Sassi per la strada...

Mister Rigoli, imbattibilità e nodi tattici ancora da sciogliere...

Mister Rigoli, imbattibilità e nodi tattici ancora da sciogliere... 

Max Licari sul soffertissimo pareggio di Matera. Punto d'oro, ma prestazione poco incisiva. C'è da migliorare sensibilmente...

Punto d’oro, prestazione scarsamente incisiva
Partiamo da un presupposto: se giochi così e non perdi, vuol dire che le prospettive non sono cattive. Tuttavia, ciò che emerge dalla gara di Matera non può e non deve far felice Rigoli e la società. Parliamoci chiaro: se qualcuno dovesse pensare che il soffertissimo e rocambolesco pari in terra lucana fosse il frutto di una prestazione convincente sia nell’insieme, sia nelle singole individualità, sarebbe l’inizio della fine. Se, di contro, si interpretasse la “buona sorte” di Matera come un solido punto di partenza funzionale a una rivisitazione dell’assetto complessivo della squadra, allora qualche “speranziella” concreta per il futuro ci sarebbe. Poco ha funzionato nel Catania, se non il carattere (in gran parte dovuto alla carica di capitan Biagianti) e la voglia di non arrendersi mai. Qualità, per carità, fondamentali in Lega Pro, ma non sufficienti a ottenere la promozione in B. Per quello ci vuole altro. "Altro" che di rado si è visto al cospetto dell’undici di mister Auteri. Gli alibi servono a nulla. Pertanto, così come ad Andria, appigliarsi alla direzione di gara sarebbe da veri perdenti. Il signor Paolini non ha concesso un netto rigore ai padroni di casa al 44’, assegnandone poi uno meno netto al 85’; inoltre, ha espulso Djordjevic al 66’ per un doppio ”giallo” che, a termini di regolamento, può starci. Insomma, nulla di trascendentale. Invece, è necessario appuntare l’attenzione sul complessivo svolgimento della partita: cinque o sei nitide palle gol per il Matera, nel contesto di un dominio costante; un solo tiro in porta (Paolucci al 8’) per i rossazzurri. In più, un rigore fallito da Infantino. La Dea Bendata, questa volta, è stata benigna nei confronti degli etnei, capaci di tornare a casa con un risultato positivo che definire fantastico è poco, oltre che forti di una imbattibilità in grado di mantenere discretamente alto il morale, sebbene il “meno” continui a caratterizzare la classifica. “Meno uno”, vero, ma sempre “meno”. D’altro canto, non bisogna dimenticare come tre trasferte consecutive siano sicuramente pesanti da affrontare. Altresì, non si può non mettere in conto che il Catania avrà a disposizione due gare casalinghe consecutive non “impossibili” con Akragas e Fondi; due match da non fallire assolutamente se si vuole rimanere a galla.

Undici iniziale poco adatto all’avversario
Contro una formazione forte come il Matera, per giunta allenata da uno come Auteri che punta tutto sul pressing alto e le percussioni sulle corsie laterali, non mi aspettavo che Rigoli mettesse in campo quell’undici iniziale. Al di là dell’impossibilità di cambiare in difesa, vista l’indisponibilità di Bergamelli e l’assenza di ricambi sugli esterni (testimoniata dal fatto che il tecnico rossazzurro, una volta espulso Djordjevic, non ha potuto sostituirlo con un pari ruolo), un centrocampo lento e compassato impostato su Scoppa e Silva non poteva non andare in difficoltà contro la mediana locale, impostata sul bravo Iannini, lasciato libero di dirigere in maniera indisturbata il gioco per tutta la durata della gara. E, infatti, nel primo tempo, il Catania non l’ha sostanzialmente beccata, sbagliando fra l’altro numerosi tocchi in uscita. In aggiunta, il segnale lanciato alla squadra, 4-3-3 “anomalo” con un centrocampista, Fornito, al posto di un attaccante (Calil o Piscitella), non mi sembra sia stato adeguato alla bisogna. In sostanza, una mossa “conservativa” che ha evidenziato un certo timore nei confronti dell’avversario. Il risultato è stato il peggior Catania della stagione, ancor più deludente di Andria per intenderci, incapace di creare un solo pericolo (a parte una conclusione ciccata da Paolucci in avvio di partita) e perennemente in balia di un avversario che solo per la scarsa vena di un appesantito (eufemismo) Negro e del poco incisivo centravanti Infantino non è stato in grado di chiudere il match già nella prima frazione. Poco reattivi sulle fasce i due terzini; imprecisi e atleticamente inferiori ai dirimpettai Scoppa e Silva; nervoso e mai in partita Russotto; isolato e ancora in ritardo di condizione Paolucci. Con questi presupposti, pensare di poter vincere in trasferta risulta assai complicato. E meno male che i due centrali difensivi, al netto di qualche imprecisione ancora da eliminare, hanno retto botta e Biagianti ha lottato su ogni palla da vero capitano…

