N'ac...Calapamu tri punti!

La straordinaria rete di Luca Calapai

La straordinaria rete di Luca Calapai 

Max Licari sulla cruciale vittoria di Rieti. Bene il 4-3-3, meglio la mediana, " gioiello" Calapai.

Vittoria meritata
Diciamocelo in tutta onestà, se al 73’, da un metro dalla linea di porta, Maistro avesse messo dentro (invece che, clamorosamente, sulla traversa) la facile palla dell’1-0 nell’unica occasione da rete creata dai padroni di casa, adesso staremmo parlando di beffa atroce, anche qualora il Catania fosse riuscito a pareggiare nel finale. Invece, l’autentico “gioiello” di Luca Calapai, alla sua seconda segnatura consecutiva, regala agli etnei una vittoria fondamentale per morale e classifica. E, soprattutto, meritata, perché per tutto il match sono stati i rossazzurri a tenere in mano il pallino del gioco, a tentare di costruire qualcosa di credibile in fase offensiva e, purtroppo, a essere penalizzati da un paio di decisioni arbitrali palesemente punitive. I reatini, formazione “multinazionale” molto fisica, si sono di contro limitati a contenere, anche bene, la forza d’urto degli uomini di Sottil e, di tanto in tanto, ripartire con Maistro, Cericola e lo spigoloso centravanti Gondo, il quale con tutta probabilità non avrebbe dovuto nemmeno concludere il match, considerata l’enorme mole di falli commessi (una sorta di “record del mondo” per una punta centrale). In ogni caso, in “partitacce” del genere conta solo il risultato, come insegnano i match di Bisceglie e Lentini, in cui il Catania non era riuscito a venire a capo del “fortino” organizzato dagli allenatori avversari. Evidentemente, qualcosa nel vento è cambiato, perché Lodi e soci adesso riescono comunque a dare l’impressione di poter far male in qualsiasi momento, anche nei frangenti in cui la partita sembra bloccata e determinate giocate non riescono. A mio parere, il cambiamento di modulo sta incidendo, perché il 4-3-3 pare sicuramente più adatto alle caratteristiche dei centrocampisti attualmente in rosa e, malgrado l’interpretazione molto volenterosa ma non propriamente “adatta” al modulo stesso di Marotta sull’esterno mancino offensivo, anche in attacco si vede qualche taglio in più, qualche movimento maggiormente ficcante. Una potenziale pericolosità più evidente, insomma. Ciò significa che, una volta “aggiustata” con qualche elemento consono alla bisogna, in specie sulle fasce, questa squadra potrebbe tentare di insidiare la marcia fin qui inarrestabile della Juve Stabia. La riprova è costituita dal fatto che anche allo “Scopigno”, una volta nella ripresa “sistemato” il 4-3-3 con un esterno di ruolo (Llama, al posto del non brillantissimo Curiale) e riportato Marotta al centro, la squadra ha sicuramente fatto meglio. Intanto, al di là dei punti, sempre importantissimi (a quota 34, adesso, i rossazzurri si attestano al terzo posto, a due lunghezze dal Trapani, con una gara in meno), ci si può consolare con la scoperta che alcuni uomini, all’interno di questo sistema di gioco, possono fare molto bene. Mi riferisco, soprattutto, a Calapai e Manneh, anche a Rieti i più brillanti sotto il profilo atletico. Sono ragazzi su cui puntare per il prosieguo del campionato. In generale, anche i più esperti sono apparsi maggiormente “vivi” a livello fisico, segno che forse, forse (ma non vorrei sbilanciarmi, visti gli esiti pregressi…) il momento più buio sta esaurendosi. Fondamentale, questo secondo successo consecutivo, pure in fatto di autostima, giacché si sta notando come gli uomini più rappresentativi stiano tornando a tentare (pur, spesso, non riuscendovi) qualche giocata più “difficile” che, fino a qualche settimana fa, nemmeno pensavano di compiere. La “testa”, si sa, nel calcio è cruciale… ma non basterà, se non verrà ulteriormente innalzato il livello qualitativo dell’organico a gennaio. Infatti, se andiamo a fare un confronto con il Catania della scorsa stagione, quello attuale sta mostrando un rendimento pressoché uguale (35 punti contro i 34 attuali, 27 reti siglate contro 26, stesso numero di gol subiti, 12). L’anno scorso alla fine non servì contro un Lecce che andava peggio delle “vespette”: perché dovrebbe risultare sufficiente quest’anno?

Un Catania più quadrato
La conferma del 4-3-3 ci fa comprendere come questa sia la strada maestra cui dovrà uniformarsi la società nel mercato invernale. La squadra, impostata su una mediana in cui due “alfieri” bravi a contrastare (in questo caso Biagianti e Rizzo) “accompagnano” Lodi, ha funzionato meglio, anche grazie al grande sacrificio di Marotta e alla velocità di Manneh, nettamente il migliore in campo nella prima frazione, l’unico in grado di aprire la munita difesa locale (in cui spicca il figlio di Delli Carri) con alcune accelerazioni brucianti non finalizzate da un Curiale ancora lontano dalla migliore condizione. Inoltre, il gol il giovane gambiano era riuscito anche a confezionarlo al 38’, con un millimetrico pallonetto su Costa in uscita, ribadito in rete dallo stesso Curiale, ma l’arbitro Miele “intravede” una dubbia spinta del centravanti etneo su di un difensore reatino. Malgrado il nome, non proprio “dolcissimo” per i fegati rossazzurri il direttore di gara, giacché, rivedendo più volte l’azione incriminata, la segnatura ai più è apparsa regolare. Ma si è trattato di un primo tempo a senso unico, in cui i laziali, solidamente messi in campo dall’allenatore portoghese Chéu, non hanno mai impensierito Pisseri, badando unicamente a difendersi. Nella ripresa, pur cercando ancora insistentemente di sbloccare il risultato (clamoroso, per esempio, il fallo di mano di Delli Carri in piena area, ancora una volta non visto dal mediocre Miele), il Catania ha mostrato una piccola flessione nell’espressione di gioco, complice il fisiologico calo degli esterni Marotta e Manneh, tanto che Sottil ha prima inserito Angiulli e Llama per Rizzo e Curiale, spostando il gambiano a sinistra, e poi Brodic per lo stesso numero 19, alla ricerca di maggiore brillantezza in fase offensiva, segno che la partita il Catania l’ha voluta vincere. Certo, il gol è giunto con una certa fatica, a dieci minuti dal termine, e solo a seguito di un’autentica prodezza personale di Calapai (splendido, soprattutto, il tiro in diagonale), ma non per questo meno meritato e importante per il futuro. Da sottolineare la prova sufficiente di Ciancio, uno dei più criticati in questo girone d’andata, nonché la buona regia di Lodi, certamente a più agio nella sua “classica” posizione di regista davanti alla difesa. Ma, questa volta, tutti hanno dato l’anima e meritano un voto positivo.

Non si può fallire il tris…
Non sarà facile il match di giorno 30 contro il Monopoli (reduce dal buon pareggio di Siracusa), compagine quadrata, “di categoria”, che sta facendo benissimo in campionato. Ma, se si vogliono portare avanti ancora determinati “ragionamenti”, non si potrà fallire la terza vittoria consecutiva, in special modo perché si giocherà al “Massimino”, davanti presumibilmente a un pubblico numeroso, considerato che si tratta dell’ultima gara dell’anno prima della sosta e che le due vittorie di fila hanno rinfocolato un minimo di speranza nei cuori “macca Liotru”. L’ultimo sforzo e poi… testa bassa e pedalare! Let’s go, Liotru, let’s go!!!