Oltre ogni limite

Gervasonico...

Gervasonico... 

L'editoriale del martedì di Max Licari si pone alcune domande in merito allo scempio perpetrato al "Massimino" dal sestetto arbitrale, proponendo semplici risposte. Per palati fini.

Gervasonico
Il problema non è perdere una o due partite. Il problema non è subire questo o quel “torto”. Nel calcio l’errore esiste e bisogna accettarlo. Il problema è constatare come, da 100 anni a questa parte, il nostro universo pallonaro pervicacemente persista a rimanere uguale a sé stesso. E non cambia mai per un motivo, diciamocelo chiaro: fin quando alla guida della barchetta (perché di vascelluccio fantasma trattasi) rimarranno sempre gli stessi, sempre le stesse facce, con gli stessi “legami” e con gli stessi profili psicologici, potremo sbattere la testa contro il muro, ma non accadrà nulla di buono. Bisogna avere il coraggio di mandare tutti a casa. Non solo in ambito politico, ma in tutti i settori dove a capo è stato messo, e sottolineo “messo”, il solito (o i soliti) “yes man”, il passacarte che “deve” garantire che tutto rimanga com’è, a dispetto dei tempi, a dispetto della gente, a dispetto di tutto. Chiediamocelo: perché, come mai, per quale motivo non viene mai fuori un “Grillo” del pallone? Un caso? In questo senso, per quanto concerne il calcio, una colpa grave è da attribuire ai presidenti, gli stessi che poi si lamentano. Anche loro (non tutti, ma la maggior parte), per motivi di interesse, non hanno voluto o non hanno avuto la forza di cambiare. Accettando un determinato “sistema”, sanno che possono accadere queste cose. Una considerazione ovvia è che il pallone sia lo specchio dell’attuale società. Vero, ma al “Massimino” si è andato oltre. Si è trattato di uno dei peggiori scandali della storia del nostro calcio e, guarda caso, con protagonista immancabilmente la Juve. La società piemontese è davvero sfortunata giacché, suo malgrado, si trova perennemente coinvolta in situazioni limite come questa. Non mi fermerò a ricostruire, a sindacare, spaccando il capello sulla “tecnica” dell’accadimento; già ci hanno pensato 777 televisioni, 1.564 radio e 3.000 quotidiani, sportivi e non (basti pensare che, solo martedì mattina, “Corriere dello Sport” e “Gazzetta dello Sport” hanno praticamente dedicato alla questione l’intero giornale). E, francamente, me ne frega poco, perché tutto ciò non può avere alcuna giustificazione. Mi limiterò a porre alcune domande. Come mai alla panchina della Juve è stata concessa una simile libertà? Perché nessun componente della stessa è stato allontanato? Perché nessun provvedimento da parte del giudice sportivo, anche sulla base di un’eventuale prova televisiva? A ciò non ho risposte. Ma a quest’altra “provocazione” sì: se, piuttosto che Catania-Juve, si fosse trattato di Catania-Atalanta, il misfatto sarebbe stato perpetrato? Ve lo dico io: nooooooo. E per un motivo molto semplice: a Maggiani non sarebbe mai venuto il dubbio. O, meglio, anche avendolo (cioè, se avesse pensato che Bergessio potesse essersi trovato in fuorigioco su un possibile secondo tocco), avrebbe pensato che un eventuale errore di un paio di millimetri sarebbe passato in carrozza. Ce ne sono tanti... Non solo, se anche, per assurdo, la stessa cosa fosse accaduta in Catania-Atalanta, il collaboratore di linea avrebbe mai avuto il coraggio di rischiare la seconda “malacumpassa”, convalidando un gol irregolare in fuorigioco ai bergamaschi? Ve lo dico ancora io: noooooooooooooooo; nel dubbio avrebbe tirato su la bandierina e via. Con la Juve no. Nel dubbio (?), ha lasciato andare. E ha sbagliato di nuovo, entrando definitivamente nella storia. E’ questo che accresce la rabbia. Questa dannata, maledetta cancrena della “sudditanza psicologica”, immarcescibile, ineliminabile. Il pensare che un errore con una “grande” possa bloccare una carriera. Il pensare che sia necessario massacrare di ammonizioni, anche immotivate, come fatto da “gervasonico”, una squadra perché “rea” di aver protestato giustamente a seguito di un’enorme ingiustizia. Il pensare che dare un rigore solare a 10’ dalla fine in Inter-Catania alla squadra in trasferta possa non essere consigliabile. Il non avere le palle per fare ciò che si deve fare in barba ai potentati di turno. Il non avere i coglioni di smetterla di fare gli “italiani”, insomma. Proprio per questo mi fanno riflettere le dichiarazioni di Moratti in merito. Giuste, ma perché il presidente interista non le ha tirate fuori due domeniche fa, quando la sua squadra guadagnò due punti netti netti proprio contro il Catania in virtù della stessa “sudditanza” contro cui si scaglia oggi? Tralascio, per pudore, le esternazioni di Alessio, Marotta e Agnelli. Dominio? Io, fino al gol di Bergessio e per tutto il primo tempo, ho visto una partita equilibrata. Le occasioni migliori la Juve le ha avute nella ripresa, dopo aver segnato in fuorigioco e in superiorità numerica. Giochiamola con la Juve sotto di un gol, con una difesa rossazzurra non intimorita dai 100 cartellini gialli e un attacco rapido, ideale per le ripartenze come quello etneo, giochiamola! Sotto assedio? Campagna mediatica? Ma una società che vuole “riformare” il calcio italiano, sotto il profilo anche morale, poi, la domenica permette ai suoi giocatori di inscenare pantomime del genere, di protestare contro ogni logica, di scagliarsi contro l’arbitro tentando di mettergli pressione? Perché la Juve non multa Pepe o Giaccherini? La controprova l’abbiamo in Europa. Senza tutto l’ambaradan che si porta dietro il calcio italiano, si cominciano a incontrare difficoltà anche contro il Caropepe Valguarnera svedese. Lì nessun Maggiani si fa prendere da dubbi amletici. Lì non si vince comunque e a ogni costo. O giochi bene e meriti, oppure a casa. Se trovi difficoltà inattese, te le porti dietro per tutta la gara. E non c’è nessuno a lanciarti la ciambella di salvataggio. E tu, abituato alle ciambelle, vai ancor più in ambasce. Probabilmente non ci si rende conto di quanto una vittoria ottenuta così possa far perdere in termini di immagine a una società. Si incamerano i tre punti, ma sul lungo periodo se ne perdono 100. Quanti potenziali tifosi (merchandising) si perdono in tutta Italia dopo Catania-Juve? Vittoria sì, ma vittoria di Pirro...

