Semu 'nda B!!!

Martinho, ancora una volta il migliore dei suoi...

Martinho, ancora una volta il migliore dei suoi... 

Max Licari sull'incredibile debacle subita dai rossazzurri a Vercelli. In evidenza un errato approccio alla categoria.

Allora non si è capito nulla...
Il sospetto era sopraggiunto al 94' di Catania-Lanciano, la partita di Vercelli ne sancisce la pericolosissima sostanzialità: n'ana caputu nenti... Non hanno compreso dove si trovano, perché vi si trovano e dove dovranno trovarsi a fine campionato. Moooolto pericoloso. Veeeeery dangerous. Da puma del Mato Grosso, il sostenitore catanese è passato a incazzarsi come un diavoletto della Tasmania trapiantato nella nuova rotonda di Piazza Galatea. La speranza di tutti è che sia lecito pensare di poter inserire un "ancora" fra "non hanno" e "compreso". Un avverbio che farebbe tutta la differenza del mondo. Facciamo un rapido ripasso a beneficio di Spolli e compagni.

Allora, ehm, vi trovate QUI:

--------->> SERIE B,

perché

--------->> AVETE MERITATO DI ESSERCI.

A giugno dovrete trovarvi QUI:

--------->> SERIE A.

Poesia zero, chiacchiere zero, giustificazioni zero
Per adesso, non ci siamo. Per niente. Due partite con Lanciano e Pro Vercelli, 1 punto, 6 gol subiti tutti nei secondi tempi, dopo essere giunti all'intervallo in vantaggio. Cioè, sostanzialmente, tre reti in 45' nella prima e tre reti in 45' nella seconda partita contro due squadre non accreditate dei favori del pronostico, tra cui una neopromossa senza alcuna velleità e con un parco giocatori che, complessivamente, vale meno della metà dell'ipotetico valore del cartellino di Castro. Una sorta di film horror a metà strada tra gli artiglioni di Freddy Krueger in "Nightmare" e le possessioni della bambocciona Regan in "L'Esorcista".Tutto ciò vanifica il dato dei gol siglati, buono: 5 reti, score da squadra importante. Segno che le qualità per fare bene ci sono, ma che la strada intrapresa ancora "non spunta"... La realtà è che il campanello d'allarme squillato sabato scorso, ha cominciato a suonare come una sirena al "Silvio Piola", nell'ambito di quella che può essere considerata come una delle pagine più nere del Catania negli ultimi 10 anni. Una sconfitta brutta, dolorosa e inaccettabile sotto ogni punto di vista, non solo perché subita da una squadra di modestissima caratura, ma soprattutto perché giunta quando gli etnei erano in vantaggio di un gol e di un uomo, a causa dell'ingenua espulsione di Cosenza dopo appena mezz'ora di gioco. Una squadra forte ed esperta, una squadra in special modo "calata" nella categoria, una partita del genere la gestisce e la chiude a piacimento. Il Catania l'ha invece persa di testa e di gamba, facendosi soggiogare, sotto il profilo della grinta e della voglia di lottare, da un manipolo di ragazzi encomiabili che, alla fine. hanno pienamente meritato il risultato di prestigio. Scazzola e soci hanno esultato come se avessero vinto la Champions League: questo è quello che bisogna attendersi ogni maledetto sabato (o giù di lì). Cavolo, capiamolo subito, non perdiamo tempo! Ho visto, nella ripresa, gente vagare in campo convinta di essere a Manchester o a Madrid, inconsapevole di trovarsi piuttosto in un campo in sintetico di ridotte dimensioni davanti a 3.500 spettatori. Il pienone, fra l'altro... Gente cui magari è stato sussurrato di aver ricevuto richieste da Van Gaal o Villas Boas, gente che forse sogna di giocare contro Di Maria o Ribery, ma che deve e dovrà cimentarsi contro Gatto e Marchi. Carusi, capitan Nicolas, 'mbare Gino, zu Lucas, menza parola, cambiamo registro... e anche prima di subito perché, se perdiamo troppo tempo, poi recuperare posizioni sarà sempre più difficile e si giocherà con l'ansia di dover vincere tutti i costi! Pellegrino, nelle interviste postpartita, è stato onesto come al solito, riconoscendo la carenza dei suoi ragazzi nell'approccio mentale alla categoria. Bene, ci aspettiamo che si ponga subito mano a questa problematicità potenzialmente letale. Inutile nascondere come sia lui in primis sotto osservazione da parte della "piazza", sia lui purtroppo il "condannato" a dover convincere i tifosi di poter essere un tecnico vincente. Mi auguro veramente di tutto cuore che possa vincere la sua battaglia, ma la dura realtà è che non avrà margini d'errore elevatissimi. Dovrà rimettere la barca in sesto in tempi brevi...

