Silve...strike!!!

Capitan Silvestri, uno

Capitan Silvestri, uno "strike" da tre punti... 

Max Licari sulla vittoria di Monopoli. Azzerata la penalizzazione. Bene la difesa, buon lavoro di Rosaia, Welbeck e Sarao.

La vittoria del carattere
Possiamo cominciare sommessamente a dirlo: a prescindere da come si svilupperà il campionato del Catania nei prossimi mesi, la sensazione è che Maurizio Pellegrino e Vincenzo Guerini stiano compiendo un piccolo miracolo. Malgrado un budget assai esiguo, l’area tecnica rossazzurra è riuscita a comporre una squadra di categoria, una di quelle capaci di lottare su ogni palla nei campi più disparati, di badare alla sostanza più che alla forma, fra l’altro seguendo (per la prima volta nella storia recente del sodalizio etneo) le indicazioni dell’allenatore. La gara di Monopoli, nel suo svolgimento e nella sua conclusione, sembrerebbe testimoniare tale assunto. Presentatosi in terra pugliese da sfavorito, per di più al cospetto di un team dato in perfetta salute, Il Catania è sceso in campo con la concentrazione feroce di chi sa che i 90’ successivi si sarebbero in ogni caso configurati come un inferno da cui emergere quanto più orgogliosamente possibile. Pochi fronzoli, tanta corsa, giusta determinazione e capacità di sfruttare le poche occasioni concesse da un avversario per molti versi simile; questi gli ingredienti, messi in campo dalla truppa di Raffaele che, alla fine, torna a casa con un “cleen sheet” e una vittoria meritata, strappata con le unghie e con i denti, dopo aver battagliato fieramente fin oltre il novantesimo minuto. I rossazzurri hanno legittimato il prezioso successo che consente loro di azzerare in soli due turni la penalizzazione di 4 punti mostrando una virtù decisiva in questa categoria: l’impermeabilità difensiva. Zero occasioni concesse al Monopoli nel suo campo. Gli attaccanti di Scienza sono stati letteralmente cancellati dalla difesa etnea, supportata in modo efficace dal sacrificio di centrocampisti e attaccanti. Una prima risposta positiva a chi si domandava se effettivamente, alla luce del mercato ancora non chiuso, fosse proprio quello arretrato il reparto maggiormente rafforzato. Ebbene, Tonucci, Claiton e Silvestri hanno disputato una partita impeccabile: praticamente imbattibili sulle palle alte, mai in difficoltà nell’uno contro uno, sempre concentrati in marcatura, anche in occasione delle palle inattive, vero e proprio “tallone d’Achille” durante la scorsa stagione. In più, il capitano si è reso protagonista della rete decisiva, siglata al 52’ su “pennellata” di Rosaia, fra i più positivi in mediana. In buona sostanza, quello che spesso in passato aveva dovuto subire il Catania (agonismo, gioco fisico e ”punizione” a seguito di sporadici episodi per lo più susseguenti a gioco da palla inattiva), è stato “inflitto” ai pugliesi dagli stessi rossazzurri. Una vittoria da Serie C “pura”. E questo, al di là di tutto, è il dato più confortante. Se, infatti, la strategia di base dovesse essere quella di creare un gruppo solido, compatto, in grado di far bene su qualsiasi campo, per poi “impreziosirlo” a gennaio, qualora dovessero (come tutti auspichiamo, ci pare inutile anche solo specificare a cosa ci si riferisca) essere innestati capitali freschi in società, con due o tre “ciliegine” in grado di elevare ulteriormente il tasso tecnico complessivo, ebbene, si potrebbe anche pensare a una sorta di “delitto perfetto”. Ovviamente, il “se” appare d’obbligo oltre che “discriminante”: in caso contrario, il Catania dovrebbe unicamente proseguire su questa strada, cercando di lottare con il coltello fra i denti fino alla fine, alla ricerca del risultato migliore, nella consapevolezza che, comunque, questa si presenta come la più classica delle stagioni di transizione, in cui cominciare a “costruire” un futuro migliore. Magari, cominciando anche a pensare di affidarsi a professionisti del settore in grado di gestire la società a livello di relazioni con l’ambiente e con le istituzioni in modo più efficace, evitando determinate “falle” che hanno inevitabilmente recato nocumento all’immagine di chi nei fatti (è questo il paradosso) sta facendo un grande lavoro di “normalizzazione” all’interno di un club reduce dalle macerie.

