Piedi per terra, ma

'Fratel Nicola' regge e governa la difesa rossazzurra...

'Fratel Nicola' regge e governa la difesa rossazzurra... 

L'editoriale del martedì di Max Licari offre alcuni validi motivi per non "tafazzarsi" in tempo di pace e un "warning" in merito all'eccessivo proliferare di precoci "mercatologismi" e affini.

Cerchiamo di fare i seri...
Chi la vuole cotta, chi la vuole cruda, il mondo pallonaro è bello perché vario. La dura ragione, tuttavia, impone di riflettere sui numeri. Il Catania è quinto, a 11 punti, in condominio con Zemanlandia e la celebrata Fiorentina dell’ex Montella. Davanti solo le “predestinate”. Dietro il Milan. Chi ha qualche annetto in più, e ricorda l’epopea della Leva Militare, potrebbe riproporre un classico modo di dire: 29 punti all’Alba; ancora tanti, ma non tantissimi se si pensa che mancano 31 gare al termine. Punto. C'è da rimanere con i piedi ben saldi a terra, mostrare umiltà a go go, imprescindibilmente. Ma... potremmo anche chiuderla qui. Dico questo per evitare sterili disquisizioni sul sesso degli angeli, sull’estetica calcistica e quant’altro. Le ho lette, le ho sentite. Tutto è legittimo nella vita e, figuriamoci, nel calcio; ma tempo da perdere ne abbiamo poco e sprecarlo sarebbe delittuoso. Il Catania necessita di robuste dosi di buon senso, non di sciabordanti sorvolate da parapendio. Una riflessione seria da proporre è, invece, questa: il calcio italiano è quello che è, prova ne sia il desolante derby di Milano; si mostra assai livellato verso il basso e, sotto il profilo del gioco, propone poco. Pertanto, si può assistere a gare come Bologna-Catania, in cui per 20 minuti i rossazzurri assumono le sembianze del Real Madrid, per poi simpaticamente (e incredibilmente) beccarne quattro. Si può assistere a gare come Catania-Parma in cui gli etnei segnano in apertura (un gol da Champions...), soffrono un tantino per un tempo giocando così così e poi chiudono in ripartenza nella ripresa, paradossalmente apparendo meno “belli” della partita precedente. Ma si può, anche, carinamente assistere a Torino-Cagliari, in cui il nuovo Manchester United di Ventura, reduce da 5 pappine alla mirabolante Atalanta, perde con l’ultima in classifica allenata dalla famosa coppia Pulga-Lopez. Oppure a Chievo-Samp, in cui la celebrata corazzata blucerchiata di Ferrara, forte di fuoriclasse epici come Maxi Lopez o Maresca, perda con l’ex ultima della graduatoria, per giunta con “papera” annessa del portiere titolare della Nazionale argentina. Devo continuare? E, allora, di che stiamo parlando? A mio avviso, acquisire (e mantenere...) consapevolezza della reale dimensione dell’ambiente in cui si vive garantisce una corretta capacità di sopravvivenza, magari non al di sopra delle proprie possibilità, ma pur sempre dignitosa. Tale dote deve essere posseduta non solo dagli “addetti ai lavori”, ma anche (e soprattutto, direi) dal primo all’ultimo tifoso.

Individualità di livello
E' chiaro che, nell’ambito di un habitat similare, chi possiede qualche giocatorino caruccio in più rispetto agli altri conquista un certo vantaggio competitivo, naturalmente in relazione agli obiettivi prefissati. Il Catania, per quanto attiene al “campionato minore” delle “altre 14” (le prime 4 più Roma e Milan giocano l'altro torneo), queste individualità le ha. Gente come Spolli, Legrottaglie, Marchese, Lodi, Almiron, Barrientos, Bergessio e Gomez appare di buona categoria, fornisce adeguate garanzie. Per questo, dibattere sul gioco di Maran, al momento, ha poco senso. ‘Sto benedetto “gioco” conta meno dei giocatori. Elementare. Basta che Maran, come sta facendo, più o meno riproponga quei quattro movimenti della scorsa stagione per poter dormire sonni sereni. “Più o meno”, ovviamente, perché è chiaro come il sole che il nuovo tecnico rossazzurro per alcuni versi abbia idee differenti rispetto a Montella: meno possesso palla, più verticalizzazioni. Ciò non significa che sia meglio o peggio del predecessore. È solo diverso. L’importante è che, perlomeno, porti gli stessi risultati. E, ora come ora, lo sta facendo (un punto in più rispetto allo scorso anno). In futuro non so. Staremo a vedere. Ma “tafazzarsi” ora sarebbe da sciocchi. Piuttosto, se proprio si vuole proporre una critica costruttiva, e non solo arzigogolate elucubrazioni tattiche, bisognerebbe chiedersi se le eventuali alternative a “insostituibili” come Spolli, Marchese, Lodi, Almiron, Gomez, Barrientos o Bergessio siano adeguate. Rolin non lo abbiamo ancora visto, ma Bellusci ha in pratica fatto tutte le partite sia da terzino destro che da centrale, fornendo un rendimento accettabile. Capuano lo abbiamo visto e glisso per bontà. Castro, alternativa in mezzo e avanti, non sta facendo male; Biagianti, di contro, non convince. Ma si è ritrovato un buon Izco, ottimo contro il Parma. Tuttavia, il vero eventualissimo (tocco ferro) problema sarebbe la sostituzione di Bergessio, addirittura mostruoso contro i ducali di Donadoni e autentico “mattatore” di questo Catania. Doukara e Morimoto non sono quasi mai stati presi in considerazione da Maran, anche perché depositari di caratteristiche completamente diverse rispetto al “lavandina”. La controdeduzione rispetto a tali considerazioni è, comunque, scontata: quasi tutte le “14 sorelle” hanno in organico non più 13 titolari indiscutibili. Le stesse identiche considerazioni, dunque, sono riferibili all’Atalanta (che, senza 4 o 5 titolari, ha perso tre gare di fila) come alla Samp o al Palermo. Si parte alla pari, insomma. Ma il Catania ha un trio d’attacco che, almeno in casa (in trasferta c’è da migliorare, e molto), appare quasi un “lusso”...

Lasciamo perdere il mercato...
A molti non è sfuggito il “pressing” attuato nell’ultima settimana sui due gioielli rossazzurri Gomez e Bergessio. Il primo sarebbe del Napoli, con visita di De Laurentis a "location granitare" inclusa; il secondo apparterrebbe ormai alla Fiorentina dell’orfano Montella, talmente innamorato del giocatore da fare addirittura carte false per averlo. Ora, è vero che ormai il calciomercato dura 365 giorni l’anno; è vero che questo è un giochetto mediatico cui tutti coloro che bazzicano gli ambienti pallonari devono sottostare perché “conveniente”; ma esagerare no. Un giorno sì e l’altro pure no! Sì, l’abbiamo capito: sono bravi e hanno estimatori. Ok, ne parliamo l’anno prossimo. O a gennaio in concomitanza con un’offerta atomica... Atomica perché poi il Catania dovrebbe sostituirli, e servirebbero i soldini. Ricordo nitidamente la Samp europea “decassanopazzinizzata” a gennaio retrocedere miseramente, non riuscendo a racimolare che pochissimi punti nel girone di ritorno. Un rischio assai grande. Un rischio da non correre. Piuttosto, godiamoci questa traaaaaaanquillissima pausa e proiettiamoci verso la stimolante sfida del “Meazza” con l’Inter di Stramaccioni. Let’s go, Liotru, let’s go!!!