Napoli-Catania: analisi del match

 

Il 2-1 del Napoli contro il Catania rivissuto in numeri, grafici e statistiche.

“Melior de cinere surgo” è l’iscrizione latina scolpita su Porta Garibaldi, ad imperitura testimonianza del trionfo sulle forze avverse. Motto che si addice più che mai alla Città di Catania e ai catanesi, pronti a risollevarsi sempre con rinnovata energia dopo le sventure. Motto che ogni singolo giocatore etneo dovrebbe fare proprio al fine di raddrizzare un campionato partito male. Ma ancora lungo e con un obiettivo da centrare. Il 2-1 del Napoli contro il Catania rivissuto in numeri, grafici e statistiche.

 Lo score delle due compagini

Lo score delle due compagini  



Archiviato il doppio turno esterno contro le favorite al titolo, il Catania deve adesso ripartire da zero. O meglio, dai sei punti che in attesa della gara tra Bologna e Chievo prevista per stasera, lo costringono a guardare, per il momento, diciannove squadre su venti dal basso verso l’alto.
Inutile rimuginare adesso sugli equivoci tattici che hanno contraddistinto l’avvio della stagione o maledire gli infortuni che hanno decimato la prima squadra rossoazzurra. Occorre ora rimboccarsi le maniche, dare fiducia a chi scenderà in campo il prossimo sabato contro l’Udinese e conquistare i tre punti. Petto in fuori e testa alta.

DISPOSIZIONI IN CAMPO

I ventidue in campo all’avvio

I ventidue in campo all’avvio  



Le numerose defezioni in casa Catania costringono il tecnico De Canio a rivedere il sistema di gioco utilizzato nel corso dei precedenti incontri. Messo da parte il 4-3-3, adottato in avvio contro il Sassuolo ma troppo azzardato per essere rischiato al San Paolo, e momentaneamente accantonato l’impiego del trequartista che caratterizzò la prova di Torino, il trainer rossoazzurro vara un abbottonato 4-5-1.

Al centro della difesa, si punta sull’esperienza di Legrottaglie e sul buon periodo di forma di Gyomber mentre sugli esterni giocano Alvarez a destra, Capuano a sinistra.
Di fatto, l’impiego del terzino campano è la vera novità rispetto alla vigilia e sottolinea l’atteggiamento tattico, chiaro e condivisibile, che De Canio desidera per l’incontro: una squadra corta, attenta alla fase difensiva e pronta al raddoppio lungo le corsie laterali.

Il tecnico di Matera, evidentemente, conosce bene l’avversario ed è a conoscenza che i pericoli maggiori durante la gara potrebbero arrivare dalle fasce. Spazio dunque ad Izco a destra, in appoggio ad Alvarez e Biraghi a sinistra, qualche metro più avanti rispetto a Capuano. La folta mediana è completata da Tachtsidis ed Almiron. Castro è il quinto di centrocampo e viene impiegato a destra, nell’intento di tenere in apprensione il dirimpettaio Armero e limitarlo nella fase offensiva. Ci riuscirà bene per un tempo.
In avanti, è affidato a Maxi Lopez l’intero peso dell’attacco etneo.

Il Catania del primo tempo e la densità di gioco

Il Catania del primo tempo e la densità di gioco  



Dopo i primi quarantacinque minuti di gara, Biraghi rimane negli spogliatoi. Al suo posto Keko. Il 2-1 firmato da Castro e la discreta tenuta difensiva offerta dal Catania nel corso del primo tempo, inducono il tecnico etneo ad osare un atteggiamento più offensivo, attraverso l’utilizzo di un 4-3-3. Lo spagnolo si posiziona a destra mentre Castro si colloca a sinistra, entrambi a supporto di Maxi Lopez. Il coraggio, è evidente, non manca al tecnico di Matera che già a Torino, dopo i primi quarantacinque minuti di gioco, aveva attuato una simile mossa – ma all’interno di un contesto tattico diverso – sostituendo Biraghi per Castro.
L’audacia di De Canio si concretizza al ’70, quando Petkovic prende il posto di Izco e il Catania passa a due punte effettive mantenendo gli esterni offensivi molto alti.
Tatticamente ininfluente il cambio, a sette dal termine, di Rolin per Alvarez, richiamato in panchina a seguito di una gara dispendiosa ma imprecisa.