Un 5-3-2 solido
Le scelte di mister Raffaele appaiono chiare. Contro il modulo “a specchio” di Scienza, ai tre difensori centrali affianca due esterni difensivi (Calapai e Albertini, quest’ultimo impiegato a sinistra), mediana robusta con Vicente a dettare i tempi del gioco accanto a due mezzali di gamba come Rosaia e Biondi, attacco affidato alla coppia Sarao-Reginaldo. Il match subito si sviluppa nel modo più “classico”: padroni di casa più manovrieri, alla ricerca di trame in mediana volte ad attivare i due veloci attaccanti Starita e Santoro, Catania guardingo, in attesa di sorprendere i biancoverdi con veloci ripartenze. Gli etnei si dispongono con una robusta linea a cinque, due mediani a fornire copertura e il solo Biondi a cercare talora la percussione in appoggio alle due punte, peraltro spesso disposte ai rientri a supporto del centrocampo. In questo senso, ottima la prestazione di Sarao che, fin quando è rimasto in campo, permette alla squadra di salire con un perfetto lavoro fisico di sponda, guadagnando spesso calci di punizione funzionali a far respirare i propri compagni nei momenti di maggior pressione avversaria. Infatti, né Giorno né Paolucci, i centrocampisti più tecnici del Monopoli, riescono mai a trovare il bandolo della matassa, anche perché i due esterni, e in specie il pericoloso Tazzer, vengono ben contrati da Albertini e Calapai. Certo, nemmeno il Catania poteva “brillare” nella manovra, considerato che a questa squadra chiaramente manca un uomo d’ordine (a questo proposito, si punta sul reintegro definitivo di Maldonado). I rossazzurri si limitano a battagliare pallone su pallone, nella speranza di poter sfruttare qualche occasione su calcio piazzato. Il risultato della prima frazione è riassumibile in un tiro dai 25 metri di Sarao bloccato dal giovane estremo difensore locale Pozzer. Monopoli non pervenuto in area di rigore rossazzurra, in cui giganteggiano i “tre moschettieri”. Annotazione tattica: ancora probabilmente non è stata trovata la giusta collocazione a Biondi. Il ragazzo, durante la scorsa stagione, ha fatto benissimo da esterno d’attacco nel 4-3-3 o nel 4-2-3-1; nel 3-5-2 è stato provato prima da “quinto” a sinistra, poi da mezzala sempre a sinistra, ruoli nei quali appare un tantino “limitato”. Sarà compito precipuo di Raffaele trovare la giusta posizione nello scacchiere tattico a Kevin, considerato che trattasi di uno degli uomini di maggiore qualità in organico. Nella ripresa, il Catania continua a tenere botta, a dispetto della volontà di Scienza di aumentare il potenziale d’attacco dei suoi, tanto da far subito esordire il nuovo acquisto Marilungo, attaccante di lunga militanza in categorie superiori, gettato nella mischia già al 56’. Contro i Dioscuri della difesa etnea, poco o nulla possono gli avanti pugliesi che, a fine partita, conteranno nel tabellino zero occasioni costruite. Di contro, l’intelligente ingresso di Welbeck già al 51’ al posto dell’ammonito Vicente garantisce al Catania maggiore dinamismo (ottima la partita del ragazzo ghanese). Un minuto dopo, ecco la rete di Silvestri che consente poi ai rossazzurri di controllare il gioco senza particolari affanni, cercando di rendersi talora pericolosi in ripartenza, soprattutto dopo l’ingresso del rapido Gatto al posto di Reginaldo. Da questo punto di vista, vi è ancora molto da migliorare, soprattutto in fatto di assistenza e tiro in porta, ma siamo all’inizio, il tempo c’è. Da sottolineare, con estremo piacere, una “chicca” statistica: Izco, entrato in campo al 87’ al posto di Biondi, uguaglia “Topolinik” Mascara nella graduatoria delle presenze in maglia etnea: 238 per il mediano argentino che, insieme alla punta di Caltagirone, occupa adesso il quarto posto “all times” dietro l’imprendibile Morra (320), Biagianti (284) e Rado (257).

Peccato per il Trapani, prossimo passo: Juve Stabia a Lentini
Dispiace molto per gli amici trapanesi e per la situazione paradossale creatasi in seno alla società granata. Non presentandosi a Catanzaro, il club del discusso “presidente” Pellino verrà automaticamente estromesso dal campionato di Serie C, falsandolo irrimediabilmente (si continuerà a 19 squadre). L’ennesima vicenda “orribile” che dimostra quanto farsesco sia il calcio italiano e le sue istituzioni di vigilanza. Concluso lunedì sera il mercato (dovrebbe giungere un difensore centrale, forse un altro attaccante e, probabilmente, ancora qualcosa “in uscita”, oltre alla già realizzata cessione di Curcio al neopromosso Foggia), si potrà finalmente pensare solo al campo. Sabato non si giocherà proprio contro il Trapani nello stadio di Lentini, prescelto per consentire le necessarie cure al manto erboso del “Massimino”. Lo si farà mercoledì prossimo, sempre al “Nobile”, contro le “vespe” della Juve Stabia, appena retrocesse dalla Serie B. Lo spirito di rivalsa, visto il recente passato, non dovrebbe mancare ai rossazzurri... Let’s go, Liotru, let’s go!