Pescara-Catania 1-0, la paura fa novanta

Martinho, errore pesante sotto porta...

Martinho, errore pesante sotto porta... 

Paura di vincere e cambi discutibili: il Catania non esce dal tunnel trasferta.

Una perla di Sansovini stende il Catania nei minuti di recupero che sprofonda nuovamente nella zona più a rischio della cadetteria. Il club etneo non approfitta della superiorità numerica guadagnata con l'espulsione di Pasquato sul finire della prima frazione di gara, gettando alle ortiche risultato ed ambizioni di rilancio. Importante vittoria per i biancoazzurri che tornano a vincere all'Adriatico e si trovano adesso in orbita playoff.

Paura di vincere.

La paura fa 90. Oppure novantadue, se vogliamo, il minuto al quale Sansovini disegna una parabola imprendibile che si stampa nel sette, alle spalle dell'incolpevole Gillet. La paura, quella di fare risultato lontano dalle mura amiche, che sta logorando il Catania. E dire che la gara si era messa pure bene, sul finire della prima frazione, con il rosso a Pasquato che avrebbe consentito ai rossazzurri di giocare con serenità ed audacia il resto dell'incontro. Una partita ostica - per tradizione e condizioni psicologiche - che si era incanalata sui giusti binari, quelli che lasciavano presagire la fine di una iattura ed il rilancio delle ambizioni (giustificate, considerati i fuochi pirotecnici del mercato invernale e l'attuale organico del Catania) della Società di Via Magenta.
Niente di niente. Il Catania della ripresa si allunga, perde i riferimenti di centrocampo col passaggio al 4-2-4 e non ne azzecca una, sbagliando spesso in palleggio e rinunciando alla tessitura di una manovra organizzata. Le corsie laterali, utilizzate con equilibrio durante il primo tempo, vengono abbandonate e non si apprezzano sovrapposizioni che coinvolgano i terzini. Così, attraverso sparuti cambi di gioco e manovre in orizzontale, il Catania regala fiducia agli avversari che si muovono come una fisarmonica, compatti e con equilibrio.

Catania lungo e spuntato.

Nella sconfitta di Pescara appaiono poco condivisibili i cambi praticati da Marcolin, quello di Maniero per Martinho su tutti. Se la gara disputata col Crotone, arroccato nella propria metà campo a formare una linea Maginot, rendeva necessario l'inserimento di cursori di fascia per allargare le maglie della folta retroguardia avversaria, stavolta i centimetri ed il fisico di Maniero (col terreno di gioco che frattanto si appesantiva per la pioggia) sarebbero potuti tornare più utili. Contro il Crotone, ancora, era apparso evidente come Calaiò fosse andato in sofferenza col peso dell'attacco interamente sulle proprie spalle e ci si chiede dunque perché ripetere un tentativo che aveva destato non poche perplessità, nonostante la rete di Castro arrivata in extremis.
Nel rimaneggiamento tattico della ripresa il Catania porta due uomini a schermare la difesa (Coppola e Rinaudo) allungando visibilmente i reparti che avevano invece tenuto bene le distanze nel primo tempo. Allo stesso tempo, ci si è privati della spinta dei terzini nel tentativo di cercare un equilibrio che ha invece costretto Castro e Martinho a giocare in solitario. La nuova disposizione spaziale ha inoltre costretto Rosina a ripiegare costantemente in mediana per organizzare la manovra, privandolo della lucidità necessaria già sulla trequarti avversaria.

La classifica alla ventisettesima.

Pescara-Catania ha chiuso il secondo posticipo della ventisettesima giornata del campionato cadetto. Quattro vittorie interne ed altrettante esterne con ventuno reti segnate lo score della giornata. A seguito della sconfitta maturata all'Adriatico, la squadra di Marcolin rimane a ventotto punti che la relegano in penultima posizione in classifica in coabitazione con il Varese, ad appena tre lunghezze dal fanalino di coda Crotone. Nel primo posticipo domenicale, rilevante vittoria dell'Avellino a Livorno, che si impone sui labronici grazie ad una rete di Trotta a sette minuti dal termine e si attesta come terza forza del torneo. In cima alla graduatoria il Carpi rimane saldamente al comando con 52 punti nonostante il pari a reti bianche casalingo contro la Virtus Enetella mentre il Bologna, recentemente penalizzato di un punto dal Tribunale nazionale federale, espugna il Tombolato di Cittadella grazie a Laribi sempre più uomo squadra.
In coda vince solo il Latina (2-0 a Terni) delineando una classifica cortissima di 10 squadre concentrate tra la zona playoff e quella playout in soli sei punti.