Gli etnei durante la seconda frazione di gara

Gli etnei durante la seconda frazione di gara  



Il Napoli è reduce della vittoria all’Artemio Franchi di Firenze e viaggia sulle ali dell’entusiasmo, forte di una squadra quest’anno attrezzata per competere alla pari con le grandi della massima serie e d’Europa.
La gara contro il Marsiglia, valida come incontro della fase a gironi di Champions’ League ed il successivo turno di campionato che prevede la gara esterna contro la Juventus, dovrebbero suggerire al tecnico spagnolo un po’ di sano tourover ma Benitez concede solamente ad Inler un turno di riposo, schierando dal primo minuto di gioco la formazione tipo, priva dei soli Maggio – squalificato – e Zuniga – infortunato.
Azzurri pertanto con il 4-2-3-1: Reina tra i pali; linea difensiva a quattro costituita, da destra a sinistra da Mesto, Fernandez, Raul Albiol ed Armero. A centrocampo, trovano spazio Behrami e Dzemaili mentre a ridosso dell’unica punta Higuain prendono posto Callejón, Hamsik ed Insigne.
Pronti, via. Mesto si infortuna al ginocchio ed Uvini, difensore centrale – in allenamento comunque ripetutamente provato da Benitez da terzino destro - brasiliano classe 1991 gli subentra. Nella ripresa, il trainer spagnolo effettua il secondo cambio della gara solo a 10 minuti dal termine, richiamando in panchina Higuain, che alla viglia si credeva non dovesse partire da titolare, per Cristián Zapata. Allo scadere, Mertens subentra ad Insigne.

FLUSSI DI GIOCO

La regia è del greco, le iniziative lungo le fasce

La regia è del greco, le iniziative lungo le fasce  



Con Barrientos e Plasil fermi ai box ed Almiron dedito alla fase di copertura e pressing, la manovra del Catania è affidata a Tachtsidis, schierato al centro del campo e tutelato dalla presenza di Izco ed Almiron, rispettivamente a destra e sinistra.
Il greco è il giocatore etneo che tocca il maggior numero di palloni e si distingue per 30 passaggi riusciti (con il 68% di accuratezza), dei quali 5 all’indirizzo di Maxi Lopez sulla trequarti avversaria. La corsia destra è la più battuta dagli etnei, e i flussi di gioco si sviluppano attorno al triangolo costituito da Alvarez, Izco e Castro.
Nel complesso, il Catania cerca di costruire sempre la manovra dalle retrovie, in particolare durante la prima frazione di gara quando il 74% delle azioni partono da dietro. La ricerca della profondità attraverso vie centrali è meno utilizzata rispetto alle ultime uscite ed è invece maggiormente utilizzata la ricerca degli esterni, grazie anche al folto centrocampo che copre l’intera ampiezza del terreno di gioco. Gli otto cross dal fondo (sui tredici tentativi) dimostrano la volontà del Catania di cercare l’affondo e creare situazioni di pericolo. Pochi i cambi di gioco (3 durante la gara) e tante le iniziative personali (3 accelerazioni in ripartenza e 12 dribbling utili sui 17 tentati). Da rivedere schemi e sviluppo su calci da fermo.

La manovra organica del Napoli attraverso tutti gli effettivi

La manovra organica del Napoli attraverso tutti gli effettivi  



La manovra degli azzurri è fluida e coinvolge tutti gli uomini. Parte sempre dalle retrovie (quasi l’80% delle azioni è manovrata dai difensori) e poche sono le palle a scavalcare il centrocampo. Gli ispiratori della manovra partenopea sono i tre centrocampisti offensivi che giocano alle spalle di Higuain, ma è Behrami il vero costruttore di gioco. Lo svizzero si distingue per 81 palle giocate e ben 68 passaggi riusciti, con una percentuale di accuratezza dell’84. Sbaglia pochissimo in fase di costruzione, ed è prezioso in termine di copertura territoriale e copertura. Nel corso del match fa viaggiare più volte Armero lungo l’out sinistro e duetta per 31 volte con Insigne. Dzemaili, al suo fianco, non è da meno: gioca palla 13 volte all’indirizzo di Callejón e 12 verso Hamsik.
Il Napoli gioca poco per vie centrali e si affida invece alle incursioni dei suoi esterni per creare situazioni di pericolosità. In tal senso, non sorprende il dato relativo ai cambi di gioco (3 nel primo tempo, 4 durante la ripresa) che hanno spesso consentito al Napoli di giocare lungo le corsie laterali. I pochi tentativi di cross dal fondo (7 in totale ma solo 1 nel primo tempo) sono giustificati dalla ricerca della penetrazione e scarico centrale da parte di Armero e Callejón.
L’organica manovra degli azzurri si concretizza con ben 68 palle giocate in zona area etnea (il doppio rispetto ai rossoazzurri) e una percentuale di attacco alla porta del 64,8%. Scarsa, invece, l’efficacia sui calci da fermo in attacco (28,6% l’accuratezza nel corso dell’intero match).

In & out: Maxi Lopez e Pablo Alvarez

 Il nostro in è per Maxi. Propositivo e responsabilizzato

Il nostro in è per Maxi. Propositivo e responsabilizzato  



Gara difficile per Alvarez, generoso ma molto impreciso

Gara difficile per Alvarez, generoso ma molto impreciso