Roma-Catania: analisi del match

 

La sconfitta del Catania all’Olimpico contro la Roma in numeri, statistiche e grafici.

In balia dell’avversario per 90 minuti, il Catania incassa la nona sconfitta consecutiva stagionale in trasferta. L’assenza di punti racimolati lontano dalle mura amiche è il lauto prezzo da pagare, causato dalle evidenti deficienze caratteriali e motivazionali, ancora prima dei limiti tecnici e degli equivoci tattici. Tutte considerazioni meritevoli di attenzione da parte di società, tecnico e giocatori.
Contro il Bologna, sfida salvezza, non esistono alternative alla vittoria.

L o score delle due compagini  



DISPOSIZIONI IN CAMPO ED ASSETTO TATTICO

Fatta eccezione per lo squalificato Spolli, il tecnico De Canio ripropone l’undici che aveva impattato con l’Hellas Verona al Massimino la scorsa settimana.
Frison tra i pali; linea difensiva a quattro costituita da Peruzzi, a destra ed Alvarez a sinistra, Rolin e Legrottaglie centrali. A centrocampo Guarente gioca davanti alla difesa, affiancato da Izco e Plasil. In avanti, spazio al tridente Barrientos, Leto e Castro.
Rispetto all’ultima uscita, De Canio restringe notevolmente il raggio di azione dei due attaccanti esterni – Barrientos e Castro – ed ordina ai quattro difensori di disporsi in linea, rinunciando al supporto dei terzini in mediana.
Tiberio Guarente, contro l’Hellas vertice basso del triangolo di centrocampo, è invece supportato dai due compagni in mediana che stazionano quasi sulla stessa linea.

Il 4-3-3 e la densità di gioco durante la prima frazione.  



Le assenze di De Rossi e Strootman, entrambi squalificati, impongono a Garcia una rivisitazione del centrocampo e gli suggeriscono un cambio modulo. Il 4-2-3-1 utilizzato contro il Catania – sistema di gioco che ha i suoi primordi negli anni ’70 ma che tornò in auge con Mourinho, nel triplete del 2009/10 all’Inter - consiste in una novità assoluta per i giallorossi, questa stagione sempre schierati attraverso un 4-3-3, ma rappresenta un ritorno al passato per il tecnico francese, che già alla guida del Lille, stagione 2010/11, lo aveva scelto come modulo base, riuscendo a conquistare quell’anno coppa e titolo nazionali.

Sovvertendo tutti i rumors della vigilia, che volevano Florenzi in campo dal primo minuto come terzo di centrocampo, Garcia getta nella mischia quattro attaccanti, da subito e rispolvera pertanto il 4-2-3-1, all’interno del quale trovano spazio l’estremo difensore De Sanctis; gli esterni difensivi Maicon – che vince il ballottaggio con Vassilis Torosidis – e Dodo, rispettivamente a destra e a sinistra ed i centrali Castan e Benatia; Bradley e Pjanic stazionano invece in mediana mentre Ljjajic, Totti e Gervinho sulla trequarti; Mattia Destro è il riferimento offensivo.


Il 4-4-2 etneo della ripresa  



A fine primo tempo Gino Peruzzi rimane negli spogliatoi e viene rilevato da Biraghi che si colloca a sinistra, consentendo al compagno Alvarez di guadagnare la corsia laterale, quella destra, a lui più naturale.
Al minuto 59, a partita virtualmente già chiusa, Garcia richiama in panchina Mattia Destro per Taddei, a lungo indicato in settimana come possibile sostituto dello squalificato Strootman. La Roma adesso passa ad 4-3-2-1, lasciando in avanti il solo Gervinho, supportato da Totti e Ljajic. De Canio risponde con l’inserimento di Bergessio in luogo di Castro e sette minuti più tardi Monzon rileva Leto. I rossoazzurri sono adesso schierati attraverso un classico 4-4-2, con Barrientos alle spalle del neo entrato Bergessio.
I successivi due cambi in casa Roma, Florenzi per Pjanic (81’) e Ricci per Totti (87’), non comportano modiche tattiche di rilevo.

FLUSSI DI GIOCO E TATTICA

La sterilità della manovra rossoazzurra  



I flussi di gioco etnei in numeri  



Contro la Roma la gara è da dimenticare. I rossoazzurri non sono mai della gara e vengono sovrastati dagli avversari, atleticamente e tecnicamente, in ogni reparto di campo.
Tra le venti squadre del torneo, il Catania occupa la non invidiabile ultima posizione anche in termini di possesso palla. I diciannove minuti di possesso contro la Roma – contro Napoli e Juventus il Catania aveva fatto peggio, tenendo il pallino del gioco per soli 16 primi - la dicono lunga sulla capacità della squadra nella organizzazione della manovra.
La mancanza di un vero play maker, la mortificazione di Barrientos a terzino e la posizione ibrida di Plasil, non consentono, a ragion veduta, ad ambire di più in fatto di costruzione di gioco. Se agli equivoci tattici si sommano quelli tecnici, determinati da scoramento e disattenzione, la frittata è servita: con una percentuale nell’accuratezza nel passaggio del 56%, i rossoazzurri sono ad oggi la squadra della serie A che sbaglia di più in palleggio; con una percentuale del 35% in termini di pericolosità nei confronti della porta avversaria, il Catania è la compagine del torneo che meno impensierisce le retroguardie avversarie; con appena 450 palloni giocati a gara, ancora, il Catania è la squadra che è meno avvezza alla circolazione del pallone.

Bradley è il regista basso, Totti il trequartista  



La Roma impiega quindici minuti per metabolizzare il nuovo assetto tattico. Comincia l’azione sempre da dietro (solo 9 i passaggi lunghi utili nel corso del match) e ricerca la profondità con costanza – 50 passaggi bassi utili nella metà campo rossoazzurra. Bradley rileva nella posizione e nei compiti lo squalificato De Rossi ed è il regista basso della squadra. Dai suoi piedi transitano la maggior parte dei flussi di gioco giallorossi e detta i tempi con una accuratezza nel passaggio invidiabile, con una percentuale dell’86%. Totti si colloca alle spalle di Mattia Destro, parte da centrocampo ed è l’anello di congiunzione tra i reparti di centrocampo ed attacco giallorossi. Con 27 giocate utili, realizzate per lo più sulla trequarti avversaria, è ancora il leader indiscusso della compagine capitolina.
La giornata di grazia dell’attaccante per un giorno Benatia, è frutto anche da una attenta fase difensiva. Tra i giallorossi il marocchino è il migliore in fase di interdizione, recuperando 21 palloni e vincendo 8 contrasti aerei.


IN&OUT: PLASIL E LEGROTTAGLIE

E’ tra i pochi a battersi fino al novantesimo. Ma predica da solo 



Due errori sulla quaterna della Roma. Graziato dal direttore di gara nei due interventi da rigore.  




EPISODI

Sul corner di Totti, il Catania difende a zona perdendo di vista il più lontano Benatia 



Con la difesa in linea, un centrocampo a 3 offre il fianco agli avversari  



Sul gol di Destro, c’è la pericolosa parità numerica in area di rigore  



Sul secondo gol di Benatia, il Catania difende a zona con 7 uomini sulla linea d’area. Facile smarrire chi parte da dietro.