'Polpette' non ne piovono più...

11700 (Grafica Bruno Marchese)

11700 (Grafica Bruno Marchese) 

Max Licari sul salvataggio della matricola 11700, sul futuro e non solo...

È stata una lotta dura, difficile, per molti versi paradossale, "pirandelliana" come quasi sempre accade dalle nostre parti. Un cimento in cui gli unici protagonisti sono stati coloro che hanno prodotto fatti, mettendoci competenza, rigore legislativo, lavoro, denaro, faccia, amore. E fegato.

Gli unici protagonisti, gli unici a cui si deve questo vero e proprio miracolo, paragonabile nella storia del calcio italiano al solo salvataggio della Lazio compiuto da Lotito, sono:

-i professionisti, i legali, i commercialisti gli imprenditori della Sigi. Tutti, senza distinzioni;

-il Tribunale di Catania (che farà giurisprudenza), irreprensibile e inappuntabile anche nella tempistica, nonché capace di comprendere l'importanza sociale di una vicenda così emotivamente pervasiva per la città;

-i lavoratori dipendenti del Calcio Catania e di Torre del Grifo, i quali hanno tirato la carretta e mantenuto con enormi sacrifici a galla un vascelletto già praticamente affondato;

-i tifosi che ci hanno creduto sempre e comunque, mai abbandonando una "fede" troppo spesso messa a dura prova da chiare e palesi operazioni "distruttive" (orchestrate anche grazie al supporto di "canali" ancora fin troppo condizionanti alle falde dell'Etna), miranti alla promozione del fallimento con annessa ripartenza dalle serie minori come unica chance per il futuro del Calcio a Catania. Operazioni ascrivibili a evidenti motivi di interesse personale o di "consorteria". Attenzione, qui non ci si riferisce a quanti, pochi o molti, legittimamente ritenevano o ritengono che il fallimento e la ripartenza senza debiti fossero l'unica strada logica e percorribile a Catania e che la matricola fosse un orpello non necessario e sacrificabile. Posizione assolutamente antipodica rispetto a quella di chi scrive, ma rispettabile. No, il riferimento è a coloro che spingevano o spingono in tale direzione in perfetta malafede, al fine di tornaconto. Ci sono. Non li dimenticheremo mai.

Solo loro, giudici, commissari, avvocati, uomini della Sigi, lavoratori del Calcio Catania e di Torre del Grifo, tifosi, solo loro, ripeto, sono da considerarsi i protagonisti di questa "Cavalcata delle Valchirie" che già può essere inserita nell'epos rossazzurro. Un avventuroso e miracoloso salvataggio della bella principessa Matricola, rinchiusa nella torre del perfido Signore del Fallimento, operato dal prode Cavaliere Rossazzurro. Un'impresa che entra nella leggenda. Un'impresa che un giorno racconteremo ai nipotini, qualunque cosa accada nei prossimi anni.

Non lo sono di certo i giornalisti, i comunicatori, gli opinionisti. In primis, il sottoscritto, naturalmente. Chi vi dice il contrario, chi mette il proprio "io" in mostra, chi tenta goffamente di mettersi in primo piano, beh, scade nel ridicolo. È ormai giunto a grandi "falcate" il tempo del "noi" e si è definitivamente chiuso il tempo delle "polpette", degli scoop, delle esclusive, delle zuffe o baruffe provincialotte da aia pedemontana.

Il passato non può e non deve essere dimenticato. Ci sarà tempo, in futuro, di articolare analisi approfondite e oggettive sui 16 anni di gestione Pulvirenti-Lo Monaco, contrassegnata da momenti di pura esaltazione e di evidenti progressi gestionali/strutturali, frammisti a imperdonabili omissioni ed errori (e, in generale, da una disastrosa mancanza di strategia di comunicazione con stampa, tifosi e istituzioni, cruciale nel calcio moderno e autentico tallone d'Achille della società rossazzurra nel primo ventennio degli anni duemila), in alcuni casi esiziali e prodromici a un fallimento ormai nei fatti.

Ma errori ne sono stati commessi da molti ed è da uomini assumersene le responsabilità. Per quanto concerne il sottoscritto, vi è stata una sottovalutazione della deflagrante pericolosità della situazione finanziaria del club nelle ultime stagioni. Non pensavo si potesse giungere così presto al default. Mi sbagliavo. Do atto a coloro che per tempo hanno lanciato acuti segnali d'allarme di aver colto nel segno. In ogni caso, sia nell'ambito delle valutazioni corrette, sia in quello delle previsioni non lungimiranti, il mio lavoro è stato svolto in piena buona fede, lontano da ogni interesse personale e in direzione unicamente del bene del Calcio Catania.

Tuttavia, adesso ritengo che sia indispensabile pensare al futuro. Comincia una nuova era. Prima di cominciare a emettere giudizi trancianti, nel bene o nel male, è necessario, sottolineo "necessario", dare tempo alla nuova dirigenza di impostare il lavoro, sia sotto il profilo squisitamente strutturale, sia sotto quello più propriamente tecnico (dobbiamo tornare, alla buon'ora, a parlare di CALCIO). Ci sono idee innovative e buoni propositi che necessitano il giusto tempo d'avvio e le adeguate risorse (l'attuale società dovrà certosinamente trovarne di ulteriori, lo sappiamo, lo sanno).

Serietà. Serietà di programmi, serietà nella chiarezza comunicativa degli stessi, non promesse irrealizzabili ma fatti concreti, questo si richiede "hic et nunc" al nuovo Catania. Il "nuovo corso" verrà giudicato, come sempre, sulla base dei progetti e dei risultati, con serenità e imparzialità, al di là di qualunque rapporto di amicizia intercorrente al momento o in seguito con questo o quel dirigente.

Del resto, la sola cosa fattiva, reale, che possiamo fare tutti noi, ADESSO, è fornire un segnale forte al mondo, un segnale di "comunità ", un segnale da catanesi veri: abbonarci, abbonarci in massa e a prescindere. A prescindere da tutto, dallo stadio, dall'attaccante o da qualsiasi altra cosa. Un atto d'amore. Un atto d'amore scolpito a lettere di fuoco sui costoni lavici della nostra Madre Etna.

Let's go, Liotru, let's go!!!