Pagliara: "Non mi interessa un progetto che prescinda dalla matricola 11700"

Fabio Pagliara

Fabio Pagliara 

Il rappresentante della cordata prende posizione sull'ipotesi ripartenza dalla D con nuova società.

Fabio Pagliara, uno dei rappresentanti della cordata interessata all'acquisto del Catania, attraverso un post sul proprio profilo Facebook ha fatto delle considerazioni sullo stato dell'arte e, in particolare, sulla sua posizione in merito ad un eventuale ripartenza dalla D con una nuova società.

Di seguito il testo integrale:

"Sono giornate complicate. Non so se l’operazione di salvataggio del Calcio Catania 1946, portata avanti da un gruppo di imprenditori e professionisti che rappresento, sarà possibile: noi ci stiamo provando con generosità e passione. Senza voglia di protagonismo ma con spirito di servizio. Mettendo in campo risorse, un progetto, un piano industriale. La situazione attuale è drammatica, ma ci sono margini di salvataggio, soprattutto se ci sarà la collaborazione della Città a tutti i livelli.
Per questo sono felice dell’incontro odierno fra Maurizio Pellegrino e il Sindaco Pogliese, un passaggio importante e significativo.
Per quanto mi riguarda non ho interesse ad assumere ruoli “sulla pelle del Catania e della matricola 11700”.
Molti mi chiedono se sarei disponibile anche ripartendo dalla serie D, con un altro progetto. Rispondo che questo tentativo nasce dalla volontà di salvare la storia, la categoria, i posti di lavoro, il patrimonio sportivo e il senso di appartenenza dei tifosi che si riconoscono in un percorso che viene da lontano.
Non mi interessa esserci a tutti i costi, con un altro Catania rilevato da un fallimento, con progetti che partano da categorie inferiori, con disegni che prescindano dalla matricola 11700.
Siamo ancora in tempo per salvare il Catania, quello vero, l’unico che i tifosi riconoscono? Ci sarò. Non ce la faremo? Lascerò ad altri, che sicuramente ci saranno, il compito di inventare un’altra storia, anche di successo, ma diversa da quella del Catania 1946.
Incrociamo le dita e lavoriamo, con serietà, per non far spegnere la luce. Avanti tutta."