Pulvirenti: "Ho sbagliato, ma non cerco comprensione. Parleranno i fatti"

Nino Pulvirenti, patron del sodalizio etneo

Nino Pulvirenti, patron del sodalizio etneo 

Le parole dell'ex presidente del Catania raccolte nella conferenza stampa odierna

di PAOLO DI CARO

Due anni dopo
Ventisei mesi più tardi dall'ultima volta, era il 20 luglio 2015, l'ex presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, ritorna a parlare nella sala conferenze del centro sportivo di Torre del Grifo. Al fianco dell'attuale proprietario del club rossazzurro l'amministratore delegato Pietro Lo Monaco.

Cosentino l'errore più grande
"Chiedo scusa ai tifosi per quella frase sulle loro presunte pressioni".
"Parlo oggi, e oggi chiedo scusa, perché il piano di ristrutturazione di Finaria finalmente ci mette nelle condizioni di parlare di futuro". "Io e Lo Monaco di nuovo insieme? Se me l'avessero detto Due anni fa li avrei presi per pazzi".
Il ritorno di Nino Pulvirenti davanti a taccuini e telecamere si può riassumere in queste frasi, oltre a gesti, risposte e siparietti pensati e preparati nei minimi particolari. È il solito Pulvirenti quello che si presenta in Sala Stampa a Torre del Grifo, forse solo un po' preoccupato di pesare con attenzione le parole. Il sorriso spavaldo dei giorni migliori lascia spazio a un linguaggio del corpo che si integra con il senso delle parole pronunciate in conferenza stampa. "Ho sbagliato, ho sbagliato molto. L'errore più grande è stato quello di affidarmi a Pablo Cosentino dopo il rifiuto di Gasparin di avere l'argentino come uomo-mercato: gli ho dato le chiavi di casa e ho fatto il contrario di quanto io abbia sempre fatto con le mie aziende. Mi sono affidato alla persona sbagliata nel posto sbagliato, dandogli sempre più potere". Perché, Presidente? Si, Presidente, anche se non può ricoprire quel ruolo, anche se non potrà farlo ancora per molto tempo. "Non me lo chiedete, non lo so neppure io il perché. So solo che ho sbagliato io e ho portato a fondo tanta gente". Nino e Pietro, fianco a fianco. È un Lo Monaco diverso dal solito quello che fa da apripista al proprietario del club, molto meno loquace e pronto alla battuta, conscio che oggi si gioca una partita decisiva per il futuro dei colori rossazzurri. "Io e Pietro Lo Monaco di nuovo insieme? Due anni fa avrei preso per pazzo chi lo avesse predetto, eppure quando chiedi l'autorizzazione al Giudice per incontrarlo fu come se il tempo si fosse fermato. Di nuovo insieme per salvare il Catania e riportarlo dove merita".

Finaria è salva
Il cuore della conferenza stampa è l'affare Finaria. Fino a giovedì Nino Pulvirenti, a suo dire, avrebbe solo tappato buchi per consentire la sopravvivenza del club, in attesa di conoscere il destino della holding finita nell'occhio del ciclone e sottoposta alle "attenzioni" della Magistratura. "Finaria è salva, grazie alla ristrutturazione del debito: abbiamo chiuso il concordato Wind Jet, tranne una rata con scadenza 2018 alla quale farò fronte personalmente e risolto il debito col fisco. Oggi possiamo programmare il rilancio, anche quello del Catania, che significa ritrovare presto la serie B e poi la A, che è il nostro obiettivo".

Pulvirenti e Lo Monaco oggi in sala stampa" 



Treni del Gol? Sono stato truffato
Ci prova Pulvirenti a volare basso, ma capisce che il popolo rossazzurro non si fida, non può fidarsi, e aspetta segnali. "Se fossi un tifoso guarderei al ritorno di Pulvirenti con scetticismo, ma con curiosità di capire. Forse un pizzico di fiducia la meriterei, ma è giusto che i tifosi per adesso "stiano a guardare". La ferita aperta è quella dichiarazione a Sky, con la colpa dei "treni del gol" scaricata sui tifosi, sulle presunte pressioni del tifo organizzato. Nino respira, raccoglie i pensieri e poi si "libera": "ho riascoltato quelle dichiarazioni: frase infelice, che non rappresenta quello che penso e ho sempre pensato della tifoseria del Catania. Chiedo scusa alle persone che si sono offese. Ho sbagliato, non lo pensavo, ma chiedo scusa per averlo detto. Ho sempre avuto dei dubbi sulla questione Treni del Gol, su come siano andate le cose. È stata un truffa nei miei riguardi, e le vicende giudiziarie lo dimostreranno, ma questo non toglie nulla al fatto che il mio comportamento sia moralmente riprovevole e non giustificabile in alcun modo".

Cessione? Nessuna trattativa seria
Nessuna trattativa seria per la cessione del club, sul quale "pesa" il valore di Torre del Grifo, tanti soldi per evitare la morte calcistica del Catania e oggi la luce in fondo al tunnel. "Grazie al lavoro di Pietro Lo Monaco e al denaro investito dal Gruppo guardiamo al futuro con ottimismo. "Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare e adesso alziamo l'asticella programmando il futuro". Alla parola futuro i nostri occhi incrociano lo sguardo di Ciccio Lodi, simbolicamente presente ad ascoltare "il Presidente".

Il futuro, quello sul campo, è nelle sue mani, nei suoi piedi, anzi, e in quelli di un gruppo che ha bisogno di un ambiente sereno e rigenerato per rendere al massimo e centrare gli obiettivi.

E allora facciamo come dice "il Presidente": un pizzico di scetticismo, il giusto distacco per capire come si muoverà Nino Pulvirenti e il Catania e poi la granitica certezza che tutto scorre, tutto passa, eccetto quei colori che resteranno lì per sempre: il rosso e l'azzurro.
Tutto il resto è noia.