Questo Piccolo grande amore...

L'era Tacopina comincia con il piede giusto...

L'era Tacopina comincia con il piede giusto... 

Max Licari sul successo contro il Foggia. Qualità e quantità, bene Piccolo e Welbeck. Ok l'esordio di Sales e Russotto.

Una nuova era
La svolta epocale avvenuta sabato 16 gennaio, l’inizio della nuova “era americana” cui tutti noi affidiamo concrete speranze in direzione di un futuro roseo, ottiene l’agognata ratifica sul campo, al termine di un match intenso, ben giocato da entrambe le squadre, meritatamente vinto dal club rossazzurro, protagonista di una prestazione sì grintosa, ma contestualmente qualitativa, come testimoniato dalla sfolgorante bellezza delle due azioni che hanno condotto alla rete Dall’Oglio e Piccolo. Il successo conseguito dall'undici etneo nel “Tacopina Day” assume ancor maggiore rilevanza perché racconta allo stesso avvocato italoamericano e al suo fido scudiero Scibilia, entrambi presenti “in pompa magna” al “Massimino”, di un lavoro serio e competente svolto con grande spirito di sacrificio dal duo Pellegrino-Guerini, dallo staff tecnico capitanato da Raffaele e dai giocatori in organico. Insomma, non si parte da zero, ma da una base solida che, se adeguatamente rinforzata, potrà donare soddisfazioni all’assetato pubblico catanese. Del resto, la classifica parla chiaro: i rossazzurri, a quota 30, occupano adesso il quarto posto in classifica a un punto dall’Avellino terzo. Non dimenticando che, comunque, sul campo occuperebbero la terza piazza in solitaria, considerati i due punti di penalizzazione ancora in bilico, essendovi tuttora pendente il ricorso della società di via Magenta. La sconfitta di Caserta, per molti versi inopinata e controversa, è stata subito riscattata e spazzata via da una “risposta” sul campo veemente e determinata, segno che il gruppo c’è e ha solidi valori prima umani e poi calcistici. In terza serie è già tanto.

Subito in campo i nuovi arrivati
Sinceramente, non ci aspettavamo che entrambi i nuovi arrivati cominciassero dall’inizio. Evidentemente, Raffaele li ha visti pronti e arruolabili; ha avuto ragione lui. Il 3-4-3 approntato dal tecnico di Barcellona Pozzo del Gotto, impostato sul tridente qualitativo Piccolo-Sarao-Russotto, protetto da due “mastini” come Welbeck e Dall’Oglio e due terzini sulle corsie laterali (Calapai e Zanchi), ha consentito al Catania di pressare alto fin dall’inizio, costringendo il 3-5-1-1 di mister Marchionni, affidato alla qualità del’ex Curcio sulla trequarti e al dinamismo dei mediani Garofalo, Salvi e Rocca, a rinculare verso la propria metà campo, portandosi sostanzialmente “l’acqua a casa”. Molto Bene Piccolo e Russotto sulle corsie laterali, ma bravo anche Sarao a fare da sponda per l’inserimento sia dei due laterali Calapai e Zanchi, sia del redivivo Dall’Oglio, il centrocampista deputato alle incursioni centrali, considerato come Welbeck sia rimasto sempre a protezione della propria difesa, disputando peraltro una gara monumentale in recupero palla. Paradigmatica è la qualità dell’azione del primo gol, giunto già al 14’: splendido tocco in profondità di Piccolo, sponda di tacco fantastica (non la prima…) di Sarao e stoccata da due passi di Dall’Oglio che non lascia scampo a Fumagalli. Il mediano ex Brescia riscatta, così, la pessima prova di Caserta. Un segnale importante. Il Catania, in ogni caso, continua lodevolmente a proporsi in avanti, non consentendo quasi mai al Foggia ripartenze efficaci. Peccato che la percentuale realizzativa dei rossazzurri permanga non eccelsa (l’attacco etneo, con 23 reti realizzate, rimane dietro a quelli di Ternana, Bari, Avellino e Foggia), altrimenti la gara si sarebbe chiusa già nella prima frazione. Frequenti le incursioni in area rossonera, non finalizzate (in specie da Sarao che, ammonito e in diffida, salterà la trasferta di Pagani). Purtroppo, il calcio è crudele: al 46’, un calcio d’angolo regalato dalla difesa etnea, consente a Dell’Agnello di trovare la capocciata vincente nell’unica vera occasione creata dai “satanelli” nella prima frazione di gioco. Un “classico” che punisce oltremodo un bel Catania. Nella ripresa, i rossazzurri ripartono con la giusta lena, mettendo in chiaro come, in una giornata “storica”, la vittoria sia l’unico risultato possibile atto a nobilitarla. La rete decisiva è una “sinfonia della qualità”: spettacolare imbucata di Russotto per Piccolo e diagonale vincente appena entrato in area dell’ex Cremonese, alla sua seconda rete consecutiva. Un vero e proprio capolavoro, difficilmente riscontrabile in serie C. Il meritato vantaggio, questa volta, non consiglia un arretramento del baricentro agli uomini di Raffaele, il quale, a differenza di Caserta, si produce in cambi puntuali e funzionali al momento della gara. Al 64’ dentro Rosaia, Biondi e Manneh per Dall’Oglio, Zanchi e lo stanco (ma positivo) Russotto. Gente fresca che sicuramente dà una mano ulteriore a mantenere il risultato vincente, tanto che gli ospiti quasi mai riescono a rendersi pericolosi, malgrado Marchionni tenti di inserire qualità, in specie con Raggio Garibaldi e D’Andrea. Soprattutto il giovane gambiano, protagonista di due o tre ripartenze fulminee poi non concretizzate dai compagni (in una occasione è Piccolo, ormai stanco e poi sostituito da Reginaldo, a fallire la stoccata finale), dimostra di essere maturato e di potersi proporre come un valore aggiunto nel girone di ritorno, previa ovviamente la felice riuscita dell’operazione rinnovo. Il fischio finale di Gualtieri sancisce un successo netto e limpido che consolida il Catania nei quartieri alti della graduatoria e, certamente, rende ulteriormente felici i già “gasati” tifosi dell’Elefante.

A Pagani per la conferma
Indipendentemente dal prosieguo del mercato, che certamente porterà qualcosa di ulteriormente nuovo in entrata e in uscita, i rossazzurri dovranno trovare continuità nell'insidiosa trasferta di Pagani, un campo sempre "caldo", non dimentichiamolo, per di più al cospetto di una formazione simile alla Casertana, quindi da prendere con le molle. I campani si ritrovano, dopo aver perso in casa proprio contro l'undici allenato da mister Guidi (alla seconda vittoria consecutiva), al penultimo posto in classifica (a quota 12) e avranno la necessità di far punti per uscire dalla pericolosissima zona playout. L'approccio alla gara dovrà essere completamente diverso rispetto a quello esibito al "Pinto". Il Catania è più forte, indubbiamente, ma sarà chiamato a dimostrarlo sul campo, senza presunzione e con la giusta dose di cattiveria indispensabile a portare a casa gare "sporche" come certamente si configurerà quella del "Torre". Ma la fiducia, adesso. è tanta... Let's go, Liotru, let's go!