Parma-Catania 0-0: commento "a caldo"

La traversa nega un meritato gol a Gonzalo Bergessio.

La traversa nega un meritato gol a Gonzalo Bergessio. 

Focus sulla tattica, pro e contro, migliori e peggiori in campo nel commento al match tra ducali ed etnei.

Focus sulla tattica: ancora una gara “a specchio” per Maran, che nella ripresa però cambia modulo, mentre Donadoni non dà la scossa.
Dopo l’infelice esperimento casalingo del 3-5-2 schierato contro il Livorno, Maran torna sui propri passi, e nonostante si giochi in trasferta sceglie di disporre i suoi col 4-3-3. Un fattore che, probabilmente, incide sulla scelta è il fatto che Donadoni, che ha utilizzato il 3-5-2 per gran parte del campionato, peraltro con ottimi risultati, ha da poco avallato il passaggio proprio al 4-3-3. Del resto non si scopre certo oggi che Maran tende spesso a disporsi a specchio rispetto agli avversari, specie in trasferta. Così, davanti ad Andujar (che sostituisce l’infortunato Frison) trovano spazio Peruzzi a destra, la coppia Bellusci-Spolli in mezzo e, a sorpresa, Rolin sulla fascia sinistra. Per l’uruguayano, che è un difensore centrale, talvolta adattato sulla corsia opposta, si tratta di un esordio nel ruolo. E’ una mossa con cui Maran vuole arginare lo straripante Biabiany che gioca proprio su quel versante. A centrocampo spazio ai titolari del momento, ovvero Izco, Lodi e Rinaudo, e in attacco si continua a dar fiducia al terzetto che è stato puntualmente scelto sia da Maran che da De Canio quando si è optato per un tridente offensivo: Barrientos-Bergessio-Castro.
Come annunciato, Donadoni punta sul 4-3-3 e sugli stessi giocatori che aveva scelto per la partita di domenica scorsa contro la Roma, interrotta dopo pochi minuti per impraticabilità di campo. Così, davanti a Mirante, spazio a Cassani, Paletta, Lucarelli e Gobbi in difesa; Marchionni in cabina di regia, affiancato da Gargano a destra e da Parolo a sinistra; tridente che ha in Amauri il perno centrale assistito sulle fasce da Biabiany e Cassano.
La partita è piuttosto equilibrata, anche se le occasioni migliori le crea il Catania. Così Maran nella ripresa pur non facendo sostituzioni attua un cambio tattico per sfruttare meglio le ripartenze senza perdere allo stesso tempo l’equilibrio: si passa ad un 4-4-1-1 con Izco spostato sulla destra, asse Lodi-Rinaudo in mezzo e Castro a sinistra, con Barrientos più avanti e in posizione più accentrata a sostegno di Bergessio.
Il primo ad operare un cambio è Donadoni, che al 62’ tira fuori uno spento Gargano chiedendo al suo sostituto Acquah di velocizzare l’azione con grinta e dinamismo.
A poco più di un quarto d’ora dal termine poi l’ex ct della Nazionale sostituisce uno stanco e inconcludente Cassano con Palladino. Sostituzioni che non cambiano l’assetto tattico dei ducali, come del resto succede due minuti più tardi quando Pablo Alvarez sostituisce Rolin e si va a posizionare nel ruolo di terzino sinistro in marcatura su Biabiany.
L’ultima girandola di cambi avviene negli ultimissimi minuti di gioco: Molinaro rileva Gobbi e il Parma chiude la partita come l’ha cominciata, col 4-3-3 che cerca la profondità di Amauri e le percussioni di Biabiany; Maran invece inserisce Fedato e Plasil per Castro e Barrientos per avere più freschezza e rapidità nell’ultimo scampolo del match. Reggono entrambe le difese, soprattutto quella del Parma, e finisce 0-0.

Cosa va: arriva un altro risultato, evolve il gioco, la strada per la risalita sembra tracciata.
Il Catania fa punti ed esce a testa alta in trasferta per la seconda volta consecutiva. E’ forse questo il segnale più forte della nuova gestione Maran, per una squadra che (anche con lo stesso Maran nella primissima parte di stagione) lontano dalle mura amiche aveva collezionato solo meritate disfatte, dieci di seguito per la precisione. A ciò va aggiunto che per la prima volta in stagione i rossazzurri hanno inanellato un filotto positivo di tre partite, un dato che infonde coraggio sebbene gli etnei non siano riusciti ad andare oltre il pareggio in tutte e tre le occasioni, in cui comunque va sottolineato che la vittoria era alla portata, soprattutto nella gara odierna.
Questo lascia un po’ di rammarico, perché il Catania odierno, sprecone per due volte con Barrientos, e sfortunato sui tiri di Bergessio (traversa), Izco (respinta di Gobbi sulla linea) e sul velenoso cross dello stesso Barrientos (altra traversa) ha creato tanto, più del solito, tant’è che proprio oggi non si può certo rimproverare ai ragazzi di aver avuto scarsa “verve” in fase offensiva. Se è mancato il gol tale lacuna va addebitata ad una significativa dose di sfortuna.
Se il Sassuolo, nella peggiore delle ipotesi per gli etnei, dovesse compiere stasera un clamoroso exploit e uscire da San Siro contro l’Inter con tre punti, la zona salvezza resterebbe comunque a 4 punti di distanza, e recuperare un simile distacco per una squadra che gioca come ha fatto il Catania nelle ultime uscite è impresa tutt’altro che astrusa. Se poi, come nella “normalità delle cose”, i neroverdi non dovessero andare oltre il pari, allora col punto odierno il Catania accorcerebbe ulteriormente il distacco dalle dirette concorrenti e si porterebbe a due soli punti dal “paradiso”.
Tornando alla prestazione odierna e concludendo, i rossazzurri escono dal “Tardini” con un paio di ulteriori indicazioni positive: questa squadra se gioca per vincere, senza scadere nell’irrazionalità vista nel secondo tempo contro il Livorno, può giocarsela con tutte anche perché ha ritrovato gioco (grazie soprattutto all’innesto di Lodi) e quel pizzico di fiducia che in passato è mancata. E con attenzione e grinta, i difensori etnei, sorvolando su qualche svarione come quelli odierni di Bellusci e Peruzzi, posso reggere anche contro reparti offensivi avversari temibili.

