Napoli-Catania: presentazione della gara

Il 'primo' Maxi Lopez in azione al

Il 'primo' Maxi Lopez in azione al "San Paolo" nel 2010 

La presentazione della gara del "San Paolo" tra partenopei ed etnei. Napoli lanciato all'inseguimento della Roma, Catania in emergenza e intento ad evitare un'altra batosta...

Sulle ali dell’entusiasmo
Le vittorie in rapida sequenza contro Marsiglia (in Champions League), Torino e Fiorentina (in campionato) oltre a far dimenticare la cocente sconfitta contro la Roma hanno ulteriormente fortificato le convinzioni di una formazione che ragiona sempre di più da grande. Il colpo esterno di Firenze, poi, sembra aver messo le ali ad un Napoli che senza l’exploit da record della Roma (dieci vittorie su dieci) potrebbe comandare tranquillamente la serie A italiana. Frutto di una campagna acquisti mirata, con acquisti come Reina, Albiol, Callejon ed Higuain, che non stanno facendo rimpiangere i vari Cavani, Campagnaro e De Sanctis. Stesso discorso per quanto riguarda la panchina, con mister Benitez calato alla perfezione nel “progetto Napoli”. Frutto di una lenta e proficua crescita che, grazie alla gestione del presidente Aurelio De Laurentis, ha riportato il calcio partenopeo ai fasti di quello dei Maradona e Careca. Una seconda età dell’oro per un Napoli che vola sulle ali dell’entusiasmo. Entusiasmo crescente e difficile da smorzare. Le gare contro Catania e Marsiglia, entrambe al “San Paolo” nel giro di tre giorni,sono snodi cruciali per l’intera stagioni: battere i rossazzurri per non perdere terreno da una Roma inarrestabile; battere i transalpini per mettere in cassaforte il passaggio agli ottavi di Champions. Imprese, entrambe, tutt’altro che impossibili da realizzare. Con l’entusiasmo si può.

Altra batosta?
Piove sul bagnato in casa rossazzurra, penultima della classe (insieme alla matricola Sassuolo) a tre punti dalla “zona salvezza”, in piena emergenza tra infortuni e squalifiche e vicina al caos totale. Alt! Bisogna fermarsi, senza perdere la bussola e senza lasciarsi andare ad isterismi di massa del tipo “Siamo in serie B” o “Questo campionato sarà un lento calvario tipo quello del Palermo nella scorsa stagione” o “E’ l’inizio della fine del Catania di Pulvirenti”. Frasi come queste (e anche di peggiori) nelle ultime settimane si susseguono con una velocità supersonica nei vari luoghi di discussione affollati dai tifosi rossazzurri, spaventati da una situazione di classifica tutt’altro che prospettata dopo il brillante torneo della scorsa stagione. La paura di perdere quel paradiso conquistato faticosamente il 28 maggio 2006 è tanta. Tantissima. Paura accentuata da diversi fattori negativi che, al momento, pongono la formazione rossazzurra tra le serie candidate alla retrocessione. La trasferta di Napoli, storicamente proibitiva, appare adesso ancor più impervia ed irta di ostacoli. Come scalare una montagna, o meglio un vulcano. Si può scalare il Vesuvio od è più facile farsi sommergere da un fiume di lava azzurro, arroventato dai lapilli di Higuain e compagnia? Eppure, anche noi siamo vulcanici. I più alti in Europa. Evitare un’altar batosta, abbassare la celata, sudare la maglia: con lo spirito etneo il Vesuvio si può provare a scalare. Sassuolo docet. -34 all’Alba: “Siate folli, siate affamati, siate umili, siate elefanti!”