Forse ci vuole più sostanza?
Capisco che Maurizio, avendo a disposizione una nutrita batteria di mezze punte ed esterni offensivi, abbia finora cercato di farne convivere il maggior numero possibile, in pratica tutti se si eccettua il solo Leto. Lo capisco, ma dovrà prendere atto che i risultati di questo tentativo di "4-2-fantasia" sono finora scarsi e, in una piazza "scottata" come Catania, con le enormi aspettative di pronta risalita alimentate dai legittimi proclami della dirigenza, tempo di trovare una "quadra" accettabile ve n'è pochissimo. E' vero che siamo all'inizio e che la condizione atletica non può essere ottimale, ma il Catania dà l'impressione di poter imporre la propria supremazia tecnica solo per 45', per poi crollare quando le gambe cominciano a cedere. In B, purtroppo, a parte qualche "zemanata" sporadica (ma con Verratti, Immobile e Insigne, non si parte, forse, comunque favoriti?), vincono le squadre più solide e ciniche, quelle che prendono pochi gol e colpiscono al momento giusto. L'esatto opposto di quanto fin qui mostrato dai rossazzurri. Probabilmente, Pellegrino sarà nell'immediato futuro costretto a schierare un 4-3-3 più solido, inserendo contestualmente Rinaudo, Calello e Chrapek, con Rosina nel suo ruolo naturale d'attaccante, insieme al fin qui intoccabile Martinho e alla prima punta imprescindibile, Calaiò. Giocare con due mediani (e se si gioca con Chrapek, a Vercelli assente per impegni di Nazionale come Gyomber, lo si fa con un centrocampista più portato a offendere che a difendere), un trequartista arretrato sulla linea dei centrocampisti (Rosina), due esterni d'attacco (Martinho e Castro) e una punta (Calaiò, assente per squalifica e sostituito assai male da Cani), ti espone a ripartenze micidiali alimentate dalle gambe veloci dei tanti ragazzotti di belle speranze di cui pullula il torneo cadetto. In pratica, se non chiudi subito la partita, a lungo andare rischi troppo. E anche in maniera immotivata.

Stesso film
E' successo contro il Lanciano di Gatto e Thiam, si è riproposto il medesimo tema contro la Pro Vercelli di Marchi, Scavone, Bellone e Di Roberto. Il Catania ha tutto sommato controllato le operazioni nel primo tempo, è andato in vantaggio di un uomo, ha sbloccato con la seconda rete stagionale di Martinho, migliore dei suoi, su buona incursione di Monzon, ha giochicchiato senza affondare, ma senza rischiare più di tanto, è andato negli spogliatoi soddisfatto e convinto di aver già svolto la maggior parte del lavoro ed è rientrato in campo molle, imborghesito, senza verve, facendosi sorprendere da un cross dalla sinistra (Peruzzi ancora latitante) e un colpo di testa di Marchi, beatamente solo in piena area piccola tra Sauro e Spolli, senza che il complessivamente incerto Frison sia stato in grado di uscire con autorevolezza. Una "galleria degli orrori" cui si aggiungono l'espulsione assai ingenua di Sauro, il raddoppio dei padroni di casa susseguente a una punizione regalata con pazzesca ingenuità e il gol decisivo di Ronaldo (bravo "cristiano", ma non "Cristiano"...) su calcio piazzato, complice Frison che non copre adeguatamente il proprio palo. Magra consolazione il constatare come la reazione di carattere, alla stessa stregua di una settimana prima, avesse condotto al pareggio di Rosina su rigore (secondo di fila trasformato dall'ex senese): il penalty scaturisce da un'estemporanea azione personale di Martinho che dribbla 4 avversari e si fa stendere in piena area. Il dato reale è di contro, questo: gli etnei, in vantaggio di un uomo e di una rete, non hanno prodotto una sola palla gol. Grave, avendo a disposizione contropiedisti di provato valore. Insomma, un coacervo terrificante di errori individuali e difficoltà reali di approccio alla categoria.

