Tempo di risposte

Vincenzo Grella insieme a Domenico Toscano oggi a Altamura

Vincenzo Grella insieme a Domenico Toscano oggi a Altamura 

Max Licari sul pari di Altamura. Tempo di decisioni nette in merito a infortuni. Prestazione modesta, ma grave errore arbitrale.

Un Catania in emergenza, di mediocre qualità e, soprattutto, di scarso peso politico

Cominciamo dall'improcrastinabile. Se la società rossazzurra DA SUBITO non metterà mano alla problematica relativa agli infortuni, si condannerà a un inaccettabile e autolesionestico destino di sventura. La dirigenza etnea ha il DOVERE di fornire immediata risposta. Risposta che non potrà che essere una e una sola: CAMBIAMENTO. Cambiare un sistema che non funziona da anni e che continua a produrre disastri. Dalle parole dell'A.D. Grella a fine gara sembrerebbe che finalmente si sia presa coscienza di questo enorme "bug", ma adesso si attendono solleciti provvedimenti. Quanto accaduto ad Altamura è solo l'ennesimo atto, a naso non conclusivo, di una tragica sequela di stop muscolari capaci di inficiare in modo significativo il rendimento di una compagine già di suo non di primissima qualità. Scoprire dalla distinta di gara che Allegretto e Inglese sostanzialmente non fossero disponibili, malgrado quest'ultimo risultasse per onor di firma in panchina; assistere alle prestazioni desolanti di atleti rientranti da poco da acciacchi di varia (perlopiù lunga) durata; accompagnare con gli occhi pieni di rabbia l'uscita dal campo in barella di Guglielmotti, il quale presumibilmente risulterà il più recente fra i giocatori destinati a lungodegenza per lesioni muscolari; ecco, tutto ciò non può che essere considerato devastante, non solo per il tecnico e per la dirigenza, ma soprattutto per una tifoseria ormai sconfortata e pericolosamente assuefatta alle disfatte, sotto tutti i profili. Lo stesso Vicepresidente rossazzurro, che pare aver compreso come strategicamente, in frangenti similari, sia giusto e doveroso da parte della società "metterci la faccia" e farsi sentire, ha anche posto l'accento sul grave errore commesso dall'improvvido signor Mastrodomenico, capace di negare nel finale un solare rigore a Stoppa, un penalty che avrebbe quasi certamente sancito la vittoria degli uomini di Toscano, per poi a stretto giro di posta espellerlo per un'inezia. Tuttavia, pur nella consapevolezza dei gravissimi torti subiti (non gli unici in questa stagione...), Vincenzo dovrebbe chiedersi il perché ciò avvenga con puntuale regolarità, magari autorispondendosi nell'unica maniera logica possibile: il Catania ha scarso peso politico in Lega e in Federazione, cosa incredibile (o, forse, consequenziale a errori strategici anche in questa direzione?) qualora si consideri la sproporzionata importanza e grandezza della piazza etnea rispetto alla categoria (infima) di appartenenza. Non solo, Pelligra e tutta la dirigenza etnea dovrebbero anche prendere consapevolezza dell'incontestabile fatto che, se il Catania, a quota 40 punti, si trova ai margini del decimo posto in classifica a dieci giornate dal termine della regular season, la responsabilità primaria non può essere addossata agli infortuni o agli arbitri di turno, ma a un organico nel complesso non all'altezza delle ambizioni iniziali. Una rosa "vecchia", poco qualitativa in determinati reparti e non completata né in estate né durante la finestra di mercato invernale. Non sarà certo sfuggita al dirigente italoaustraliano la pochezza tecnica di una difesa che, Di Gennaro o meno, commette sistematicamente errori da matita blu che consentono a formazioni modestissime come Casertana o Altamura di confezionare un insperato numero di occasioni da rete (i pugliesi di Di Donato ne hanno prodotte non meno di cinque o sei); non gli sarà sfuggita la dipendenza in termini di qualità a centrocampo da un solo giocatore, Jimenez (se funziona, si può coltivare qualche speranza durante il match, se non funziona, è notte fonda); non gli sarà sfuggito il livello qualitativo dell'attacco, reparto anch'esso "monofondato", considerato che, quando manca Inglese, gli altri interpreti si attestano più o meno al livello dei colleghi di Messina, Altamura o Latina. Ebbene, se tali "solide realtà" non possono essere ignote all'amministratore delegato, potrà ben comprendere come, per il bene della società stessa, il tempo degli alibi debba tramontare definitivamente per lasciare spazio a quello della consapevolezza, della trasparenza, della chiarezza e, in special modo, del "decisionismo". È necessario, insomma, fare, fare presto e con fermezza  anche qualora fosse indispensabile la cosiddetta "mannaia" in qualche settore della società stessa. Sia chiaro, la questione di base non è la delusione per lo scialbo pareggio di Altamura o per quello precedente del "Massimino" al cospetto della Casertana, ma la preoccupazione,  seria e fondata, per il futuro prossimo di un sodalizio che ha l'obbligo di fornire segnali di mutamento.

