Pasta e cucuzza

Un Calil fuori fase...

Un Calil fuori fase... 

Max Licari sul deludente pareggio dei rossazzurri con il Monopoli. Un Catania monocorde e scontato...

Così si disperde il patrimonio di entusiasmo iniziale…
Deludente. Solo in questa maniera può essere letto il pareggio interno contro un Monopoli arroccato in 11 davanti alla propria area e giubilante al 90' come se avesse colto un punto al Bernabeu. Il Catania si è dimostrato incapace di scardinare la munita, ma non certo trascendentale dal punto di vista qualitativo, difesa pugliese, nonché carente di freddezza nei momenti cruciali, quando non si può e non si deve sbagliare. Sinceramente, gli errori di Falcone nel primo tempo (a tu per tu con la porta spalancata) e Calil nella ripresa (generoso rigore fallito con un tiro fiacco e senza mordente) non sono ammissibili per un team che vuole rilanciarsi in classifica. Significano poca determinazione, carente dose di cattiveria sportiva, scarsa voglia di rinfocolare il già scarso entusiasmo della piazza, testimoniato da un sempre più evidente calo di presenze al “Massimino”. Di questo passo, Pancaro e soci ritroveranno a giocare davanti a non più di un migliaio di irriducibili, a corredo di un ambiente depresso e "incazzato". Così, mi dispiace, non può andare. E, francamente, con tutta la simpatia che provo per l’allenatore calabrese, non è più possibile continuare a seguire il filo sempre monocorde dei suoi ragionamenti postpartita. Del fatto che il Catania abbia giocato una “grande partita”, nutro seri dubbi. Del fatto che stia facendo bene, dubito ancor più... L’impressione è che il Catania tenti di fare sempre la stessa cosa, più o meno bene, ma sempre, sempre la STESSA COSA. Come si dice dalle nostre parti, una sorta di “pasta e cucuzza” in salsa pallonara. Ti garantisce, è vero, la sopravvivenza, ma non ti renderà mai felice e vincente. Una squadra che nelle ultime cinque partite interne vince una sola volta; una squadra che si chiama Catania (e possiede quell’organico) e nelle ultime 10 giornate vince due volte (con la Lupa e la Paganese...), perde 2 volte (a Castellammare di Stabia e in casa con il Benevento) e pareggia 6 volte (peraltro al “Massimino” con squadre come il derelitto Akragas e il Monopoli) è chiaro che abbia subito un’involuzione rispetto all’inizio incoraggiante. Del resto, parliamoci chiaro, un team che pareggia in casa con il Monopoli nella gara che DEVE vincere a tutti i costi, che tipo di speranze di alta classifica può avere? Allora è, come non manca di ripetere sempre come un "mantra" Pancaro, solo questione di salvezza… Peccato che sia il messaggio esattamente contrario a ciò che una piazza come Catania necessiti sentirsi inviare in questo momento! Il tifoso catanese, per esempio, si domanda come sia possibile che formazioni sulla carta nettamente inferiori come il Cosenza o il Matera riescano a centrare filotti di 5 o 6 vittorie consecutive in grado di proiettarli nelle prime posizioni... e il Catania no! Perché? Cos’ha il Catania che non va? Può essere solo il fardello psicologico della pesante penalizzazione iniziale? Ma siamo alla prima giornata del girone di ritorno! La realtà è che, al momento, questa squadra presenta due ordini di problemi, come ha sottolineato l’amico e collega Alessandro Vagliasindi nel postpartita radiofonico: uno di ordine attitudinale e tattico; l’altro di organico. Questa, in primis, è una squadra “monocorde” che non sa variare atteggiamento tattico e mentale in base alle caratteristiche dell’avversario incontrato. È, cioè, una squadra facile da leggere e contrastare in fase di preparazione della partita da parte del tecnico avversario. E questo, mi si consenta, è territorio di competenza di Pancaro, non a caso sempre più discusso da tifosi e stampa. In seconda battuta, i numeri dicono che il Catania sia Calil-dipendente. Se non segna il brasiliano, cala il buio. Non esistono valide alternative in attacco. Il centravanti rossazzurro ha siglato 9 gol; a distanza, a quota 3, troviamo Russotto (peraltro nuovamente infortunatosi alla spalla e, purtroppo, destinato a mancare ancora una volta per un certo lasso di tempo), Calderini e Scarsella (entrambi protagonisti nelle prime partite e poi spariti dal radar del gol). Plasmati, il centravanti di riserva, ha giocato a sprazzi e ha siglato una sola rete. È lampante che la dirigenza debba trovare, da qui al 1 febbraio, un attaccante in grado di aiutare Calil e soci in avanti. Un attaccante integro e capace di fare gol con una certa continuità… Tuttavia, è l’incapacità a fare gioco, a creare occasioni da rete che condanna il Catania all’anonimato. È una squadra, allo stato attuale, “grigia”, senza accensioni, che non perde (terzo pareggio consecutivo, secondo 0-0), ma non vince. Il peggio, per il tifoso etneo. Necessaria, quindi, una sterzata. Una sterzata tattica, tecnica e di mercato. Pena: un “calvario” di qui alla fine del campionato, corredato da polemiche, dissapori e scollamento sempre più corposo con la tifoseria.

