Rifiorisce la speranza, no alle illusioni

Odjer, un ragazzo con gli attributi da veterano...

Odjer, un ragazzo con gli attributi da veterano... 

Max Licari sull'importante vittoria sull'Avellino, cruciale per morale e classifica. Nessuna illusione, pedalare a basta!

Lotta, sacrificio e… limiti evidentissimi
Si doveva vincere, lottando con forza, con le unghie e con i denti, dimostrando di voler ottenere la salvezza. Lo si è fatto. E i cori e gli applausi dello stadio a fine gara ne sono testimonianza. Onore, quindi, alla volontà e allo spirito di sacrificio mostrati in campo dalla truppa di Marcolin che, oltre a salvare la panchina, incamera la terza vittoria in campionato e tre punti vitali per l’asfittica classifica. Se questa difficile gara doveva rispondere alla domanda di tifosi e addetti ai lavori: “La squadra è ancora dalla parte dell’allenatore?”; ebbene, la risposta si è rivelata positiva e potrebbe far ben sperare in proiezione del finale di torneo. Tuttavia, attenzione, il condizionale è quantomeno d’obbligo, giacché la sofferta vittoria ottenuta contro un Avellino incerottato e proveniente da due sconfitte consecutive non cancella in alcun modo perplessità, dubbi, timori. Insomma, nessuna illusione, la situazione permane grave, la classifica è meritata. Solo olio di gomito e pedalare a fari spenti! I rossazzurri hanno vinto grazie a un rigore, che al sottoscritto è parso esserci (la trattenuta di Fabbro su Calaiò c’è e Baracani si trova a due passi, perfettamente piazzato), siglato dallo stesso Arciere, alla sedicesima rete stagionale, raggiungendo nella classifica “all times” dei cannonieri etnei gente come Fusco, Ghiandi, Crialesi e Gomez. Interessante notare come, in una stagione disastrosa in cui si rischia seriamente la retrocessione in Lega Pro, il Catania abbia fatto segnare il record di rigori siglati, ben 11 (nel 2011/12 furono 9). In questo senso, la domanda sorge spontanea: e senza i “benedetti” 11 metri, questa squinternata squadra dove si troverebbe? Detto questo, le indicazioni pienamente positive possono anche esaurirsi… In buona sostanza, dopo il solito primo tempo in cui si cerca di sfondare contro una squadra molto chiusa e si riesce pure a fare goal (come nel match interno con il Frosinone, mentre con lo Spezia si era segnato proprio a inizio ripresa), si è assistito a un secondo tempo denso di paure e di chiari errori individuali o relativi alla strategia complessiva di gestione. Una ripresa in cui la squadra avversaria ha preso possesso del gioco e attaccato a testa bassa, procurandosi occasioni su occasioni e rendendosi potenzialmente pericolosa in pratica a ogni palla scaraventata in area da qualsiasi posizione. Il tutto aggravato da clamorosi errori tecnici in ripartenza, a vanificare incredibili occasioni destinate a eventualmente chiudere il match ed evitare possibili cedimenti cardiovascolari agli angosciati tifosi, sugli spalti e non. L’Avellino, irrobustito dagli esperti Castaldo e Zito subentrati proprio nel secondo tempo, ha confezionato non meno di quattro-cinque nitide palle gol sventate da un super Terracciano (addirittura miracoloso sullo stesso Castaldo), un ex che ricorderanno a lungo in Irpinia, e dalla volontà di immolarsi per la causa del “redento” Capuano che, precocemente subentrato all’infortunato Sauro, si è riscattato dalle ultime disastrose prestazioni in virtù di un’ora di grande lotta contro gli attaccanti avversari (miracolosa una sua respinta sulla linea su conclusione di Comi). Contestualmente, lo spompato Rosina sprecava non meno di cinque ripartenze sulla carta letali con controlli a seguire errati o conclusioni rugbystiche da pochi passi; non facendosi mancare un’ammonizione per simulazione (francamente eccessiva, devo dire, giacché il fallo di rigore di Frattali sull’ex Zenit sembrava evidente) che lo costringerà a saltare, in quanto sotto diffida, la prossima trasferta di Varese. Una gara fondamentale che il Catania giovedì sera affronterà da terz’ultimo in classifica a quota 35, ma a un solo punto dal Crotone e a due da Latina (che comunque ha una partita in meno) e Ternana. In ogni caso, una lotta salvezza quanto mai viva, dato che dai 40 dell’Entella tutte ancora rischiano…

