Ora viene il meglio

Salifu, grande prova al

Salifu, grande prova al "Tardini"... 

L'editoriale di Max Licari propone un'analisi del doppio colpo del Catania in trasferta: Siena e Parma, sottolineando i meriti della società e dell'allenatore nel raggiungimento di tali ottimi risultati.

Tabu...la rasa!
Scrivo questo editoriale proprio nei minuti successivi al rigore di Marchese che ha consentito al Catania di raggiungere, meritatamente, i quarti di Coppa Italia. Una vittoria, quella sul Parma, che ha significati storici, se si considera che il Catania non aveva mai ottenuto il successo al “Tardini” e nell’unico precedente di Coppa Italia in terra emiliana, nel 1973, aveva perso 1-0 (ringrazio l’amico "Milk" per il prezioso suggerimento). Accoppiata questa vittoria in trasferta alla prima “gioia” esterna del campionato conseguita a Siena (volevamo sfatare il "tabù" e lo abbiamo doppiamente sfatato...) e all’ottavo posto in classifica, si chiude una settimana da sogno. Una settimana in cui la squadra, al di là di chi è sceso in campo, ha dimostrato di avere il carattere giusto per portare a termine una stagione importante. Sono molto contento soprattutto per la società che quest’anno ha cambiato totalmente la propria impostazione strategica in termini tecnici, dimostrando di poter fare altrettanto se non meglio rispetto al recente passato. Chi pensava che dopo le manifestazioni siderali di personaggi messianici in contatto diretto con la sala dei banchetti dell’Olimpo si potesse scatenare il classico diluvio, beh, è stato servito. Le prestazioni del portiere Frison, miracoloso in almeno due occasioni e poi decisivo nella lotteria dei rigori, del difensore centrale Bellusci, uno che non è titolare (terza scelta dopo Spolli e Rolin), di Salifu, migliore in campo per presenza atletica (a onta della facile e fuori luogo ironia di qualche tifoso dopo le sue prime apparizioni in prima squadra) lasciano intendere come certe volte emettere giudizi troppo frettolosi possa condurre a “malacumpasse” epiche. E siccome in questi sette anni di Serie A i soliti noti ne hanno fatte parecchie, sarebbe ora che un minimo di pudore ammantasse i loro candidi animi. La gara del Tardini ha, tuttavia, detto a chiare lettere, e qui possiamo parlare con cognizione di causa perché di prove ne abbiamo avute innumerevoli, che il Catania a gennaio dovrà acquistare una credibile alternativa al Toro Lavandina. Purtroppo, Morimoto ha bucato ancora una volta il cimento, disputando una prestazione insufficiente. Il giapponese avrebbe potuto anche evitare ai propri compagni una mezzzoretta di fatica supplementare se avesse messo dentro un facile pallone da qualche metro nella ripresa. Un errore che ricorda, ahimè, fin troppe palle gol sciupate in passato in maniera similare. Ma, per adesso, godiamoci questa serata dolce...

Gioco, risultato e classifica
Della prima, squillante vittoria conquistata dai rossazzurri al “Franchi” di Siena rimane una bella eredità: risultato, gioco e classifica. Classifica che, in ogni caso, non dimentichiamolo mai, significa solo questo: -18 all’Alba... Da Siena a Siena, dieci mesi dopo il Catania riprende la corsa “esterna” e lo fa nel modo migliore, dimenticando i “dolori” palermitani e i torti subiti con il Milan. Adesso, sarebbe un delitto non proseguire su questa strada, considerato anche il calendario futuro del Catania (Samp e Torino in casa, Pescara fuori). Ma, attenzione, è proprio in tali frangenti che in passato i rossazzurri si sono fatti cogliere in fallo, mostrando agli osservatori attenti e meno attenti di non aver compiuto il necessario salto di qualità in fatto di personalità e di continuità di rendimento che marca la differenza fra una mediocre e una buona/ottima compagine. Inutile ricordare come nella scorsa stagione il Catania del celebrato Montella fu costretto a lasciare l’intera posta a squadre come il Chievo, il Cagliari o il Bologna, nell’ambito di partite brutte e disgraziate. Tuttavia, quando una squadra priva di nove elementi, concede in trasferta una sola palla gol (la conclusione vincente di Rosina), a una formazione che si gioca la gara della vita, contestualmente sommergendola di azioni da rete e gol nella ripresa, mi sembra che si possa parlare di segnali altamente positivi. Segnali confermati oggi a Parma, peraltro. Si è sfatato finalmente questo maledetto tabù da trasferta, si è rimasti solidi per 90’. Probabilmente, solo alcuni hanno notato che per fare risultati eclatanti in trasferta è necessario che la squadra di casa giochi “di prammatica”, cioè per vincere, in attacco. A Siena è avvenuto ciò? Non mi pare. I bianconeri di casa, dopo esser passati miracolosamente in vantaggio per uno scivolone di Legrottaglie, provavano una fifa matta delle micidiali ripartenze di Gomez e Castro!!! Così, sono rimasti in massa dietro la linea del pallone per quasi tutta la partita... In queste condizioni, non sarebbe facile sbloccare il risultato nemmeno per il Real Madrid. Invece, Lodi e soci si sono comunque riversati in avanti, distruggendo gli avversari con le accelerazioni di Gomez e Castro e le stoccate dello splendido Bergessio, giocatore indispensabile per gli schemi di Maran. Da sottolineare le ottime prestazioni di Rolin (non facile sostituire Spolli), e Salifu, un ragazzo cui si deve dar fiducia.

