Sigi, occorre un altro acquisto: un "frontman"!

Nicolosi, Le Mura e Ferraù durante la presentazione della maglie 2021/22

Nicolosi, Le Mura e Ferraù durante la presentazione della maglie 2021/22 

Considerazioni sulla gestione della comunicazione della proprietà del club, alla luce delle recenti dichiarazioni del socio Palma.

Come se non bastassero tutti i problemi con cui la proprietà del Catania deve convivere da quando ha rilevato il club, ad essi si aggiungono quelli che si attira con le condotte ed in particolar modo con le dichiarazioni dei propri soci. L'ultimo in ordine di tempo è stato Giovanni Palma, consigliere di amministrazione Sigi, intervenuto lunedì a Corner. "I tifosi devono pensare soltanto a tifare, la società ha il compito di gestire al meglio con le risorse che ha", - ha dichiarato - stigmatizzando il basso numero di paganti in occasione della gara con la Fidelis Andria. Non è la prima volta, del resto, che la Sigi manifesta un certo fastidio di fronte all'interesse sulle vicende societarie. Eloquente la reazione dei vari Ferraù, Nicolosi, Maugeri, nel corso della conferenza di presentazione delle nuove maglie, nel momento in cui il collega Federico Lo Giudice evidenziò che la proprietà aveva il dovere di spiegare ai tifosi se avrebbe dovuto restituire o meno i famosi 500.000 euro versati dall'ignoto gruppo maltese all'atto dell'iscrizione. Già in quell'occasione, lo stesso Ferraù sostenne fermamente il concetto secondo cui i tifosi non dovrebbero occuparsi di vicende societarie, mentre altri, come Santagati e Maugeri, invitavano la stampa ad utilizzare toni più "ottimistici" ed evitare un terrorismo mediatico che potesse far scappare potenziali investitori.

Occorre sgombrare il campo da ogni equivoco e chiarire fermamente alcuni punti:
1) per i tifosi etnei il Catania non è una normale squadra di calcio da seguire allo stadio o in tv la domenica per poi dedicarsi ad altro nel resto della settimana, ma una vera e propria ragione di vita, in virtù della quale, da sempre, ogni aspetto viene puntualmente sviscerato (si pensi ai design delle maglie, ai prezzi della campagna abbonamenti, alle dichiarazioni di quel giocatore piuttosto che di quel dirigente);
2) a rafforzamento del punto n. 1, non si può non evidenziare come l'enorme attenzione ambientale e mediatica nei confronti di ogni singolo aspetto riguardante la gestione societaria è stata indotta dalla stessa proprietà. Già il fatto stesso che alla vigilia dell'iscrizione al campionato sia stato fatto un appello alla città con un'apposita raccolta fondi, rende legittima e fisiologica la lente d'ingrandimento della piazza. Una piazza, tra l'altro, la cui soglia d'attenzione è stata aumentata dalle vicende degli ultimi anni ed il cui grado di pazienza è ormai ai minimi termini per l'assenza di prospettive certe e per il contraccolpo della mancata cessione a Joe Tacopina, il cui ventilato approdo aveva restituito un po' di speranza per il futuro, poi bruscamente cessata. A ciò si aggiunga il modo in cui sono gli stessi esponenti Sigi ad alimentare il chiacchiericcio con le dichiarazioni, spesso dai toni e contenuti differenti e contradditori, che vengono rilasciate agli organi di stampa;
3) suggerire alla stampa in che modo comportarsi è il modo più triste di approcciarsi ad essa nonché una mancanza di rispetto nei confronti della professione giornalistica, il cui cardine è costituito dal rispetto della verità sostanziale dei fatti. Se gli investitori scappano la "colpa" è delle carte, dei conti del club, non dell'articolo di giornale che riporta lo stato delle cose o ciò che accade dalle parti di Torre del Grifo. Peraltro, nella maggior parte dei casi, come detto, si tratta di notizie filtrate dagli stessi soci, per cui chi è causa del suo mal pianga sé stesso.

A proposito di contraddizioni, l'obiettivo salvezza sventolato da Palma a Corner ne costituisce l'ultimo esempio, nonché un incomprensibile autogol mediatico. Che il "puntiamo alla promozione" di Ferraù fosse una boutade era chiaro; il "miglioriamo il piazzamento della scorsa stagione" di Pellegrino è stato smentito in radice dalle operazioni di mercato che hanno confermato una situazione societaria complessa, con risorse ridotte all'osso che hanno costretto il direttore dell'area sportiva a fare di necessità virtù, liberandosi dei contratti di alcuni big e puntando parecchio sulla linea verde. Ma francamente, parlare di obiettivo salvezza pare eccessivo. I Calapai, Pinto, Maldonado, Piccolo, Ceccarelli, Russotto, sono poche squadre di C a vantarli. Le incognite legate ai tanti giovani presenti in altri settori del campo legittimano la consapevolezza di un campionato meno competitivo rispetto a quello dell'anno scorso. Ma dando uno sguardo agli altri organici, non ci sembra che il Catania possa o debba temere di non poter accedere ai playoff (ed infatti lo stesso Palma, discorso salvezza a parte, ha fatto cenno alla possibilità di raggiungere il 9°-10° posto). Che queste analisi le facciano i giornalisti o i tifosi è normale. Ma che sia un membro del CdA della società controllante a smorzare (più del dovuto) quel minimo di entusiasmo che la doppietta di Leon Sipos aveva restituito all'indomani della gara con la Fidelis Andria, è sconfortante e fa cadere le braccia a terra. Infelice anche la considerazione sui pochi paganti: in primo luogo le presenze allo stadio non si pretendono ma si "guadagnano" con lavoro e risultati; inoltre, è evidente che abbia inciso in tal senso il fatto che l'apertura della prevendita è iniziata praticamente alla vigilia della partita, poco più di 24 ore prima del calcio d'inizio.

Per tutte queste ragioni, anche alla luce del recente rinnovo del CdA di Sigi e dell'intenzione, manifestata dal presidente Nicolosi in un'intervista ad Antenna Uno Notizie, di rinnovare parecchi aspetti, incluso quello della comunicazione, ci sembra che non sia più procrastinabile che la comunicazione inerente le vicende societarie venga affidata ad un professionista del settore, che funga da portavoce, da "frontman", se vogliamo anche da parafulmine, un po' come faceva Fabio Pagliara durante la trattativa per rilevare il club nel 2020. Sarebbe un investimento assai più importante del difensore o dell'attaccante svincolato, perché l'attuale modus comunicandi della Sigi sta danneggiando la Sigi stessa, complicando l'encomiabile lavoro dei professionisti che operano al suo interno, e rendendo ancor più esasperato il clima all'interno della tifoseria.