Il 4-3-1-2 salva Marcolin
Domanda al tecnico rossazzurro: hai vinto tre partite su 12; con quale modulo? La risposta esatta vale la salvezza… Questa volta Marcolin ritorna a furor di popolo al 4-3-1-2 e, seppur tra mille affanni, trova la vittoria “salvatutto”. È la dimostrazione che il coraggio paga e la certificazione del gravissimo errore commesso nelle ultime gare, purtroppo “pensate” in modo troppo conservativo. E’ vero, i Rosina, i Maniero, gli Sciaudone, i Mazzotta, i Del Prete (provvidenziale il suo rientro) non sembrano al massimo delle loro potenzialità, ma ALMENO tali potenzialità le possiedono… E in Serie B servono eccome! Certo, l’Avellino si presentava al “Massimino” senza giocatori come Ely, Sbaffo, Trotta e, come detto, con Castaldo e Zito in panca, ma i rossazzurri nella prima parte hanno fatto il proprio, tutto sommato meritando il vantaggio. Particolarmente apprezzabili, in mediana, la verve del giovane Odjer e uno Sciaudone un tantino più “presente”, nonché in avanti un indomito Calaiò, capace di cantare e portare la croce, sopperendo alle deficienze di Rosina e di un appesantito Maniero. Ciò che non doveva verificarsi è il pernicioso “far accadere”, per l’ennesima volta, il pauroso calo nella seconda parte di match, tramutatosi in una sorta di “sofferenza continuata” in specie dopo l’uscita per infortunio dello stesso centrocampista ghanese (sembrerebbe non essere nulla di grave), sostituito da un Escalante segnalatosi solo per un’entrata killer “impreziosita” dal consueto cartellino giallo-arancione. Troppi errori tecnici, troppi! Soprattutto di un irriconoscibile Rinaudo, peggiore dei suoi, ma anche di Mazzotta e Rosina, come già accennato. Da segnalare la solita sostituzione Maniero-Castro, questa volta “bagnata” da una buona mezzora dell’attaccante argentino, protagonista anche di un clamoroso palo. Tuttavia, Marcolin si segnala ancora una volta per l’estrema “ripetitività” delle sostituzioni: al netto dei cambi obbligati (Capuano ed Escalante), mai o quasi mai (solo in condizioni di estrema emergenza) un qualcosa che non sia una sostituzione “ruolo per ruolo. Il trainer ex padovano sembra quasi sempre restio a mutare il quadro tattico della gara, sebbene la squadra si mostri in palese sofferenza e l’allenatore avversario proponga varianti (Rastelli, con Castaldo, Zito e Mokulu ha messo davvero sotto gli avversari). Ma tant’è… Allo stato attuale non si può assolutamente andare per il sottile e questi tre punti sono oro, specialmente per il morale di squadra e ambiente. Addirittura meravigliosi i tifosi di tutti i settori dello stadio, con speciale menzione per quelli della Nord, capaci in un momento così delicato anche per quanto concerne i rapporti con la proprietà, di incitare dal primo all’ultimo minuto i ragazzi in maglia rossazzurra, dopo aver prodotto una splendida coreografia iniziale. E mi preme sottolineare anche la buona presenza di supporters avellinesi, intorno alle 300 unità, di gran lunga la tifoseria più calda e presente al “Massimino” quest’anno. Hanno meritato l’onore delle armi.

No ai voli pindarici
Attenzione, è necessario ribadire come i sogni di “sicura ripresa” al momento possano essere pericolosissime. Questa squadra non ha ancora mostrato segnali netti di ripresa, né tantomeno di piena guarigione. Solo voglia di lottare, che non è poco, intendiamoci. Quando si lotta per la salvezza è essenziale. Pertanto, si potrebbe anche nutrire qualche “speranziella” in più dopo gli orrori di Chiavari, ma niente di più. A Varese ci vorrà una riprova seria, senza proclami, senza aspettative, solo un’altra battaglia da onorare, magari con qualche errore in meno e qualche giocata utile in più. Nessuna illusione, nemmeno sulla base dell’evidente difficoltà dell’avversario, penultimo a 28 punti, penalizzato e sottoposto a continui cambi societari, nonché privo di squalificati importanti come Corti e il bomber Miracoli. Ci auguriamo che Marcolin prosegua su questa strada, senza “pensate” difensivistiche o inutili cambi di modulo, al fine di speculare sul Nulla cosmico, data l’evidenza della situazione. Fare risultato sarà imperativo, questo è poco, ma sicuro… Let’s go, Liotru, let’s go!!!