Non tiriamo troppo la corda(ta), altrimenti

... si spezza!

... si spezza! 

Max Licari su ipotesi "cordatistiche", "tafazzismo" e caos media di una città che commette gli errori di sempre...

Piffauri…
Mi sembra di rivivere l’estate del ’93, con una sostanziale differenza: il Catania non è stato radiato e non rischia di essere radiato. Purtroppo, assistendo alle pantomime “pseudoistituzionalmediatiche” in salsa catanese, non si può stare allegri, né si possono nutrire eccessive speranze sul futuro di questa città. Lo dico con sconforto, ma stiamo andando nella direzione sbagliata. Cercherò di spiegarmi “a paragrafi”, per punti, in modo da rendermi il più chiaro possibile:

1. "Tafazzismo" applicato Ancora non è scattato alcun deferimento in merito alla vicenda relativa al Catania, le carte processuali le conoscono in pochissimi, in pratica quasi nessuno sa realmente una beata mazza dell’argomento e già nella nostra stessa città fioriscono ipotesi catastrofiste di radiazioni tecnicamente impossibili, di retrocessioni di due categorie immotivate, di penalizzazioni fantascientifiche. Sostanzialmente, noi stessi godiamo nell'autopunirci; con atteggiamento tipicamente fatalista da “colonizzati” quali siamo, vogliamo suggerire pene esemplari sostanzialmente “mirate” unicamente al Catania a chi ha in pratica “sorvolato” o minimizzato su casi ben più clamorosi, nonché ha fra le mani un'inchiesta (Cremona) con centinaia di indagati fra calciatori e squadre. Motivazione? Ve la dico io: a Catania non riusciamo proprio a scindere i livori e gli odi personali dalle questioni di interesse pubblico. Siccome Pulvirenti (con Cosentino) oggettivamente (è storia e la storia non si cancella) ne ha combinate più di Bartolo negli ultimi due anni, allora il Catania “deve pagare salato”. Dimenticando una cosa fondamentale: Pulvirenti, come Marcoccio, Massimino o Gaucci, NON è il Catania. Il Catania è altro, un concetto, una fede, un simbolo che trascende il materiale. Non è difficile...

2. “Cordatismo” vecchia maniera Tralasciando il simpatico “sceicchismo” da giornaletto erotico anni ‘70 (a Palermo potrebbero scriverci un libro), a Catania nascono vergini, come incontaminati fiori di "sciara", le cordate. Vanno di moda come il seltz al limone alle 2 del mattino al chioschetto trend. Composte da chi, non si sa; proposte da chi, e cu ni sapi cosa! Non metto in dubbio che esistano imprenditori locali in grado economicamente di rilevare persino il Milan, come alcuni amici mi confidano; tuttavia, la domanda sorge spontanea: unni su? Unni sa fanu? E soprattutto, unni si 'll'ana fattu in passato? Che io ricordi, senza la “follia” di singoli imprenditori tifosi alla Massimino o Pulvirenti (e ci metto dentro anche Riccardo Gaucci), a Catania non si è mai fatto avanti nessuno, pur avendo il nostro territorio espresso personaggi fra i più ricchi d’Italia, tipo editori e cavalieri erranti… Quando, poi, ho letto sull’unico quotidiano cartaceo cittadino la pagina sportiva relativa all’ipotesi lanciata dal sindaco Bianco concernente il “pacchetto” cordata-azionariato popolare sul modello Parma, beh, mi sono venuti i brividi. Ho compreso che non si ha la benché minima di dove si debba andare a parare. Intendiamoci, lodevole questo iperattivismo da parte del primo cittadino (che peraltro, mi auguro, possa impegnarsi così a fondo anche nelle altrettanto importanti faccende di una città “campionessa” di problematiche economiche e sociali), ma prima di lanciare “idee” del genere sarebbe necessario riflettere. Modello Parma? E perché? Il Catania è fallito? Il Catania è in D? Catania è strutturalmente, socialmente, economicamente, caratterialmente, "filosoficamente" paragonabile a Parma? Non mi risulta. Mi risulta, di contro, che il Catania sia regolarmente iscritto in B, con parere favorevole della Covisoc. Inoltre, una cordata di imprenditori che è capace di acquistare solo il 60% del club, che garanzie può dare ai tifosi? Infine, il 40% di azionariato popolare a Catania? In una città in cui quasi 3.000 “tifosi”, ipoteticamente una fetta dei potenziali interessati al Calcio Catania nel comprensorio (e, quindi, all’azionariato popolare), chiedono un centinaio di euro di rimborso alla stessa società (nel suo momento più grave, dal ’93 a oggi) tramite le "solite" iniziative delle associazioni dei consumatori? Permettetemi un sorriso, per non citare il solito, scontato motto anarchico..

3. “Caos mediatico In tutto ciò, pasce e si abbevera di superminchiata perforante allo stato puro un certo becero “giornalettismo” locale, nel "mare magnum" dei siti e sitarelli, gruppi e gruppetti, pagine e paginette. Nulla a che vedere, ovviamente, con il giornalismo serio di chi fa questo mestiere con serenità e professionalità e i cui “protagonisti” sono ben noti ai tifosi. Parlo del resto. Fra bestialità allo stato puro, ipotesi startrekkiane, errori lessicali, sintattici, ortografici e di punteggiatura (anche in un lancio di quattro righe!), esclusive imperdibili, voci di corridoio raccolte e non ben specificate, spifferi da Torre del Grifo, confidenze del giardiniere, si scopre che quel giocatore a 600.000 euro d’ingaggio l’anno “vuole rimanere” anche in Lega Pro, salvo dieci minuti dopo “pentirsi” della propria debolezza. Si apprende che quell’altro giocatore ormai si trova in quella determinata piazza che già ama, nella quale ha già preso casa, anzi ha ormai firmato... ma un quarto d’ora dopo la trattativa è sfumata! Si sogna leggendo che si starebbe tentando di richiamare in vita Cinesinho tramite un medium e che Cantarutti vorrebbe rimettere le scarpette chiodate, entrambi cupidi di “aiutare” il Catania; ovviamente nelle categorie dilettanti, perché gente che non gioca da anni non può dall’oggi al domani reinventarsi atleta in un campionato professionistico… Semu ‘nda D, insomma. Senza ritegno.

Proprio per questo, io rilancio il mio grido: equilibrio. Cerchiamo di mantenere calma e lucidità e, soprattutto, lottiamo fino in fondo per il nostro Catania, con le unghie e con i denti, contro i nemici esterni e quelli interni, altrettanto pericolosi. E, quando leggiamo, vediamo o sentiamo, andiamo a verificare utilizzando il nostro cervello. Vi garantisco, al 90% “su minchiati”… Let’s go, Liotru, let’s go!!!