non portano da nessuna parte ed evitando di nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi. In entrambi i casi, il pegno sarebbe condannarsi in modo ineluttabile all’ennesima stagione di fallimento tecnico. La prestazione sciorinata dai rossazzurri contro il “modesto” Rende di Modesto non si discosta di molto da quella, a dir poco inguardabile, di Siracusa. E ciò è grave, perché di parole ne sono passate sotto i ponti e a Catania, oltre a Carriero e Di Piazza, è giunto un ulteriore acquisto, di nome Sarno, un esterno d’attacco dal passato sicuramente importante per la categoria. Continuando così, però, nessun mercato potrà salvare la stagione dei rossazzurri, perché questa squadra dimostra, allo spirare del mese di gennaio e alla quarta giornata del girone di ritorno, di non avere gioco e di non avere “benzina” nei garretti. Sostanzialmente, al momento il Catania è una squadra che corricchia in campo, senza avere la forza di contrastare sotto il profilo della “gamba”, nello svolgersi dei 90’, nessun avversario. E quando dico “nessun avversario” intendo proprio nessuno, poiché è risaputo come il Catania sia riuscito a perdere con il Bisceglie e il Siracusa (e abbiamo visto gli uomini di Raciti cosa poi siano stati “capaci” di combinare con Paganese e Trapani) e ad andare in grave difficoltà con Virtus Francavilla, Sicula Leonzio e lo stesso Rende, tutte formazioni di modestissimo cabotaggio. La sensazione è che questo tipo di strada non conduca da nessuna parte e che le probabilità che il Catania raggiunga la Serie B perseverando su questo tortuoso cammino siano prossime allo zero assoluto. Meglio dirlo subito, a scanso di equivoci: continuando così, il Catania rimarrà in C. Proprio per tali ragioni, è giunto il momento per la società di Viale XX Settembre di articolare una approfondita riflessione sull’immediato futuro in chiave tecnica, una riflessione che, ribadisco con forza e ripeto "ad libitum", vada oltre il mercato, giacché l’impressione ricavata fin qui dal percorso della compagine etnea è che non si sia riusciti a trovare il bandolo della matassa. Potrebbe arrivare anche Van Basten, fondamentalmente, ma se non c’è un’idea di gioco e se non si corre, l’obiettivo finale non si potrà mai raggiungere. Quindi, prendiamoci questi tre punti che ci consentono di tenere il passo di Juve Stabia, Trapani e Catanzaro, vittoria conquistata unicamente grazie al primo gol in rossazzurro di Di Piazza (perché, per il resto, si è rasentato il nulla in fatto di gioco e di corsa), ma non illudiamoci che si sia risolto qualcosa sotto il profilo tecnico-tattico, altrimenti sarebbe la fine.

Senza una fisionomia di gioco, quasi a febbraio...
Sulla carta, Trapani e Catanzaro, per parlare solo delle dirette concorrenti in classifica, non sembrano avere organici superiori al Catania; eppure, vedendole giocare, si ha la certezze che siano squadre, in ogni caso, “portatrici sane” di una propria fisionomia tattica, di una propria idea di gioco. Assistendo a una gara dei rossazzurri, di contro, questa impressione non la si evince. Anzi, non si capisce proprio come giochi la squadra allenata da Sottil. E rimane assai facile agli avversari, anche a coloro che non dovrebbero avere alcuna chance di competere, imbrigliarne le trame e incepparne i fragili meccanismi. Basta correre, pressare e il gioco è fatto. Così, è chiaro, non si può andare avanti. Il Catania deve prendere atto che a centrocampo si deve cambiare idea tattica. Ci si può permettere UN SOLO giocatore dal passo “calante”. Punto. E in attacco non ci si può permettere NESSUN giocatore in difficoltà dinamica o tecnica. Contro il Rende, mister Sottil ha riproposto lo stesso centrocampo di Siracusa (Carriero-Lodi-Biagianti, dove il primo corre ma non ha i 90’, il secondo non corre e il terzo va in debito d’ossigeno dopo 45’), ottenendo le stesse risposte (gioco: zero), mentre in avanti ha dato ancora spazio a un Curiale francamente in stato confusionale, quando avrebbe potuto benissimo inserire Di Piazza nel suo ruolo di centravanti e giocare con due esterni di ruolo, uno fra Vassallo e Brodic insieme a Manneh, per esempio, dato che Sarno ancora non può essere disponibile (non Barisic, però, perché quando è stato inserito nella ripresa ha fatto comprendere a tutti come sia giunto il momento di chiudere definitivamente, per il bene della sua carriera, una storia che forse si è protratta più a lungo del necessario). Comprensibile che le assenze di gente come Rizzo e Marotta possano aver pesato, ma il perseverare su strade già battute e poco proficue non ha giovato al Catania. Detto ciò, è necessario rimarcare come, dopo un primo tempo equilibrato in cui i soli Baraye, Carriero, Manneh e Di Piazza sono riusciti a dare qualcosa in più alla manovra del Catania (in specie, il gol di rapina dello stesso ex leccese al 20’, su azione susseguente a corner), nella ripresa il Catania sia andato completamente in riserva d’ossigeno, concedendo tutto il campo possibile agli ospiti, i quali non sono riusciti a pareggiare solo per la propria insipienza in fase offensiva (il Rende, in piena crisi, proveniva da tre sconfitte consecutive e si presentava al “Massimino” senza il suo giocatore migliore, Awua). Pochissime le sortite in ripartenza degli etnei e, per giunta, scellerate, con due clamorosi errori davanti alla porta di Curiale, il quale avrebbe potuto benissimo chiudere una gara che, invece, è rimasta apertissima fino alla fine. Una traversa benigna ha anche salvato nel secondo tempo l’incerto Pisseri sul tiro-cross dai trenta metri di Zivkov, uno dei migliori in campo. E, così come a Siracusa, improduttive sono risultate le mosse in corsa di Sottil. Sostanzialmente inutile il cambio Carriero-Bucolo, molto male Barisic al posto di Di Piazza, senza esito la sostituzione del pur affannato Lodi con Angiulli a 12’ dalla fine. Ciliegina sulla torta, a testimoniare l’enorme sofferenza, il cambio conclusivo Esposito-Manneh, con il Catania che finisce la partita tutto rintanato in difesa a protezione del gollettino. Se il Rende avesse pareggiato, dopo una mossa del genere, sarebbe crollato lo stadio (seppur non gremitissimo…). Molto rischiosa, a Catania. Contro il Rende. In Serie C. Adesso, l’auspicio è che la società prenda le decisioni necessarie e completi un mercato finora da 6 (è giunto un solo giocatore, Sarno, a coprire un ruolo scoperto; Carriero e Di Piazza, buoni giocatori, sono andati ad aggiungersi in ruoli –mediano e centravanti- già muniti) con una mezzala d’inserimento (dopo che, purtroppo, è sfumato Palumbo) e un centrale difensivo (considerato che Esposito non fornisce garanzie).

A Vibo o si cambia marcia oppure si riscontreranno gli stessi problemi…
La Vibonese di patron Caffo è assai più in forma del Rende e, sul proprio campo, sta dando filo da torcere a tutti. Se il Catania si presentasse in Calabria nelle stesse condizioni attuali, le percentuali che possa materializzarsi l’ennesima figuraccia salirebbero alle stelle. La speranza è che in settimana la società sistemi le cose in modo che il futuro si colori di un verde squillante… Let’s go, Liotru, let’s go!!!