Russotto atto terzo: The power of love

Andrea Russotto, maglia numero 7, abbracciato da Biagianti al termine della gara di Brindisi

Andrea Russotto, maglia numero 7, abbracciato da Biagianti al termine della gara di Brindisi 

Dopo Lecce anche a Brindisi il numero 7 rossazzurro è stato decisivo: che sia la (s)volta buona?

Brindisi, pomeriggio di fine estate. Nella terra dove risuonano i versi di Albano Carrisi – la natia Cellino San Marco dista appena 28 chilometri dallo stadio “Franco Fanuzzi” – una compilation d’amore sublima la tanto sospirata ed attesa manifestazione di un calciatore, classe 1988, il cui nome nel lontano (non lontanissimo) 2007 era stato inserito nella lista dei 50 giovani più promettenti al mondo stilata dal mensile inglese World Soccer. Una vera e propria promessa del calcio nostrano germogliata a Treviso, trapiantata (con la soddisfazione di aver fatto il grande affare) a Napoli e coltivata con cura nel giardino dell’Under 21 azzurra. Promesse… da marinaio, non mantenute a pieno, che sfociano in una carriera ben al di sotto delle aspettative iniziali: Bellinzona, cadetteria tra Crotone e Livorno, fino alla discesa in terza serie di Carrara e Catanzaro. Nell’estate del 2015 la triade Bonanno-Pitino-Ferrigno lo porta in Sicilia. Per Andrea Russotto, allora ventisettenne, si tratta probabilmente dell’ultima grande chance per riagganciare il calcio che conta. Il debutto non è proprio dei migliori: il 20 settembre, in quel di Matera, nella gara d’esordio del campionato di Lega Pro, il Catania vince per 1-0 (gol di Scarsella) mentre Russotto lascia anzitempo il terreno di gioco per via di un “rosso” rimediato al minuto 76. Scontato il turno di squalifica l’attaccante romano si presenta più carico che mai per la gara interna contro l’Ischia Isolaverde, match che segna il suo debutto al “Massimino”. Russotto segna su punizione il gol del momentaneo 2-2 e incanta la platea etnea. “Farà grandi cose” è il pensiero comune, ma il proseguimento del campionato non sarà dei migliori sia per lui che per la squadra. Tra alti (i tre gol al Melfi tra andata e ritorno, la rete vittoria al Messina) e tanti bassi (discontinuo, tal volta troppo fumoso e poco concreto) si arriva alla gara del 7 maggio 2016 , l’ultima del campionato. Al “Massimino” arriva la Fidelis Andria. Al Catania di Checco Moriero, per evitare l’onta dei play-out, occorre battere i pugliesi e sperare in un aiutino dagli altri campi. Il primo tempo si conclude sull’1-1, poi, in avvio di ripresa, è proprio Russotto a riportare in vantaggio il Catania. È il gol vittoria che salva l’Elefante senza l’ausilio della pericolosissima coda degli spareggi. La prima annata in rossazzurro si conclude con 6 reti in 25 gare. Si può fare di più.