Pancaro, mossa “anticipata”, ma sono gli interpreti a “bucare”
Il 4-3-3 di Pancaro trova difficoltà sempre crescenti a mettere sotto le munite difese avversarie. Questo è un dato di fatto testimoniato dai numeri che abbiamo riportato sopra. Anche la partita odierna lo ha confermato. Il Catania ha giocato in pratica nella formazione titolare, se si eccettua la preferenza accordata a Scarsella rispetto a Castiglia (per me, scelta non molto “produttiva”); tuttavia, solo nei primi 15’ è riuscito a imprimere una pressione costante alla difesa avversaria, creando il presupposto del gol con il già ricordato Falcone. Poi, ha cominciato a incartarsi, a perdere il filo del gioco, mostrando solo uno sterile possesso palla, senza impensierire più di tanto il bravo portiere pugliese. Il solo Di Cecco (il migliore in campo) in mezzo ha tentato di assicurare razionalità alle trame di gioco, mentre Agazzi e Scarsella (soprattutto) quasi mai sono riusciti a trovare l’imbucata giusta. Ed è un trend che capita troppo spesso. Nella ripresa, Pancaro, già obbligato a metter dentro un confusionario Calderini (giocatore in netto regresso rispetto alle buone prove di inizio stagione) per Russotto, ha proposto la mossa Plasmati, questa volta con sufficiente tempestività (55’); non ottenendo, però, i risultati sperati, sia per la scarsa vena del centravanti, sia per la cattiva giornata degli attaccanti d’appoggio, in specie l’irriconoscibile Calil. Del resto, tale mossa risulta ampiamente attesa dagli allenatori avversari, perché unica variante al 4-3-3 finora presentata dal trainer etneo. Quindi, le contromosse sono sempre pronte, riposte sapientemente nel cassetto. Eppure, la palla della partita i rossazzurri erano riusciti a procurarsela con un po’ di fortuna: il rigore fischiato al 82’ da Amabile per un atterramento di Falcone al limite dell’area appare “borderline”. Come “borderline” (fra l’inguardabile e l’incredibile) si è rivelata la tentata trasformazione di Calil, una sorta di passaggio centrale a Pisseri, già capace di parare due rigori a Foggia, quindi uno specialista. Se a ciò aggiungiamo l’unica grande parata del portiere avversario su un diagonale di Plasmati poco dopo, il cerchio si chiude. Pareggio deludentissimo, fischi e polemiche. Non il miglior modo per cominciare l girone di ritorno.

A Cosenza un Catania diverso
Le ultime non memorabili prestazioni sciorinate dagli uomini di Pancaro assottigliano il filo della pazienza dei tifosi e consigliano una pronta iniezione di entusiasmo a cominciare dalla trasferta di Cosenza. Si tratta di una delle ultime chiamate in funzione di una vera e propria “svolta” stagionale. Una volta esaurito anche il bonus in terra silana, regnerà solo l'indifferenza. L’inizio della fine. Quindi, il consiglio è quello di giocare per vincere, senza tatticismi e senza paure. E senza pensare che i tifosi del Catania possano accontentarsi di dichiarazioni di prammatica dopo evanescenti pareggi con “contendenti” come Melfi, Andria o Monopoli, assolutamente inaccettabili dalle parti del Vulcano. Il tempo sta per “ammugghiare”, poi non saranno “rose e fiori”. Animo e… olio di gomito! Let’s go, Liotru, let’s go!!!