Rigolosamente pari

Andrea, ormai una certezza...

Andrea, ormai una certezza... 

Max Licari sul buon punto conquistato a Foggia. Grande difesa, ora attendiamo il gioco...

Più “cuore” che gioco
Una settimana fa avevo scritto che una risposta al quesito “è il Catania squadra da primi posti?” l’avremmo ricevuta senz’altro dal match di Foggia. Ebbene, cancellando del tutto la prova di Coppa Italia a Messina, che non prendo nemmeno in considerazione (come se non fosse mai esistita per il sottoscritto), è giunta dalla Puglia una replica “a metà". Nel senso che i rossazzurri hanno sicuramente dimostrato di poter competere per i primi posti, di avere “cuore”, grinta e abnegazione da leader, malgrado non abbiano ancora un gioco da prime della classe. Oltre, naturalmente, ad avere un organico ancora incompleto nel reparto avanzato, necessariamente da "aggiustare" a gennaio. Ma questo è un discorso che, mi pare, si possa allargare a tutte le squadre di vertice. Se si considera, infatti, che gli etnei hanno giocato con le prime quattro in classifica, ottenendo due vittorie casalinghe (Juve Stabia e Lecce) e due pareggi esterni (Matera e Foggia), si può infatti arguire che un po’ tutte le contendenti debbano colmare qualche lacuna nella finestra invernale di mercato. Ora, il dubbio che sta cominciando a martellarmi insistentemente il cervello è questo: è il gioco di Pino Rigoli che penalizza gli attaccanti oppure lo stesso Rigoli, avendo compreso l’insipienza offensiva dei suoi presunti bomber, ha genialmente pensato di articolare un blocco difensivamente compatto in grado di fargli ottenere continuità e risultati, in attesa di ricevere dal mercato di gennaio le “bocche da fuoco” capaci di fargli fare il salto di qualità anche in avanti? La domanda non è peregrina, giacché tante sono le critiche che piovono sul capo dell’allenatore di Raccuja in merito al “non gioco” offensivo della squadra, seppur onestà intellettuale voglia che il rendimento dei vari Paolucci, Calil o Russotto debba essere considerato per quello che in realtà è, totalmente insufficiente. E onestà intellettuale imporrebbe pure di considerare i risultati dell’ultimo mese: perfetta media inglese, tre vittorie interne (Messina, Lecce, Paganese), tre pareggi esterni (Taranto, Melfi, Foggia). Risultati che pongono il Catania, in fatto di punti conquistati, appena dietro la tambureggiante Juve Stabia di Fontana, attuale capolista. Il dibattito, quindi, è più che aperto. Personalmente, non mi piace come attualmente gioca il Catania, ma non posso non considerare legittima la controreplica: "ciccio", in Lega Pro vuoi anche trovare il gioco? È indubbio, per esempio, che le prime quattro, offensivamente facciano meglio del Catania, ma i rossazzurri hanno la miglior difesa del girone e, dato da tenere in considerazione, le stesse capofila, contro l’undici di Rigoli, hanno incontrato difficoltà notevoli proprio in avanti: nessun gol segnato da Matera, Lecce e Foggia, uno dalla Juve Stabia. È vero che i lucani sono stati molto sfortunati e i salentini si sono imbattuti nel miracoloso Pisseri, tuttavia con i “se” e con i “ma” da nessuna parte si va (scusate la rima) e, qualora ci mettessimo a intavolare elucubrazioni del genere, dovremmo andare a considerare il furto in piena regola subito al “Massimino” dall’Akragas, con tanto di gol regolare annullato a Calil, i rigori non dati qui o lì, il più che probabile gol non convalidato a Fornito proprio allo “Zaccheria”, etc. Lasciamo stare e atteniamoci ai meri fatti. Essi dicono che il Catania ha racimolato 19 punti (12 reali, considerata la penalizzazione), un bottino non eccezionale ma in evidente crescendo, con il già citato trend più che positivo delle ultime sei gare. Una situazione, quindi, di “stallo”, a metà fra il claudicante inizio e il buon prosieguo. La risultanza di tutto ciò pare possa essere la seguente: il Catania è una buona squadra, in grado di competere con le prime, purtroppo con evidenti problemi offensivi e una incognita ancora irrisolta in merito al gioco. Rigoli riuscirà, con interpreti diversi in attacco, a far giocare meglio questa squadra oppure siamo di fronte a limiti congeniti al tecnico medesimo? Mi sembra che la questione sia tutta qui e che gli “accapigliamenti” dei tifosi risiedano essenzialmente in questo “busillis”. La mia posizione rimane equilibrata: Rigoli finora non mi ha convinto, ma attendo con ansia, auspico quasi con bramosia di essere smentito, in modo tale da poter celebrare un grande Catania guidato da un allenatore in ascesa.