Jimenez, una luce nel buio

Diciamocelo chiaramente, il ragazzo spagnolo, pur deludente una settimana fa contro la Casertana, è risultata l'unica fonte di "luce" cui affidarsi in campo per illuminare una manovra povera tecnicamente e mal supportata atleticamente. Che sia, insieme a Inglese, il miglior giocatore a disposizione del trainer calabrese non può minimamente esser messo in dubbio, così come (e lo sa anche lui) debba trovare in sé stesso lo "scatto psicologico" in direzione di una maggiore costanza di rendimento. Al "D'Angelo", il 10 rossazzurro ha disputato una gara propositiva sia in termini di "fosforo" sia a livello di efficacia negli inserimenti in zona gol. La rete del pareggio trovata a fine primo tempo, grazie a un inusuale colpo di testa da due passi su cross di Celli, sta a testimoniare questa sua verve di giornata, purtroppo, non accompagnata da altrettanta efficienza da parte dei compagni, protagonisti di una prestazione assai modesta al cospetto di un avversario ancor più, se possibile, di basso livello. Toscano, obbligato dalle numerose assenze a schierare un 3-4-1-2 zeppo di seconde linee, da Gega come "braccetto" mancino a Celli ancora a sinistra in mediana, da Frisenna in mezzo (per il febbricitante Di Tacchio) a Montalto in avanti per l'infortunato (a sorpresa) Inglese, deve ancora una volta fare di necessità virtù. Ma di virtù se ne riscontrano poche... Troppe le indecisioni in difesa, come le due esiziali di Celli al 2' (Leonetti, solissimo in ripartenza centrale, si fa ipnotizzare dal provvidenziale Dini in disperata uscita) e al 24' (netto fallo da rigore sul solito Rolando, trasformato da Leonetti, alla sua tredicesima rete stagionale). Il difensore ex Ternana ne produrrà un'altra, grave, nella ripresa, prima di essere sostituito, ma ha comunque il merito, come già detto, di aver messo dentro il cross per la deviazione aerea vincente di Jimenez al 46'. In mezzo, tanta difficoltà, con il solo De Rose a cercar di costituire una diga in mediana, tanta confusione e approssimazione, al di là delle estemporanee "accensioni" del predicatore nel deserto di origine iberica. Nella ripresa, Toscano cerca di cambiare qualcosa, inserendo Raimo al posto di un deludente Gega (ammonito), ma con risultati insufficienti, considerata l'insipienza offensiva di Montalto (rilevato da Stoppa al 65') e De Paoli. L'infortunio di Guglielmotti fa il resto, costringendo l'allenatore, che aveva già tolto lo stanco Celli per Quaini, a inserire Luperini e spostare Frisenna a esterno destro. Emergenza pura. Inutile sottolineare come nel corso di quasi tutta la seconda frazione siano stati i padroni di casa a rendersi maggiormente pericolosi, in almeno quattro occasioni, con Rolando, Simone, De Santis e i neo entrati Palermo (due volte) e Onofrietti, tutte generate da errori tecnici importanti della scarsamente tecnica retroguardia etnea. Tuttavia, l'episodio del 81' non può non essere rimarcato e considerato decisivo. Di Pinto clamorosamente aggancia Stoppa in area, sarebbe rigore sacrosanto, ma Mastrodomenico sorvola e, addirittura, qualche secondo dopo espelle lo stesso ex Vicenza per una supposta (e inesistente) reazione segnalata dal visionario collaboratore di linea. Fatto grave, gravissimo, che non può non stimolare una presa di posizione ufficiale da parte della società. Addirittura, il Catania avrebbe anche l'occasione per vincere, ma De Rose, esausto, non inquadra la porta da trequarti campo dopo un'uscita suicida del portiere pugliese Viola. Il sofferente finale consegna un punticino che non può certamente soddisfare né i soliti duecento "eroi" presenti nel piccolo impianto di Altamura, né l'intero popolo rossazzurro affranto dal reiterarsi di stagioni deludenti. Il momento continua ad essere delicato e domenica prossima al "Massimino" si presenterà un Foggia arrabbiato per la sconfitta interna subita dal Potenza, cui l'undici di Toscano dovrà opporsi con l'ennesima formazione rabberciata. Come già accennato a inizio editoriale, è giunto il momento ineludibile dei fatti, delle decisioni. Decisioni. Let's go, Liotru, let's go!!!