Morimoto: da promessa a meteora

Morimoto, esperienza costellata da alti e bassi.

Morimoto, esperienza costellata da alti e bassi. 

Dal gol all'esordio contro l'Atalanta all'interesse del Manchester United, fino ad arrivare al declino degli ultimi anni.

Operazione commerciale?
Estate del 2006, mese di Luglio. L'Italia ha appena vinto il campionato del mondo, il Catania è da poco meno di due mesi una compagine di Serie A, categoria in cui ritorna dopo 23 anni di assenza. C'è da rinforzare la squadra per attutire al meglio l'impatto con l'esordio in massima serie. Le prime settimane di calciomercato non sono state proprio scoppiettanti, anzi, hanno alimentato i malumori nella tifoseria per la cessione del beniamino De Zerbi al Napoli, e gli arrivi dell'esperto attaccante Corona, dello sconosciuto Izco, e del mediano Edusei non fanno entusiasmare. Radio mercato intanto anticipa l'interesse da parte del Catania nei confronti di un giovanissimo attaccante della J.League, Takayuki Morimoto, affrettandosi a dichiarare l'operazione come meramente commerciale, per attirare fan orientali in vista del grande palcoscenico offerto dalla Serie A. In maniera abbastanza inusuale, la società si affretta a diramare un comunicato in cui afferma di essere interessata all'acquisizione del giocatore per ragioni esclusivamente tecniche. Morimoto, insomma, ancor prima di essere ufficializzato come nuovo giocatore del Catania, viene presentato come un investimento per il patrimonio sportivo della società. L'affare va in porto il 23 luglio 2006, con il giocatore che si trasferisce dal Tokyo Verdy in Sicilia in prestito con diritto di riscatto.

Esordio da favola
Si tratta di un centravanti diciottenne che in patria ha battuto i record di giocatore più giovane ad esordire in campionato, e giocatore più giovane a realizzare il primo gol (entrambi i record realizzati poco prima di compiere 16 anni). Essendo comunque ancora giovanissimo, e indubbiamente inesperto per un calcio di alto livello come quello italiano ed europeo viene inizialmente dirottato in primavera. La scelta si rivela azzeccata, Morimoto si integra gradualmente con il luogo, imparando la lingua (ed anche il dialetto catanese), e a suon di gol si conquista l'attenzione dell'ambiente. L'ottimo girone d'andata dei ragazzi di Pasquale Marino, e l'abbondanza nel reparto offensivo (composto da Colucci, Spinesi, Mascara, Millesi, Corona, Del Core e Rossini), non consentono un suo inserimento in prima squadra. Ma la grande occasione non tarda ad arrivare: 28 gennaio 2007, Atalanta-Catania, 21a giornata di campionato. Del Core è stato ceduto e Spinesi è squalificato. Marino decide di portarsi in panchina il giovane giapponese. La partita non va per il verso giusto e a 6 minuti dalla fine, con il Catania sotto di un gol, Morimoto viene spedito in campo al posto di Caserta. Passano 4 minuti: cross dalla destra di Baiocco, Morimoto si inserisce di gran carriera in area, anticipa il gigante Carrozzieri, e fredda Calderoni con il destro. E' l'apoteosi, il Catania conquista un punto grazie al quale riesce a conservare il quarto posto in classifica, e il giapponese, colmo di gioia ed emozione, risponde a monosillabi ai cronisti a bordocampo, a fine partita.
E' la svolta che determina l'inserimento stabile di Morimoto in prima squadra. Il giapponese si rivela ancora una volta decisivo in occasione della partita contro il Siena, quando propizia il gol di Corona con una conclusione ravvicinata. Ma la sfortuna è in agguato: il 6 marzo in allenamento salta il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, che provoca 6 mesi di stop.