Meglio nella ripresa, ma…
Evidentemente Rigoli si sarà fatto sentire negli spogliatoi, perché il Catania è tornato in campo più compatto, complice anche un naturale calo del pressing lucano. Tuttavia, mi sarei atteso subito una sostituzione: Di Cecco (ruolo per ruolo) o Piscitella (con Fornito restituito al suo ruolo naturale d’interno) al posto dell’evanescente Silva. Rigoli ha ritenuto, invece, di mantenere tutto invariato, salvo poi dover sostituire il brasiliano al 60’ con Di Grazia, alla ricerca di maggior velocità sulle ripartenze. Purtroppo, il Catania, pur tenendo meglio il campo, non ha mai dato l’impressione di poter impensierire Bifulco, tornando a cedere campo nella seconda parte della ripresa. L’espulsione del mancino serbo ha fatto il resto, trasformando gli ultimi 25’ in una sorta di assedio che l’ingresso di Di Cecco e Anastasi per i deludenti Russotto e Paolucci non è riuscito ad arginare del tutto. Da approfondire, in special modo, il perché Iannini, assurto a controfigura di Rivera, sia stato lasciato per tutti i 90’ libero da marcature nella prima fase di impostazione del gioco, mentre Scoppa ha “beneficiato” di una “gabbia” personalizzata, con Infantino in prima battuta. Che, probabilmente, sia un’annata diversa rispetto alla precedente, lo si evince dal rigore (per il sottoscritto, dubbio il fallo di Pisseri) fallito da Infantino: in altri tempi, la palla avrebbe incocciato il palo interno e sarebbe entrata in porta, generando una sconfitta assai dolorosa, seppur meritata. Prendiamo, dunque, questo match di Matera come un segno del destino, nella consapevolezza che si deve migliorare tanto, magari con qualche scelta diversa da parte dell’allenatore. Un fatto è, comunque, certo: così, in trasferta, si farà poca strada. O si cambia registro o non si andrà da nessuna parte. “Intelligenti pauca”.

Akragas per la media inglese
Mister Rigoli domenica prossima affronterà nuovamente (dopo la Coppa Italia) il suo passato, l’Akragas. Gara in ogni caso difficile contro una compagine proveniente da un risultato positivo. Oltre alla necessaria vittoria (che manterrebbe il Catania in perfetta media inglese), ci aspettiamo un po’ tutti netti miglioramenti in fatto di condizione e gioco. E, magari, lo “scioglimento” di qualche nodo tattico fin qui poco chiaro. Mancherà Djordjievic e, non essendo a disposizione sostituti di ruolo (a meno che non recuperi Parisi), ci chiediamo se non possa scoccare l’ora di Bergamelli, magari con Bastrini sulla sinistra. O anche un Calil di nuovo in campo. Ma è troppo presto per fare supposizioni… Let’s go, Liotru, let’s go!!!