Punto positivo: buon primo tempo, ripresa troppo rinunciataria
Parliamoci chiaro: quello di Foggia è un buon punto. Contro un avversario del genere e in un campo così difficile, tornare a casa con un risultato positivo e senza subire gol non può non essere considerato un felice esito. Poi, me ne rendo conto, risulta necessario andare ad analizzare a fondo la prestazione e vedere “come” sia giunto questo risultato positivo. Cominciamo con l'asserire come Rigoli abbia messo in campo gli uomini che un po’ tutti “caldeggiavamo”, a eccezione forse del discusso Paolucci, in ballottaggio (almeno nelle preferenze di giornalisti e tifosi) con Barisic. Ma, che Fornito e Mazzarani dovessero giocare insieme era opinione diffusa. Magari non esterno in un 4-5-1 (perché questo è il modulo adottato da Rigoli), io per esempio lo avrei preferito trequartista centrale in un 4-3-1-2, ma queste sono scelte tattiche che competono al tecnico. Gli altri uomini da "eleggere", poi, non potevano che essere quelli andati regolarmente in campo (Messina, ancora una volta, “docet”). In secondo luogo, tutti immaginavamo, conoscendo il modo di intendere calcio di Rigoli, che tipo di match si sarebbe sviluppato. Foggia manovriero in mezzo con Vacca e Agnelli, nonché tutto proteso in avanti, soprattutto sulle corsie laterali, grazie alla spinta continua garantita dalle classiche coppie Angelo-Chiricò e Rubin-Maza; Catania guardingo nella propria metà campo, dedito a sporadiche ripartenze, con Di Grazia e Fornito pronti a supportare l’isolato Paolucci. Rigoli ha pensato bene di chiudere a doppia mandata le fasce, demandando a Mazzarani e Di Grazia il compito di aiutare i rispettivi laterali difensivi, nonché assegnando a Bucolo e Biagianti il compito di randellare in mezzo. Insomma, il 4-5-1 molto difensivo cui si è già accennato, ma nel primo tempo non rinunciatario. Il Catania ha tentato di replicare al Foggia, imbastendo qualche buona ripartenza e, addirittura, segnando un gol con Fornito (splendida la sua rovesciata susseguente ad azione da calcio da fermo), non convalidato dall’arbitro, sebbene dalle immagini si possa evincere che con tutta probabilità la palla avesse varcato interamente la linea di porta. Insomma, pur lasciando il pallino del gioco ai padroni di casa, i rossazzurri hanno disputato una prima parte di gara autorevole, non concedendo in pratica nulla e mostrando di poter fare male all’avversario. Bene Di Cecco e Djordjevic, perfetti i difensori centrali, reattivi i due mediani e tutto sommato propositivi Fornito e Di Grazia. Un po’ troppo fuori dal gioco Mazzarani (non mi sembra che da esterno, seppur ipoteticamente più offensivo questa volta, sia troppo a proprio agio, l’ex modenese), ma l’impegno e l’abnegazione alla causa ne riscattano l’opacità della prestazione. Certo, poi devi avere un centravanti in grado di far salire la squadra, tenere palla, dare profondità, tutte possibilità che non ti offre l’attuale Paolucci. E nemmeno Calil. Forse neanche Barisic (ma io avrei tentato…). E lì, Rigoli colpe non ne ha. Ciò che rimprovero, invece, al trainer siciliano è non aver proseguito su questa strada anche nella ripresa. Il Catania si è ripresentato in campo un po’ troppo “basso”, eccessivamente preoccupato di non concedere spazi agli uomini di Stroppa che, come previsto, ha cominciato a inserire tutti gli attaccanti a disposizione, da Padovan al temuto Sarno. Il Catania ha, così, completamente rinunciato a giocare, superando raramente nei 45’ la metà campo e dando fiato alle velleità del Foggia. Non solo, il cambio al 69’ di Mazzarani con Parisi, ulteriore difensore, ha inviato un segnale ancor più chiaro: resistiamo e cerchiamo di portare a casa il punto. Un segnale, bisogna dirlo, non da grande squadra, da squadra forte che vuole giocarsela alla pari con l’avversario. Addirittura, dopo il tardivo ingresso di Anastasi al posto dell’improduttivo Paolucci (almeno, li catanese qualche fallo importante riesce a farselo fare unicamente “di fisico”), gli ultimi 5’ sono stati giocati con sette difensori di ruolo, dopo la sostituzione di Fornito con il rientrante Bastrini. Non oso pensare cosa sarebbe accaduto se il Catania avesse preso gol in una situazione del genere! A mio parere, sono proprio questi gli errori che Rigoli deve evitare, anche se mi rendo conto come l’importanza del risultato possa condurre a decisioni similari. Tuttavia, una squadra come il Catania, al netto della grande attenzione, abnegazione, determinazione, volontà espressa da ogni singolo calciatore, non può giocare una intera frazione completamente arroccato nella propria area, senza mai varcare la metà campo. È un concetto che l’allenatore dovrà comprendere gioco forza... Il Catania, in Lega Pro, non può giocare in modo così rinunciatario nemmeno a Foggia o a Lecce. Lo impone il blasone, ma anche l’organico a disposizione. Resta, comunque, la grande prova difensiva. Pisseri ha sì tirato fuori due o tre interventi importanti nella ripresa, ma non i miracoli esibiti contro il Lecce, per esempio. Il Catania, in definitiva, ha imbrigliato i rossoneri, impedendo loro di esprimere il proprio usuale gioco, senza quasi mai concedere evidenti occasioni da rete. Quindi, non mi pare che Stroppa possa recriminare più di tanto. Il pareggio è giusto e rispecchia l’andamento della gara.

Con il Catanzaro un unico risultato
Questo prezioso punto ottenuto in terra pugliese, congiunto alla ritrovata continuità di risultati, potrà divenire oro colato se il Catania non mancherà di fare il proprio dovere contro il Catanzaro (sconfitto al "Ceravolo" dalla scatenata Juve Stabia), squadra in piena crisi e fra le meno attrezzate del torneo. Niente scherzi e giusta attenzione all’aspetto mentale del match. Non bisognerà sottovalutare i calabresi (abbiamo visto ciò che è accaduto con l’Akragas, per dirne una) e si dovrà cercare, finalmente, di produrre una prestazione convincente anche in fatto di gol e di trame offensive. La solidità è stata trovata, non è poco. Adesso, sotto con il gioco… Let’s go, Liotru, let’s go!!!