Prezioso rincalzo
La riabilitazione procede bene e Morimoto (nel frattempo riscattato dalla società) si fa trovare pronto per la prima giornata del campionato successivo, in quel di Parma, dove viene schierato da titolare e da ala sinistra dal nuovo mister Silvio Baldini, nel giorno ricordato per la pedata al fondoschiena dell'allenatore avversario Mimmo Di Carlo. Takayuki ripaga la fiducia con un gran gol, destro a giro alla Del Piero, che contribuisce al 2-2 finale. La concorrenza in attacco resta comunque agguerrita (Spinesi e Mascara sono intoccabili, è arrivato anche il Malaka Martinez, e in caso d'emergenza si fa sempre trovare pronto Peppe Colucci), ed anche per qualche problemino fisico di troppo, Morimoto trova poco spazio per il resto della stagione. Ma lascia comunque due tracce che resteranno sempre impresse nel cuore dei tifosi: la prima in occasione del ritorno dei quarti di finale di Coppa Italia, quando a due minuti dalla fine raccoglie un cross di Vargas dalla sinistra e realizza il gol che regala al Catania la qualificazione in semifinale; la seconda nei minuti finali dell'ultima partita di campionato contro la Roma, quando un suo tiro sporco in area di rigore viene raccolto e depositato in rete da Martinez e determina, in extremis, la seconda salvezza consecutiva.

Esplosione di un talento...
La stagione 2008/09, con Walter Zenga in panchina, è quella dell'esplosione definitiva: complice l'infortunio di Spinesi, il giapponese si gioca il posto con il neo-arrivato Paolucci, che disputa un girone d'andata strepitoso. Zenga però è abituato a far ruotare tutti i componenti dell'organico e concede a Morimoto un ghiotta occasione nella sfida pre-natalizia contro la Roma: il numero 15 è spietato, e realizza una doppietta da sogno. Da quel momento, complice anche il fatto che Paolucci è destinato a lasciare Catania alla scadenza del prestito, Takayuki diventa titolare, e ripaga la fiducia, segnando altri gol pesanti, come quello alla Juventus o quello del momentaneo 0-3 nello storico derby del primo marzo 2009. A fine campionato i gol sono 7, sommati ai 2 di Coppa Italia fanno 9 stagionali. Resterà come il miglior bottino della carriera italiana di Morimoto, che nel corso dell'estate viene seguito dal Manchester United.

...e repentina involuzione, fino all'addio
Dalla stagione successiva, tuttavia, comincia un lento, inatteso ed inesorabile declino. Spinesi si è ritirato, Paolucci è andato via, la società ha fatto rientrare dal prestito la riserva Plasmati, e non ha rafforzato ulteriormente il reparto, puntando ad occhi chiusi sul giapponese. La pressione, però, è eccessiva e diventa una vera e propria spada di Damocle. Dopo un buon inizio, con 3 gol nelle prime giornate, Morimoto si spegne progressivamente, a tal punto che Atzori in certe partite preferisce schierare come punta un esterno offensivo come Martinez, che segna anche di più. Con l'arrivo di Mihajlovic, e, soprattutto, di Maxi Lopez, Takayuki finisce col vedere il campo col binocolo, togliendosi comunque lo sfizio di segnare un paio di gol nei minuti finali di partita all'inizio del girone di ritorno.
Le cose non cambiano nella stagione 2010/2011. Nè Giampaolo nè Simeone concedono a Morimoto grosse chance, e quelle poche riservate dal tecnico di Bellinzona nel girone d'andata vengono ripagate soltanto da un gol, realizzato ancora una volta contro la Juventus. Troppo poco, così l'anno successivo viene spedito, in comproprietà al Novara, neopromosso in serie A, nella speranza di rilanciarlo. Anche in Piemonte Takayuki non brilla, realizza 4 gol in 18 partite, di cui uno proprio al Catania con tanto di esultanza rabbiosa, e a fine stagione torna in Sicilia.
Il resto è storia recente: Maran prova ad alternarlo con Doukara nel ruolo di vice-Bergessio, ma ancora una volta il giapponese non sfrutta alcuna occasione, giocando male il derby col Palermo e persino l'impegno di Coppa Italia col Cittadella. E' il preludio all'addio, che si realizza in modo temporaneo a Gennaio, quando Morimoto viene mandato in prestito a Dubai, all'Al Nasr allenato dal suo mentore Zenga, e in modo definitivo quest'oggi, col ritorno in patria dettato dal trasferimento a titolo definitivo al JEF United Ichihara Chiba, dopo 7 anni trascorsi in Italia.