Onore a te, Popolo Rossazzurro!

Meritate di più, molto di più...

Meritate di più, molto di più... 

In una stagione balorda i tifosi rossazzurri sono gli unici vincitori.


“Dai Catania olè Non mollare perché Questa curva sarà Sempre vicino a te!”
La stagione 2018-19 del Catania è finita ormai da qualche giorno, col pareggio di Trapani che ha sancito l’eliminazione dei rossazzurri dalla corsa alla B, ma nella mia mente continua la riproduzione costante di un cortometraggio vissuto in diretta. Stadio “Angelo Massimino”, mercoledì 29 maggio 2019. Sono le ore 22.15 circa, minuto più minuto meno, Francesco Lodi ha appena posizionato il pallone sul dischetto del calcio di rigore. Davanti a lui il portiere granata Dini e la muraglia umana della Curva Nord che canta all’unisono con apparente tranquillità, come se volesse esorcizzare quel momento di altissima tensione. Tensione massima al “Massimino”. Il Catania, a tre minuti dalla fine, è sotto di una rete. È il momento chiave del match e forse dell’intera stagione. Poi, di colpo, silenzio. Così come avviene prima di una esecuzione. Momento catartico. Il fischietto dell’arbitro Ivan Robilotta emette il suono che avvia la rincorsa di Lodi. La sfera, accompagnata con il sensibile sinistro del numero 10 rossazzurro, si piazza nel lato opposto rispetto a quello scelto dal portiere del Trapani. Il resto è un boato orgamisco che coinvolge, all’unisono, i 19.009 spettatori di fede catanese presenti nel vecchio impianto di Piazza Spedini.



Un’immagine che si ripete e che mi fa compagnia in queste ore vuote, vissute in attesa di conoscere come sarà il futuro. Il nostro. Da appassionato di storia, della nostra storia, se dovessi scegliere un momento simbolo di questa annata balorda, iniziata con la pantomima del ripescaggio e conclusa amaramente nella città a forma di falce, non potrei far altro che scegliere quel momento. Il momento più alto dell’ illusione del poter conquistare la promozione in Serie B. Un’illusione generata dalla compattezza di un Popolo Rossazzurro che si è caricato sulle spalle la squadra, scuotendola, ricompattandola e spingendola nel superare i propri limiti strutturali e caratteriali. All’unisono, verso quell’unico oBiettivo sfumato ancora.

All’orizzonte ecco un altro anno all’inferno, il quinto di fila. Da non crederci, da diventare pazzi. Pazzi come quei diciannovemila che trascinano la propria squadra. Pazzi o semplicemente follemente innamorati di quei colori. Onore a voi, cuore pulsante dell’Elefante. Onore a voi che gioite, soffrite e vivete per quella maglia. Onore a voi che non meritate questa categoria. Onore a voi, unici vincitori in questa annata. Onore a te, Popolo Rossazzurro, che meriti di più. Molto di più.