Moviola, altro che arbitri addizionali
Ho letto dei dubbi di molti sull’innovazione dei 6 arbitri in campo. Effettivamente, ne stanno combinando di tutti i colori. Ormai decidono in 27.000, nell’ambito di un bailamme indescrivibile. Con un’aggravante situazionale: in alcuni casi l’arbitro addizionale è un elemento di maggiore caratura rispetto all’arbitro principale, con l’inevitabile conseguenza che il Gervasoni di turno ne subisca la personalità. Rizzoli, in tre partite della Juve (Napoli, Udinese e Catania), ha fatto fare (o non impedito che si facessero) tre grosse cappellate al suo collega. Tutte, purtroppo, a favore della stessa compagine torinese. Per adesso, si può parlare di fallimento. Anche perché costano un putiferio. Si preferisce, in un periodo di crisi come questo, spendere 1.500.000 euro per spedire in giro per l’Italia gli arbitri, piuttosto che, a costi inferiori, fare l’unica cosa che andrebbe fatta: mettere la moviola in campo. In dieci secondi la questione Bergessio sarebbe stata risolta. Allargare questa sperimentazione a tutto il calcio professionistico, poi, sarebbe una vera follia. Insomma, gli arbitri devono cercare di dare risposte diverse alla gente. Francamente, quelle di Nicchi e Braschi non mi convincono. È il solito arrampicarsi sugli specchi che da millenni ascoltiamo. Non solo, mi sento un tantino “outplayato”, come si dice oggi, dalla designazione di Rocchi per Udinese-Catania. Una partita che normalmente, sulla base di una “consuetudine” che io contesto fortemente, avrebbe proposto l’esordiente Turi cca Lapa, “di colpo” merita un arbitro internazionale...

Le avete fatte le fotografie?
La domanda la rivolgo ai tanti tifosi juventini della nostra città. Le avete fatte le foto a Buffon e a Pirlo? Oppure anche voi vi siete un po’ vergognati? Nel primo caso, non ho nulla da dirvi. Nel secondo, forse ancora una possibilità l’avete: cominciate a tifare per la squadra della vostra città, ci faciti chiù cumpassa. Ora, sotto con l’Udinese, chissà che, almeno per una gara, si possa giocare ad armi pari con gli avversari... Si giocherà senza gli squalificati Legrottaglie e Marchese, ma si è trovato, finalmente, un gran Rolin (esordio fantastico). Non fasciamoci la testa prima ancora di essercela spaccata. Fiducia! Let’s go, Liotru, let’s go!!!