Non deve finire qui...

Greco e Russini, i migliori in campo...

Greco e Russini, i migliori in campo... 

Max Licari sul commovente successo rossazzurro al cospetto del Monterosi. Una squadra di uomini veri. Baldini commovente.

Ragazzi d’oro
Meritano di finire il campionato. Stasera c’è da parlare solo di questi ragazzi, mettendo per cinque minuti tra parentesi i pirandelliani “orrori” di questa tribolatissima crisi societaria giunta all’ennesima farsa da operetta. Sono scesi in campo con il piglio dei grandi e, fin dal primo minuto, hanno messo sotto senza appello una squadra sì non trascendentale, ma comunque capace nelle ultime gare di far più che bene in fatto di risultati. Si trattava, sulla carta, di uno scontro diretto per evitare i playout e il Catania ha dimostrato di essere tecnicamente di una categoria superiore rispetto ai pur volenterosi laziali. Del resto, la concomitanza delle sconfitte di Messina e Paganese attesta i rossazzurri, a quota 36, al tredicesimo posto, un punto dietro proprio la compagine allenata da Menichini e uno avanti al Taranto, ma a ben quattro lunghezze dai peloritani quintultimi (e a 13 sul penultimo posto dell’Andria), con una partita da recuperare il 23 marzo al “Partenio”. Ovviamente, non considerando la penalizzazione di quattro punti, senza la quale gli uomini di Baldini si ritroverebbero al decimo posto insieme al Picerno. Insomma, malgrado le autentiche mazzate ricevute, non ultima quella subita nel pomeriggio del 4 marzo, un percorso quasi incredibile cui bisogna tributare i giusti onori, come fatto, ancora una volta, dallo stadio (i 3.000 circa presenti, a tanto appare adesso quantificabile l’interesse della nostra città verso il Liotru) e dalla Curva Nord a fine gara. I ragazzi hanno dimostrato per l’ennesima volta attaccamento alla maglia accanto a encomiabile fervore agonistico e caratteriale, quando qualcuno legittimamente già pensava che avrebbero mestamente consegnato le armi, spossati dalle reiterate percosse di una sorte non certamente meritata. Prestazione gigantesca da parte di tutti, intessuta di tecnica, di corsa e di cuore; un clamoroso grido d’aiuto lanciato ai curatori fallimentari, nei quali tutti noi nutriamo fiducia, un accorato appello: fateci continuare a giocare, a stupire, a gioire insieme ai nostri tifosi, almeno quelli che ancora portano stampato nel petto il sacro simbolo dell’Elefante. Affinché ciò accada, tuttavia, è necessario che si materializzi un piccolo miracolo, che si trovino in qualche modo le risorse economiche al fine di tirare avanti per un altro paio di mesi, al netto di proclami e rassicurazioni da parte di chi non ha, in ogni caso, partecipato formalmente all’asta e si propone ugualmente come compratore nell’immediato futuro. Non è tempo di illusioni, ormai. Non possiamo permettercelo.

Senza Moro, ecco i centrocampisti
Mister Baldini, privo di Moro, sceglie il 4-3-3 con Greco, Provenzano (preferito a Cataldi) e Rosaia in mezzo, a supporto di Biondi, Russini e Sipos. Menichini opta per il classico 5-3-2 molto abbottonato, non potendo contare sull’ex Mbende, con la coppia baby Ekuban-Caon in avanti (panchina per l’esperto Costantino). Il Catania comincia subito a pressare la costruzione dal basso del Monterosi, davvero assai poco qualitativa (male soprattutto Franchini e Buglio), scatenando nelle ripartenze brevi l’imprendibile Greco, coadiuvato da un Russini tornato nuovamente in buone condizioni di forma. Incredibile la rete fallita da Sipos all’11’ a porta vuota, così come il palo del giovane centrocampista al 20’, in virtù di un colpo di testa da due passi, susseguente ad azione scaturita da corner. Splendido, invece, al 26’ il calcio di punizione da posizione assai defilata sulla sinistra dipinto da Russini, una traiettoria beffarda che si insacca alle spalle dell'incerto Daga. Ancora una volta, l’ala etnea sigla un gol su punizione (il terzo su sei complessivi) e, come all’andata, sempre alla malcapitata squadra laziale. Il Catania, comunque, non demorde e preme sempre sull’acceleratore, sfiorando la rete ancora con Greco, su assist dello scatenato attaccante esterno ex Siracusa. Monterosi non pervenuto. Nella ripresa, il copione cambia poco, anche a causa dell’incapacità degli ospiti di reagire con ficcanti azioni offensive. Il Catania, in ripartenza, non perdona già al 53’, grazie a una discesa sulla sinistra di Pinto, il cui appoggio arretrato viene tramutato in rete dall’accorrente Biondi, alla quarta segnatura stagionale. La partita non ha più senso per gli ospiti, che subiscono il terzo gol al 84' dal neo entrato Russotto, su assist di Albertini ben imbeccato dall’altro subentrato Flavio Russo, diciottenne di belle speranze della Primavera 3 dell'altro Russo, il nostro Orazio. Un ragazzo che potrà costituire un bell’investimento per il futuro. Se ci sarà un futuro per questa attuale rosa di giocatori, chiaramente… La rete della bandiera del Monterosi, su rigore generato da un chiaro fallo di mani in area di Lorenzini trasformato dal neo entrato Costantino, non cambia di una virgola il giudizio su una prestazione maiuscola del Catania, per il quale ogni superlativo è superfluo.

Il futuro nelle mani dei curatori
Come detto, l’eventuale prosecuzione di questa bella storia di sport è demandata, qualora ce ne fossero le prerogative, al tribunale e ai curatori fallimentari. Sarebbe un grande peccato interrompere questo fortissimo legame tra i tifosi e i ragazzi di Pellegrino e Baldini, così come gettare alle ortiche un organico in cui sono presenti buoni giocatori di proprietà come Monteagudo, Albertini, Zanchi, Rosaia, Cataldi, Russini, Lorenzini, tutta gente pronta a costituire una base solida per il futuro. E una continuità storica a cui tutta al città tiene molto. Lunedì si saprà… Let's go, Liotru, let's go!!!