Sotto con la Samp
La partita con Sampdoria giunge a fagiolo per testare in modo efficace l’eventuale “ innalzamento” di livello, se si pensa che i blucerchiati hanno evidenziato fin qui la discontinuità di rendimento tipica dei team ancora non ben definiti dal punto di vista della personalità e del gioco. Quella attuale è una Samp sull’ottovolante: splendida a inizio stagione, disarmante a ottobre e novembre, in ripresa nelle ultime partite, sebbene la sconfitta interna subita nel posticipo di lunedì abbia riproposto le solite magagne che ancora Ferrara non è riuscito a risolvere. Squadra ben preparata atleticamente, pronta alla ripartenza veloce, giungerà a Catania con il coltello fra i denti a tentare di far risultato. Quindi, missione difficile per l’undici di Maran. La Samp, non starebbe a me ribadirlo, dispone una intelaiatura di buoni “sfangatori” di Serie A, gente abituata a lottare domenica (o sabato, mercoledì, etc.) dopo domenica per guadagnare la meritata pagnotta, giovani elementi di valore come Poli o Icardi, nonché “vecchie glorie” come Maresca, centrocampista comunque sempre pericoloso nelle conclusioni dalla distanza. Mancherà l’infortunato Maxi Lopez, che sarebbe stato il motivo “in più” della partita. Non dimentichiamo come l’argentino sia ancora di proprietà del Catania e come il suo futuro sia incerto, non essendo sicurissimo che Garrone a fine stagione decida di esercitare il famoso diritto di riscatto. Certo, Maran con tutta probabilità potrà riavere Izco e Barrientos, elementi fondamentali per lo sviluppo totale del gioco, in più si giocherà in casa dove finora s’è fatto faville, ma accendere la lampadina rossa di “pericolo incombente” non sarebbe cosa malvagia...

Recuperare il “pitu”
Ora, palla a Barrientos. Per “diritto divino” nessuno scende in campo. Forse il solo Maradona, che anche da fermo insegnava calcio, poteva permetterselo. Il “pitu” non è Maradona, quindi... Quindi deve fare meglio, deve pedalare, perché il rendimento evidenziato nelle ultime gare, soprattutto a livello psicologico, è sicuramente inferiore rispetto ai suoi standard. Nel suo caso, il meccanismo dell’orgoglio deve scattare come una molla, poiché allora darebbe ragione ai detrattori che lo vorrebbero sostituito da Lucas Castro, che sta giocando molto bene. In realtà, con la Samp, considerata la squalifica di Almiron, Castro giocherà ugualmente a centrocampo, ma per Barrientos si tratta di una chance da non fallire. Già oggi a Parma ha dato risposte importanti, perché l’ho visto lottare su ogni pallone, aiutare i compagni, cercare la giocata. Certo, ha sbagliato un rigore che poteva costare caro, ma non me la sento di dargli la croce addosso. Con la Samp mi aspetto il vero Barrientos in fatto di qualità.

Questa squadra merita un “Massimino” pieno
Sulla questione “spettatori” al “Massimino” mi sono già espresso altrove. Le motivazioni economiche, sociali, psicologiche, le conosciamo tutte e le abbiamo sviscerate per filo e per segno. Ma, alla luce della reazione delle ultime due partite, non vedo proprio come non si possa premiare i ragazzi andando allo stadio a tifare in massa per la propria squadra, con tutto il calore possibile. La Samp, fra l’altro, è una formazione potenzialmente rivale nella lotta salvezza, ed è proprio in partite del genere che il Catania abbisogna del supporto della sua gente. Ci vediamo al “Massimino”... Let’s go, Liotru, let’s go!!!