Nel blu di...Pinto di blu...

Pinto, gol d'autore...

Pinto, gol d'autore... 

Max Licari sulla rimonta etnea contro la Virtus. Con la consapevolezza che la partita "vera" si gioca da altra parte...

Solo da ammirare
Difficile. Difficile anche solo pensare di poter disquisire di calcio in situazioni simili a quella in cui vive il Catania. Tutti noi sappiamo che la partita più importante non si gioca di certo sul terreno di gioco, ma nelle aule dei tribunali. E, giusto nel giorno del primo turno dei playoff, la "Partita delle Partite" ha vissuto una brusca battuta d’arresto, per certi versi inaspettata. Eravamo un po’ tutti sicuri della pubblicazione (alla buon’ora!) dell’ormai celebre bando che avvierà la procedura competitiva di vendita della società rossazzurra… e, invece, forse se ne parlerà addirittura il 2 o il 3 luglio, quando i tempi saranno ristrettissimi (ricordiamo che l’iscrizione al campionato è fissata al 5 di agosto). Evidentemente vi è qualcosa che non quadra e i tifosi, giustamente, vengono proiettati in una sorta di incubo collettivo dal quale si fatica a risvegliarsi. Eppure, la gara giocata al “Massimino” contro la vivace Virtus Francavilla, in qualche modo, ci riconcilia con il calcio, quello vero, quello fatto di sacrificio e di sudore. I ragazzi capitanati da Lucarelli, privi degli ormai evaporati Di Molfetta, Esposito, Marchese e Rizzo, sul campo dimostrano di essere uomini veri, riuscendo nel’impresa di recuperare due reti di svantaggio ai pugliesi. Impresa quasi disperata, ma riuscita in pieno in virtù di valori che a Catania da anni avevamo dimenticato. Lo stesso tecnico livornese, a fine partita, ha confessato che molti dei giocatori poi protagonisti della gara avevano sciolto le riserve in merito alla stessa partecipazione al match poche ore prima del fischio d’inizio, giacché di stipendi, per adesso non si vede nemmeno l’ombra. Ciò ingigantisce ancor più la statura morale di questo allenatore e di questi ragazzi, per i quali si può provare solo ammirazione sincera. Hanno lottato e vinto solo per la maglia, per la gente di Catania, non lesinando fatica e ardore. Non sappiamo se riusciranno a proseguire la corsa (il prossimo incontro si giocherà probabilmente a Terni, con un solo risultato a disposizione, a meno che gli umbri non si suicidino al “Liberati” contro il modesto Avellino di Capuano oppure sempre al “Massimino”, ma contro un avversario ben più robusto dei volenterosi virtusini di Trocini, il Catanzaro di mister Auteri), ma già la loro battaglia di credibilità con la piazza di Catania l’hanno vinta.


Il commento a caldo di Max Licari, direttore di Pianeta Catania, e Salvo Emanuele, direttore di CalcioCatania.Com, al...

Pubblicato da Calciocatania.com su Martedì 30 giugno 2020


La coerenza del “4-2-3-1
Avevamo immaginato che Lucarelli non volesse abbandonare la strada maestra che prima dello stop dovuto al Coronavirus aveva condotto il Catania a risultati importanti e così è stato. Il trainer etneo ha impostato la squadra sulla solita difesa (con il solo Martinez al posto di Furlan), il consueto duo di mediani davanti al reparto arretrato e un trio di trequartisti composto da un paio di giovani di gamba come Biondi e Capanni sulle ali e il più esperto Curcio a supporto dell’unica punta Curiale. L’inizio del match sembrava non dare ragione a tale strategia, poiché gli ospiti mostravano più verve atletica e organizzazione (in specie a centrocampo, con Zenuni, Di Cosmo e Mastropietro a dettare legge), colpendo i rossazzurri due volte nei primi 20’ con Perez e Vazquez. Una doppia mazzata che avrebbe accoppato un toro, ma che non ha scoraggiato i padroni di casa, bravi ad accorciare le distanze con un tap-in di Biondi al 25’, rimettendo in piedi il match. Il Catania, seppur in maniera talora farraginosa, ha sempre mostrato grinta e determinazione a voler ribaltare il risultato, tanto che il rigore trasformato da Curcio al 56’ non può essere considerato sorprendente. A un avversario mai domo e incline alla ripartenza con lanci in verticale, grazie ai due ottimi attaccanti, ideali nel 3-5-2, il Catania ha, in specie nella ripresa, ribattuto con le percussioni di Biondi e Capanni (il migliore in campo) sulle corsie alterali, nonché la solidità di Salandria e Vicente in mezzo al campo. Ancora indietro di condizione sono apparsi i difensori centrali (in ritardo sulle segnature avversarie), mentre addirittura straripante è risultato nel finale Pinto, autore al 91’ di uno dei gol più belli mai visti a Catania, una serpentina alla Baggio che ha portato il laterale mancino ex parmense a battere da distanza ravvicinata Poluzzi, per il meritato 3-2. Meritato perché i rossazzurri avevano clamorosamente fallito il gol almeno in tre circostanze con Curiale (più dinamico del solito, ma ancora impreciso), Biondi e Curcio, prima della girandola di sostituzioni da parte di entrambi gli allenatori che, nel convulso finale giocato dai pugliesi in inferiorità numerica per la sciocca espulsione di Vazquez, ha prodotto un gioco assai confusionario e nervoso, come normale che sia alla prima gara dopo mesi di inattività. Alla fine, una bella partita per pochi intimi (la mancanza sugli spalti dei tifosi, unica componente essenziale del calcio, si fa sentire, eccome…), giocata in un terreno di gioco tutto sommato accettabile e condita anche dall’imprevisto di un black-out di circa 10 minuti per un calo di tensione che l’ha resa ancora più “particolare”. L’abbraccio collettivo a fine gara ci fa comprendere, se ce ne fosse ulteriore necessità, quanto “enorme” sia il lavoro di Lucarelli in questi “foschi” giorni di fine ciclo. Perché una sola cosa è chiara a tutti: un’era si è conclusa ed è vitale ricominciarne un’altra, con la stessa matricola. E con tempi minimi a disposizione... Let’s go, Liotru, let’s go!