Quel no di Bergessio al Palermo e i traditori del Catania

Non sempre gli ex rossazzurri hanno detto no al Palermo

Non sempre gli ex rossazzurri hanno detto no al Palermo 

Attraverso un tweet l'ex attaccante rossazzurro ha dato la sua versione dei fatti

“Qui si parla troppo non sono andato al Palermo perché non ho voluto io!!! Io non dimentico niente aspetto delle scuse da tanti”. Note e musica di Gonzalo Ruben Bergessio, generoso attaccante argentino dal passato (neanche troppo lontano) rossazzurro che nella tarda serata di ieri sembrava destinato ad indossare la casacca rosanero. Il ds del Palermo Daniele Faggiano era piombato sull'ex n°9 del Catania dopo il fallimento delle trattative condotte per portare in Sicilia Balotelli e Cassano.

Dopo le stagioni non esaltanti vissute alla Sampdoria prima e in Messico con l’Atlas poi, il Lavandina si è ritrovato senza una squadra e dopo essersi allenato in estate col Platense (società in cui è cresciuto), il 31 agosto si è presentato a Milano, teatro del calciomercato italiano. Dopo la mancata concretizzazione delle trattative con Pescara e Chievo, Gonzalo secondo i rumours di mercato sembrava pronto ad accantonare gli antichi propositi di fedeltà e firmare col Palermo. Molte testate avevano prontamente riportato le dichiarazioni rilasciate alla stampa un paio di anni fa dal suo agente Julio Tymczyszyn: ”Il ragazzo sta smaltendo la delusione maturata per la retrocessione della squadra. Mi sento però di potere escludere in senso assoluto un futuro in Sicilia con una maglia diversa da quella del Catania. Gonzalo è troppo legato ai colori rossazzurri, un aspetto prioritario che non gli permetterebbe di sposare la causa del Palermo.” Alla fine la notte ha portato consiglio e Bergessio è rimasto svincolato. Per i tifosi del Catania resta dunque vivo ed attuale il grande ricordo lasciato dal giocatore argentino, grazie alla grande generosità mostrata sul terreno di gioco (indimenticabili i 15 minuti giocati allo “Juventus Stadium” col perone fratturato dopo il duro intervento di Chiellini) e grazie soprattutto al record di gol in massima serie fissato il 19 aprile 2014 con il gol del 2-1 realizzato alla Sampdoria allenata da Sinisa Mihajlovic, poche settimane prima della retrocessione in Serie B che renderà inevitabile, l’estate successiva, la sua cessione a titolo definitivo alla Sampdoria .

Un ‘tradimento’ sportivo scongiurato che ha riportato alla mente altri ex rossazzurri che negli ultimi dieci anni non hanno resistito alle sirene rosanero ed hanno intrapreso il viaggio, spesso poco fortunato, lungo l’A19, in direzione Monte Pellegrino.

Nel settembre del 2007, dopo l’indecorosa prestazione di Trieste (appena 21 minuti in campo prima di esser sostituito), era stato Fabio Caserta a percorrere a tutta velocità quei 200 km che separano le due metropoli siciliane, tradendo le aspettative della piazza etnea che lo aveva eletto a beniamino dopo le grandi annate vissute all'ombra del vulcano tra il 2004 ed il 2007, e lasciando più di un rammarico all'ad Lo Monaco che contava sul rinnovo di contratto firmato in precedenza dal centrocampista. Il trasferimento non ha portato bene al calabrese, espulso al "Massimino" nel primo derby disputato con la maglia del Palermo pochi minuti dopo aver realizzato l'ininfluente gol della bandiera: Caserta ha girovagato per l'Italia disputando altri campionati di Serie A, senza mai però tornare ai fasti di Catania.

Qualche anno più tardi, nell’estate del 2009, è il turno di Walter Zenga. L’Uomo Ragno, reduce dal 4-0 rifilato dal ‘suo’ Catania ai rosanero proprio al “Barbera” qualche mese prima (l’uno di marzo), sbarcò a Palermo con l’intento di fare il salto di qualità, saltando al coro "Chi non salta catanese è" intonato dai suoi nuovi tifosi durante la presentazione della squadra alla Favorita. Salto rivelatosi nel vuoto: esonero a novembre dopo il pareggio interno proprio contro gli etnei.

Nel 2011 tocca a Matias Silvestre lasciare la fascia di capitano dell’Elefante – dopo ben centodiciotto presenze e sette reti – per tentare di coronare le ambizioni europee con la casacca rosanero. Altro buco nell’acqua: il Palermo viene eliminato dagli svizzeri del Thun in occasione del terzo turno preliminare. In compenso il Catania registra una buona plusvalenza e rimpiazza l'argentino con l'esperto Legrottaglie, svincolato, che non farà sentire minimamente la sua mancanza.

Lo stesso Pietro Lo Monaco, durante la stagione 2012/13, accettò la corte di Zamparini – dopo la parentesi genoana – qualche mese dopo aver lasciato il club dell'Elefante. Prima del derby di andata, disputato al “Barbera”, il dirigente di Torre Annunziata, in tono provocatorio, riscaldò l’ambiente con alcune dichiarazioni abbastanza pepate: “Il Catania è il Barcellona, sono tutti campioni, sono sicuramente in grado di fare una passeggiata dappertutto”. Risultato? 3-1 per il Palermo…