Cosa non va: lieve sofferenza difensiva, scarsa lucidità sottoporta.
Poco da rimproverare, obiettivamente, ai ragazzi di Maran. Per buona parte della gara Peruzzi ha sofferto le avanzate dei vari Gobbi, Parolo e le iniziative di Cassano sul suo lato, senza comunque compiere errori grossolani e riprendendosi con un buon finale di partita. Poco opportunamente nervosissimo, come al solito, Bellusci, che in un paio di occasioni ha favorito pericolose ripartenze avversarie. Comunque nulla di trascendentale rispetto a clamorosi errori o disattenzioni mostrate dal reparto difensivo in questa stagione.
Sotto porta ha inciso in negativo la scarsa lucidità di Barrientos che ha avuto forse le due migliori occasioni della partita. Va comunque riconosciuto che il Pitu si è battuto per tutta la gara e che ha sostenuto quasi esclusivamente con le sue iniziative personali il peso dell’azione offensiva, anche se a volte come spesso gli capita ha peccato di leziosità.

Migliori in campo: Izco e Biabiany.
Prestazione maiuscola quella sfoderata quest’oggi da capitan Izco. Nel primo tempo, da interno destro nel 4-3-3, ha agito più da interditore, contribuendo a far ripartire spesso l’azione con dinamismo e qualità; nella ripresa Maran ha esaltato queste caratteristiche spostandolo nel ruolo di esterno destro, dove si è proposto con continuità duettando con Barrientos e sfiorando il meritato gol, negato solo dal salvataggio di Gobbi. Buona la prova degli altri centrocampisti Lodi e Rinaudo, generoso Bergessio, “Pitu” Barrientos tra luci ed ombre, ha limitato i danni Rolin in un ruolo non suo.
Il Parma odierno è la brutta copia della squadra che si è proposta come una delle rivelazioni del campionato che strizza l’occhio all’Europa. Tra i pochi a convincere quest’oggi, pur senza fare sfracelli, il solito Biabiany che, sfumato il trasferimento in Cina, ha continuato ad arare con rapidità e pericolosità la fascia destra del “Tardini”. E’ vero che Rolin prima ed Alvarez poi tutto sommato non gli hanno concesso troppo spazio, ma non bisogna negare che il n°7 ducale è stato l’unico a creare la superiorità e quindi a sfornare cross pericolosi tra i suoi. Buona anche la prova di Parolo, roccioso in fase di contenimento e propositivo negli inserimenti, quella di Amauri sempre pronto a lottare pur senza trovare gli spazi giusti nella rete costruita da Bellusci e Spolli, e positivo nelle galoppate sulla fascia e nei conseguenti cross il terzino sinistro Gobbi, che ha però faticato in fase difensiva in marcatura su Barrientos.

Peggiori in campo: Bellusci e Gargano.
Delle difficoltà di Peruzzi abbiamo già parlato, rimarcando come l’argentino sia riuscito comunque a rifarsi con un grintoso finale di partita. Abbiamo anche sottolineato un paio di defaillance di troppo di Giuseppe Bellusci, segnalato quest’oggi come peggiore dei suoi non tanto per gli errorini che possono (anche se non dovrebbero) capitare, quanto per l’atteggiamento psicologico che continua ad essere quello sbagliato. Il giocatore continua ad innervosirsi troppo e rischiare più con le parole rivolte ai direttori di gara che con gli interventi da tergo di lasciare i propri compagni in inferiorità numerica. E’ opportuno che Maran intervenga sotto questo profilo.
Quanto al Parma, la prima sostituzione operata da Donadoni non è stata affatto casuale. Oggi Walter Gargano ha disputato una prova piuttosto spenta. Assente in fase di impostazione e negli inserimenti, e troppo timido (per un giocatore delle sue caratteristiche) in fase di interdizione. Non a casa il Parma è riuscito a creare più intensità sul settore offensivo destro con l’ingresso del vivace anche se poco tecnico Acquah. Assai negativa anche la prova di Marchionni, playmaker gialloblù che ha sbagliato troppi lanci: anche questo ha inciso nello scarso numero di occasioni prodotte dalla squadra ducale.