DI MALE IN PEGGIO
Nell’estate 2016 il Catania cambia volto, in tutti i settori. In panchina arriva mister Rigoli, in campo i “senatori” Biagianti e Paolucci, mentre nella stanza dei bottoni ritorna Pietro Lo Monaco. Nella lista dei confermati della stagione precedente figura Andrea Russotto, con una voglia matta di riscatto. Macché, il secondo anno si rivela peggio del primo: 2 reti in 30 gare e tante giornate grigie. Una delle poche giornate di gloria è quella dello scorso 6 dicembre. Nel pantano del “Massimino” Russotto infiamma i pochi ed infreddoliti tifosi presenti con una prestazione maiuscola: gol, assist e giocate d’alta scuola. Alla sua uscita dal campo, al minuto 87, il popolo rossazzurro gli tributa la meritata standing ovation. Gara della svolta, della rinascita? Assolutamente no. La prestazione monstre contro il Monopoli rimane un episodio isolato. Ancora tanto grigio, tanto fumo e poco arrosto sulla griglia. A gennaio l’interesse del Foggia di Stroppa sembra concludere anzitempo l’esperienza catanese di Russotto. Non se ne fa niente, Andrea rimane a Catania mentre i satanelli spiccano il volo verso la B. La seconda parte di stagione è ancor più tormentata di quella vissuta l’anno prima. Il Catania, passato velocemente tra le mani di Rigoli, Petrone e infine Giovanni Pulvirenti, inanella una sconfitta dopo l’altra. Nella sala stampa di Catanzaro, dopo il quinto K.O. di fila, Russotto ci mette faccia e voce ma le sue parole non convincono più di tanto: “Non è una situazione facile, la vivo ormai da due anni: non siamo contenti dei risultati che vengono, non sono contento delle mie prestazioni, non sono contento di fare delle partite di merda…però che devo fare? L’unica cosa è continuare a lavorare. Se ci fosse una spiegazione a questa situazione sicuramente andrei in campo in un altro modo o per lo meno risolverei questo problema. Sono consapevole che le mie prestazioni non sono all’altezza, ho passato un momento simile già mesi prima di gennaio e spero di riprendermi al più presto. È giusto che la gente ci insulti, che ci faccia le pernacchie perché la responsabilità è la nostra: purtroppo non ho la bacchetta magica e non riesco a trovare la soluzione. Noi, come gruppo, soffriamo, non stiamo bene; c’è gente che soffre, c’è gente che non sta bene neanche coi propri figli. Noi non siamo felici, ma sono consapevole che queste mie parole non servono a nessuno. Non dobbiamo buttarci giù, sono convinto che faremo i play-off ma per fare ciò bisogna invertire questa rotta”. Alla fine i rossazzurri conquisteranno i play-off più per demeriti altrui che per meriti propri, mentre il destino di Andrea Russotto appare lontanissimo dalle falde dell’Etna.



UNA NUOVA HIT
La radio è accesa, dal cruscotto viene fuori un CD nuovo di zecca. Parte la musica, traccia dopo traccia il genere è lo stesso. “E poi all’improvviso, sei arrivata tu. Non so chi l'ha deciso, m'hai preso sempre più. Una quotidiana guerra con la razionalità. Ma va bene purché serva per farmi uscire…”. E ancora: “L'amore conta, l'amore conta.Conosci un altro modo per fregar la morte? Nessuno dice mai se prima o se poi. E forse qualche dio non ha finito con noi. L'amore conta”. E ancora: “Come fa bene l'amore, come fa bene l'amore. Come fa bene l'amore non c'è niente che fa bene così”. Pezzali, Liga e Morandi: il concetto è lo stesso. Senza base musicale, ma con lo spirito di chi sente veramente il cambiamento, nello scetticismo generale di chi si attendeva soltanto la cessione, arriva nel cuore dell’estate un imprevisto prolungamento contrattuale fino a giugno 2019 dal sapore di dichiarazione d’amore: "Mi aspetto molto di più da me stesso sul piano disciplinare e della continuità. L’esperienza insegna, sono cresciuto ed ho capito molte cose grazie anche alla mia compagna, Veronica, una ragazza catanese che mi rende felice e quando la serenità assiste un calciatore, in campo, si vede. Il mio legame con questa città e con questi colori è profondo ed intenso: ho voglia di riscatto. Sono fiero di essere un giocatore del Catania. Qui finiscono le parole, dovrò essere capace di aggiungere i fatti”. Non è Pezzali, né Liga né Morandi. E’ semplicemente il messaggio di Andrea Russotto, pronto alla terza ed ultima chiamata in rossazzurro: quella decisiva. Alle parole seguono i fatti: tre reti in sei partite tra campionato e Coppa Italia, con segni evidenti di concretezza e continuità nelle prestazioni mai viste nelle precedenti due stagioni.Un Russotto rinato e innamorato, che proprio in quel di Brindisi ha dimenticato quella “notte dalle ore più lunghe che non passano mai e quei minuti che durano un’eternità”. Quel sole tanto atteso, che illumina la sua carriera e il rossazzurro, sembra essere ritornato e in quel sole correrà veloce Russotto. “Un altro uomo troverai in me e che non può più fare a meno di te”. Parola di Albano.