Chi ha capito e chi no
Passando alla valutazione della prestazione dei singoli, direi che ancora una volta i migliori si sono confermati Rinaudo, Rosina e Martinho, i quali sembrano gli unici ad aver compreso l'andazzo generale. I tre meritano una sufficienza ampia. Un po' meglio Monzon, limitatamente alla fase di spinta offensiva. Da rivedere Calello, come da rivedere risulta Alberto Frison, il quale magari meriterà la Serie A come dice il suo procuratore, ma lo deve dimostrare sul campo. E non mi sembra che la prima puntata del film lo abbia visto compiuto protagonista. Male Peruzzi, Spolli, Sauro e Castro, i quali sembrano coloro che maggiormente abbisognano di "lezioni di B". Capitolo a parte per quanto concerne Cani e Leto. L'albanese aveva una chance importante a disposizione, ma non l'ha sfruttata. L'argentino è subentrato e, come al solito, ha mostrato un notevole ritardo di condizione. Tutto ciò non aiuta la società, la cui scelta di puntare su di loro in qualità di vice-Calaiò agli occhi dei supporters non può prendere in alcun modo quota. Quello che devono capire al più presto questi ragazzi è che la colpa non è dei tifosi che si lamentano, perché lo si fa a tutte le latitudini, che ci si chiami James Rodriguez, Mario Gomez o Edgar Cani; la colpa è di chi entra in campo e non "antuppa a vucca" a coloro che si lamentano. Cioè, non devono essere i tifosi ad autoflagellarsi per qualche critica in più, ma i giocatori a farli ricredere con le buone prestazioni, dato che nessun sostenitore "vero" sarebbe scontento di ammettere di avere sbagliato una valutazione su questo o quel calciatore. Certo è che coloro i quali hanno criticato la scelta di puntare su Cani come punta di riserva, dopo questa partita potranno dire di non aver avuto torto a farlo. L'auspicio di tutti è che l'albanese possa far ricredere tutti in futuro. Ma dovrà giocare in tutt'altro modo...

A Perugia non si potrà sbagliare
Potrebbe sembrare prematuro dirlo, ma una squadra e una società come il Catania in Serie B non può darsi tempi troppo lunghi. Proprio per questo la difficile trasferta di Perugia assume i contorni di una prova, se non decisiva, importantissima per Pellegrino e i suoi ragazzi. I padroni di casa, a dispetto della qualifica di matricola, sono primi in classifica a punteggio pieno e hanno maramaldeggiato a Bari contro una delle favorite del campionato. Se i rossazzurri "ci sono" e se "questo" progetto ha un futuro, devono battere un colpo, reagire e cambiare registro. Nel risultato certamente, ma soprattutto nell'approccio mentale e nella conduzione di gara. Rientreranno Gyomber, Chrapek e Calaiò, ma è più una questione di testa che di uomini. L'allenatore ci dovrà lavorare duro in settimana e fare scelte anche forti per il bene della squadra. I tifosi non possono essere contenti, devono essere "riconquistati". Let's go, Liotru, let's go!!!