Palermo-Catania (1-1): Derby d'onore

Fratel Nicola, ancora protagonista...

Fratel Nicola, ancora protagonista... 

Il commento al derby del "Barbera" tra rosanero e rossazzurri. I temi "caldi": un pareggio giusto; il valore dei titolari; obiettivo 50.

Un pareggio giusto
Com’è strano il calcio. Fino a qualche tempo fa il tifoso etneo avrebbe firmato per un pareggio esterno nel derby; ora invece il rammarico per quel che si sarebbe potuto verificare e non si è verificato prende il sopravvento sulla soddisfazione del buon punto meritatamente conquistato, per giunta corredato dal record di punti in A (47) raggiunto per l’ennesimo anno consecutivo. Significa, comunque, che si stanno facendo passi avanti nella consapevolezza della propria forza, ma direi di non esagerare troppo. Il Catania nelle ultime 5 partite ha rallentato vistosamente, inanellando 3 sconfitte, 1 vittoria e 1 pareggio, con squadre di rango non elevato, a dimostrazione che sussiste qualche evidente limite tecnico e di personalità che non consente per ora, e sottolineo “per ora”, di poter accedere a palcoscenici europei. Quindi, il pareggio di oggi a Palermo deve essere accolto per quello che è: un buon risultato che, in prospettiva Bologna, potrebbe rapidamente condurre al raggiungimento di quella fatidica quota 50 che rappresenterebbe un approdo prestigioso per un team abituato per lo più a lottare per la salvezza. Fra l’altro, il fatto che da Zenga a Mihajlovic a Simeone fino a Montella si sia progressivamente migliorato il bottino di punti finale, fa comprendere come questa società stia percorrendo la strada più giusta: quella del continuo consolidamento tecnico e strutturale in A, passo dopo passo, senza allungare troppo il piedino, a evitare crolli tipo Chievo o Samp, passati dalle stelle alle stalle nel breve volgere di una stagione. Quindi, lo dico subito, mi tolgo il dente: il pareggio mi pare giusto perché, se è vero che il Catania ha letteralmente dominato la prima frazione, mostrando evidentemente di essere tecnicamente e tatticamente superiore, ha tuttavia ancora una volta palesato poca concretezza in attacco, consentendon ella ripresa il ritorno a un confusionario ma almeno orgoglioso e volitivo Palermo. Niente di eccezionale, però i rosanero hanno spinto e trovato il pareggio subito e poi battagliato più o meno ad armi pari, controbilanciando il disastro dei primi 45’. Certo, se Bergessio avesse messo dentro una facile palla al 94’ (more solito...), si starebbe parlando d’altro, ma anche i rosanero avevano fallito un’occasione con Hernandez qualche minuto prima. Accettiamo con tranquillità il verdetto del campo e incameriamo lietamente questa positiva prestazione dei ragazzi di Montella, i quali hanno ancora una volta dimostrato di saper giocare al calcio. Anzi, mi correggo: di “giocare” al calcio, cosa che in Italia è sempre molto difficile, quasi non richiesto per cultura e mentalità.

Il valore dei titolari
Montella dice che siamo straordinari, che si diverte, ma che dobbiamo segnare di più. Il nocciolo sta lì. Quest’anno non raggiungeremo l’Europa League perché in troppe partite abbiamo concretizzato poco il nostro splendido gioco. Troppe, troppe le palle gol fallite in generale. Anche oggi, Gomez, Barrientos e Bergessio potevano chiudere il match e non lo hanno fatto, nell’ambito di un match in cui tutti e tre hanno ben giocato, con punte eccelse in riferimento al “papu”, un’ira di Dio per Munoz, ed elevate per il “pitu”, come sempre delizioso in assistenza. È questo il limite più evidente del Catania. In futuro, migliorando il parco attaccanti, alias inserendo una punta da doppia cifra, e magari risolvendo definitivamente la questione portiere, forse si potrà pensare a traguardi più ambiziosi. Dico il portiere perché Carrizo in pratica non ha toccato palla, a dimostrazione di come il Palermo malgrado la pressione abbia creato pochissimo, ma al primo tiro ha preso gol sul proprio palo stile “Meazza” in occasione della rete di Forlan. Sarebbe ingiusto crocifiggerlo, perché complessivamente ha fatto bene a Catania, ma si tratta di “pecche” che nel corso di una stagione pesano. E il Catania in fatto di portieri (ben cinque estremi difensori in campo durante la stagione...) ha pagato sicuramente molto. Tuttavia, il vero succo del match del “Barbera” è che il Catania dei titolari è oggettivamente un’altra cosa. Il gioco di Montella necessita di piedi buoni, e senza Almiron o Barrientos, per non parlare dell’esperienza difensiva di Fratel Nicola, il livello inevitabilmente si abbassa. Oggi sono andati in campo e si è visto. Con loro tutto gira meglio, da Lodi a Gomez, da Izco a Motta. E il Catania incanta come nel primo tempo, condotto in lungo e in largo, impreziosito dal quinto gol stagionale di un sontuoso Legrottaglie. Quando calano, oppure escono per infortunio, ovviamente si va in difficoltà, come accaduto nella ripresa. Magari Montella avrebbe voluto utilizzare i cambi in modo diverso, ma è stato costretto a sostituire Almiron e Barrientos per crampi, nonché il neoentrato Llama dopo un minuto per stiramento. Non fortunatissimo. Pertanto, tutto sommato si può pensare di aver fatto bene. Mettiamo il punto in saccoccia e pensiamo a Di Vaio e soci.

Obiettivo 50
Mercoledì sera i rossazzurri potranno rendere felice il presidente Pulvirenti raggiungendo l’agognata quota 50. Il Bologna è team difficile, ma ha già in pratica raggiunto la salvezza, quindi si potrà giocare in tutta serenità. Potrà trasformarsi in una partita bella e aperta, ben giocata dai due contendenti e adornata di individualità di spicco come i quattro o cinque gioiellini del Catania oppure i vari Ramirez, Di Vaio e Diamanti. Speriamo solo che il pubblico risponda di conseguenza. I ragazzi lo meritano! Let’s go, Liotru, let’s go!!!