Sorrentino a CC.COM:''Triste per Di Marzio. Devo a lui l'inizio della mia carriera''

Roberto Sorrentino, portiere rossazzurro anni ottanta

Roberto Sorrentino, portiere rossazzurro anni ottanta 

Il ricordo del mister Gianni Di Marzio, scomparso in queste ore, nelle parole di Roberto Sorrentino

La notizia della perdita di mister Gianni Di Marzio ha rattristato tutto l'ambiente calcistico e, in particolare, i tanti sostenitori rossazzurri che ricordano sempre con affetto l'allenatore della promozione in Serie A ottenuta nel 1982. La nostra redazione ha contatto telefonicamente il capitano di quella squadra, il portiere Roberto Sorrentino, che ci ha manifestato la sua tristezza per la notizia ricevuta.

Caro Roberto, la notizia della morte di mister Di Marzio è stato un duro colpo

Stamattina, appena ho letto la notizia sul web, il pensiero è andato subito a ciò che Gianni Di Marzio ha rappresentato per me. Devo dire grazie a lui, infatti, se sono entrato nel mondo del calcio che conta perché da giovanissimo, avevo circa 14 anni, giocando con una squadra di un piccolo paese (Cairano) , feci uno stage con con il settore giovanile del Napoli guidato proprio da Gianni Di Marzio. Sostenni un provino e, devo confessare, che mi superai perché riuscii a fare delle ottime parate e così, nemmeno il tempo di tornare a casa, ricevetti la telefonata del Napoli che mi feci firmare il cartellino per una cifra vicina ai 400mila lire. Ecco quello fu l'inizio della mia carriera e devo ringraziare Gianni per aver segnalato il mio nome

Anni dopo vi ritrovaste a Catania in quella cavalcata trionfante fino agli spareggi vincenti disputati all'Olimpico conquistando la promozione in A

Devo dirti che quando Gianni arrivò a Catania, io manifestai l'intenzione di andare via dal capoluogo etneo perché avevo mia suocera che stava molto male e mia moglie voleva avvicinarsi a Roma. Poco dopo ricevetti una telefonata da Gianni che mi tenne al telefono per oltre un'ora dicendomi che lui aveva accettato di venire a Catania a patto che io restassi in rossazzurro. Così iniziammo insieme un percorso che ci portò ad ottenere quella promozione storica all'Olimpico. Ricordo che lui preparò quegli spareggi con la solita serenità che lo contraddistingueva. Nello spogliatoio ci disse: "Ragazzi siamo arrivati fin qui senza essere tra i favoriti e a questo punto giochiamo il tutto per tutto perché non abbiamo nulla da perdere". E così tornammo a Catania da veri eroi.

Le vostre strade, dopo Catania, hanno preso percorsi diversi ma siete rimasti in buoni rapporti?

Assolutamente si. Con Gianni c'era un rapporto di vera amicizia, che andava oltre le vicende calcistiche. C'è un ottimo rapporto con tutta la famiglia Di Marzio, in particolare con suo figlio Gianluca che è cresciuto insieme a mio figlio Stefano e non sono mai mancate occasioni in cui uno non abbia ricordato l'altro. C'è sempre stato un rapporto sincero, che forse ultimamente è difficile da trovare nel mondo del calcio perché oggi quasi tutti stringono rapporti per meri scopi personali. Con Gianni, invece, era tutto molto limpido e vero ed è per questo che la notizia della sua perdita mi ha lasciato un grosso vuoto. Non lo dimenticherò mai!